La Differenza della Razza - anno I - n.3 - 5settembre 1938

Con la medesima chiarezza si esprime, tra i tanti, Svetonio, quando (Vite di Nerone e di Vespasia,io) afferma che, prima della distruzione di Gerusalemme, gli ebrei erano alla vigilia d'impadronirsi di tutte le leve di comando dell'Impero. ... I giudei si adoperaro,10 in ogni modo per scalzare le basi dell'Impero romano -- abbiamo eletto; e lo documenteremo, perchè la testimonianza sia indubbia. citando scrillori ebrei dell'antichità. Lo storico Giuseppe ebreo racconta che la rovinosa invasione dei Parti, che ebbe luogo nel 714 di Roma, fu provocata dal re di Giudea Antigono, che promise agli invasori un premio di mille talenti e di 500 donne (l'erotismo ebraico godeva già larga fama). Lo stesso Giuseppe ebreo narra che. avendo Pilato inlrodollo in Gerusalemme, sulle insegne dell'esercito, l'ellig,e di Cesi:re, i giudei tumultuarono contro di lui. affermando che ciò costituiva una violazione delle leggi ebraiche. E si trattava di Cesare, di quel Cesare sulla cui tomba gli ebrei affermarono d'aver pianto. Lacrime di coccodrillo, naturalmente. empre in Giuseppe ebreo si legge che. durante la campagna di Cesare in Egitto. gli ebrei uccidevano quanti più Romani potevano nel paese. la qual cosa assai male si conciliava con la missione del principe Antigono, il quale si protestava amico e alleato del condottiero romano. < Invero produce UJI senso di meraviglia - scrive a questo proposito il :\lanfrin (Gli ebrei sollo la domina;ione ro11w.na, II, 278) - vedendo dall'una parie i giudei uccidere quanti Romani trovano, e dall'altra correre in aiuto di Cesare chiuso in Alessandria. Se si do- , esse pronunciare un giudizio su quale delle due pari i fosse la più sincera, bisognerebbe senza dubbio optare per quella di Aristobolo che uccideva, anzichè per quella d'Antigono che soccorreva ». Lo stesso Giuseppe ebreo, con la tipica arroganza della sua razza, affenua che la elezione di Claudio fu dovuta all'influenza esercitata sulla corte da) giudeo Agrippa: e se anche la notizia risulta inesatta. il fallo stesso che essa sia stata formulata dimostra a quali ambizioni si fosse spinto il partito ebraico a Roma e di quali imprese si ritenesse capace. D'altronde, un altro documento allesta l'e!istenza. in quell'epoca, di un vero e proprio partito ebraico, avente fmi politici l,en determinati. Si tratta della relazione fatta dallo storico ebreo Filone. intorno ad una ambasceria da lui stesso e da altri quatfro ebrei costituita e incaricata di placare l'ira di Caligola. sdegnato perchè la sua immagine non era staia accolta nel tempio di Gerusalemme. « "on era un gran peso - dice Filone il considerare che eia noi cinque am30 BiblotecaGino Bianco basciatori dipendeva la sorte di tutti i giudei sparsi nel mondo? E se egli fosse stato favorevole ai nostri nemici, quale altra città sarebbesi tenuta quieta? Quale avrèbbe avuto riguardo ai giudei che la abitavano? Quale delle nostre sinagoghe .sarebbesi salvata? Che ne avverrebbe dei diritti dei giudei? Incombeva dunque su di noi una sovversione, una rovina, un naufragio dei privilegi che la nostra na· zione aveva nelle singole città». ... Contro tali privilegi, paurosamente dilaganti fino a minacciare la saldezza della compagine statale, Homa reagì in ogni tempo. Rifare la storia dei provvedjmenti contro gli ebrei significa ripercorrere tutte le vicende dell'ultimo periodo repubblicano (da quando, cioè, i giudei entrarono in Roma) e dell'età imperiale. Valerio Massimo (I, 3, 2) attesta che già nel 141 avanti Cristo i giudei furono cacciati da Roma, quali corruttori dei costumi romani. Pompeo fu loro decisamente nemico e li gravò di un enorme tributo, ben sapendo che immense erano le loro ricchezze; per que~to Giuseppe ebreo afferma che i suoi correligionari odiavano Pompeo (mentre in realtà, come nota giustamente il Manfrin (11, 288), essi odiavano tutti i Romani. Ancora più avverso ai giudei fu Antonio. « lmperciocchè - racconta Dione Cassio (49, Ili) - i giudei (gente nell'ira acerbissima) molti danni ai Romani recarono, ma 355ai più ne ebbero. Furono dapprima presi coloro che combattevano nel Tempio e poscia altri ancora. i quali avevano ollenuto il permesso da Sosio d'andarvi... Antonio concesse il regno dei giudei a un certo Erode, e legato ad un palo Antigono, avendolo fatto battere con le verghe (cosa che a nessun re erasi dai Romani mai e!