La Differenza della Razza - anno I - n.3 - 5settembre 1938

COLONIALI cala estinzione degli aborigeni nel Sud Africa; il traffico orrendo iniziato dai Portoghesi e dagli Spagnoli e continuato per secoli dagli Inglesi per fornir l'America di schiavi negri. Dopo lungo esperimento, nessuno può disconoscere l'avere gli Africani risentito dalla civiltà un danno mai compensato da corrispondenti vantaggi, l'aver essi subìto molti soprusi e ridotta la loro antica ingenua letizia. Eppure è ineluttabile l'azione colonizzatrice e un afffusso sempre maggiore di Europei in Africa. La dottrina razzista autorizza .a dire in proposito la verità senza ipocrisie: gli Europei dominano in Africa perchè hanno il dovere e il dirillo di farlo. Milioni e milioni di essi, così, troveranno là il loro avvenire. Calorose affermazioni dei parlamenti britannico e france3e pretendono invece che il futuro dell'Africa sia riserbato massimamente agli indigeni. Vana speranza che ha tutta l'aria di momentanea consolazione di fronte alla scarsità, ogni giorno più acuta, di proprio materiale umano da lanciare nel mondo per par.are la concorrenza altrui. Gli Africani non potranno mai meritBie tanta importanza, nè alcuna regiope del continente avrà mai una popolazione indigena capace di fBie da sè .anche solo parzialmente quanto ne concerne lo sviluppo, Non ripeto qui le ragioni, da me dette in molte occasioni, sul significare < l'Africa agli Africani> soltanto un .ritorno se non un rincrudire della secolare barbarie propria dell'anteconquista europea; della necessità, quindi, che quel grido divenga « l'Africa agli Europei>. Se non altro, lo richiede a gran voce il benessere del mondo civile. Frattanto, se consideriamo di 150 milioni la popolazione indigena, e la cifra è forse eccessiva, ammettiamo che l'Africa ospita meno di un dodicesimo degli uomini del mondo, mentre la sua superficie è più di un quinto della terra emersa. Ove . in India vivono 360 milioni di persone, nelle fertili colonie equatoriali inglesi dell'Africa, pari pe, superficie ad oltre metà dell'India, se ne hanno appena 12 milioni. II Continente Nero difeua quindi di popolamento, nè le cause sono soitanto climatiche. li Sahara nel nord e il Kalahari nel sud ostacolano, è vero, la permanenza dell'uomo, m.a anche altrove si hanno deserti o comunque zone che ve la limitano in misura uguale o superiore. Calamità quali la malaria. la febbre gialla, la malattia del sonno e svariate epidemie devastarono talvolta intere regioni, ma oggi sono vinte in maggioranza. Nondimeno gli indigeni solo in rari luoghi aumentano di numero. Le cause ne saranno rimosse col diffondersi dei miglioramenti che ·l'uomo bianco· deve volere per motivi di civiltà e perchè ha tutto da guadagnare dal moltiplicarsi, anche il più vertiginoso, delle razze locali. Benchè si sia ancor lungi dal poter dire il continente un paradiso in ogni sua parte per gli Europei, oltre tre milioni di essi vi si sono stabiliti e vi generano figli sani e robusti. Non dimentichiamo, però, che per alcune zone l'incremento numerico dei Bianchi è ostacolato da ragioni di clima; ovunque, poi, il successo economico dei coloni è legato alla presenza sul posto di mano d'opera indigena. Ammesso quindi, perchè inevitabile, uno stragrande accrescersi della popolazione bianca in Africa, nessuna parte del continente potrà mai divenire in totalità un paese bianco. A questa ferma certezza è necessBiio ispirare i nostri programmi colo· niali. Nei riguardi degli Africani, poi, va abbandonato ogni ambiguo atteggiamento, secondo il razzismo ci permette dignitosamente di fare, per sostituirlo con la più -limpida sincerità: sempre buona compagna nelle maggiori imprese. LIDIOCIPRIANI La vecchia retorica dell'incivilimento a sfondo altruistico, ma con intenti egoistici: perchè questa "benefattrice" fomiace ai piccoli negri del latte artificiale? Per giovare alla loro saluto (ma di questo ai è già incaricata madre natura); o piuttosto per un fine atrellamente pubblicitario?

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