>eguita) ordinò che gli fosse troncata la testa). Di Cicerone e Cesare si è dello. Augusto, informato che Erode, sotto pretesto di riedificare il Tempio, provvedeva a fortificare Gerusalemme. gli scrisse: < Se il vecchio edificio non è ancora atterralo. non lo demolire: se fu abbattuto, non lo riedificare; se lo riedificasti, sei un cattivo servitore ». Lo stesso Augusto, dopo ever ridotto la Giudea in condizione di provincia, da alleata che prima era, conliscò i beni di Archelao, figlio di Erode, e lo mandò in esilio. Lo stesso Augusto lodò molto suo nipote - come narra Svetonio - perchè, attraversando la Giudea e Gerusalemme, non volle compiere nessun allo religioso in quel Tempio. Tiberio, ancora più aspro, cacciò tutti gli ebrei da Homa, traendo occasione da uno scanda !oso fatto che lo stesso Giuseppe ebreo ci racconta. Un giudeo « squisitamente ribaldo :t (narra lo storico israelita), assieme a tre suoi compari, indusse b matrona Fulvia a convertirsi e a sborsare una forte somma di denaro, eh.- .,. vrebbe dovuto essere versata al Tempio. ma naturalmente finì nelle tasche dei giudei romam. Di quella Fulvia era marito un Saturnino, amico di Tiberio, il quale, venuto a conoscenza del fatto, esiliò i giudei da Roma e, presine quattromila, li mandò a prestar servizio militare m Sardegna, dove - scrive Tacito (Annali Il, 85) - per l'aria pessima morirono. A tullÌ gli altri ordinò di abiurare entro tre giorni o di abbandonare l'Italia. Caligola esiliò in Gallia Erode, tetrarca della Galilea; e minacciò più gravi provvedimenti. per sventare i quali ebbe luogo l'ambasceria straordinaria di cui si è detto. Quanto a Claudio, c'è divergenza fra gli storici. Dione Cassio. infatti, narra che « essendo il numero dei giudei d, bel nuovo cresciuto moltissimo a Roma, di modo che, attesa la loro moltitudine, era assai difficile poterli cacciare dalla città senza tumulto, Claudio non li mandò via, ma proibì loro di radunarsi insieme, e di vivere secondo le loro leggi :t. Svetonio, invece, affemia che Claudio scacciò gli ebrei da Roma perchè promuovevano tumulti, ad isllgazione di un certo Cresto. E gli Atti degli Apostoli (XVIII, 21 confermano questa notizia. Comunque, è cetto che anche Claudio prese provvedimenti, di minore o maggiore gravità, conJro i giudei. Nerone, come si sa, dovelle aspramente reprimere le continue ribellioni della Giudea. Da lui ha inizio il periodo, per così dire, culminante dell'antisemitismo romano, che sfocia nell'impresa di Tito e nella distruzione di Gerusalemme. E' superfluo qumdi cercar testimonianze sull'antigiudaismo di Nerone, Vespasiano e Tito, che a combattere i giudei furono contjnuamente intenti. Traiano sottopose a tassa speciale gli ebrei dispersi in tutto l'Impero, stabilendo che il segno di riconoscimento consistesse nella circoncisione e nel non mangiare carne di porco. Adriano mantenne in vigore questa tassa. Quale animo avesse Adriano verso 1 giudei risulta assai chiaramente da una sua lettera al cognato Serviano. Ne ha lasciata memoria lo storico Flavio Vopisco. Gli ebrei vi sono defimti come « una razza sediziosissima, vanissima, arrogantissi ma :t, dedita alla maldicenza contro l'imperatore stesso e i suoi familiari. • • • Vi fu dunque sempre un insuperabile. e spesso drammatico, contrasto fra romanità - la « vera :t romanità e non quella annacquata dalla pseudocultura internazionalistica - e giudaismo. Il che dimostra ancora una volta che in fatto di razzismo e di anllgiudaismo gli italiani non hanno avuto nè avranno bisogno di andare a scuola da chicchessia. GIORGIOALMIRANTE

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