COLONIALI cala ealinzione degli aborigeni nel Sud Africa; il traffico orrendo iniziato dai Portoghesi e dagli Spagnoli e continuato per secoli dagli Inglesi per fomir l'America di schiavi negri. Dopo lungo esperimento, nessuno può disconoscere l'avere gli Africani ri!entito dalla civiltà un danno mai compenuto da corrispondenti vantaggi, l'aver essi tubìto mohi soprusi e ri• dotta la loro antica ingl!'nua letizia. Eppure è imlnttabile l'uione colonizzatrice e un afAUMo sempre maggiore di Europei in Africa. La dottrina rauista auloriua a dire in proposito la verità senta ipocrisie: gli Europei dominano in Africa percl1è hanno il do,·ere e il diritto di farlo. Milioni e milioni di cui, C09Ì, troveranno là il loro u•veJUre. Calorose affermuioni dei parlamenti britannico e fr.-nce3e pretendono invflCeche il futuro dell'Africa sia riser· bato ma.Mimamente agli indigeni. Vana spcranu che ha tulla l'aria di momenlanea con.sola.zione di fronte alla ecar1ità, ogni giorno più acuta, di proprio materiale umano da lanciare nel mondo per parare la concorrcni:a altrui. Cli Africani non po· tranno mai meriiare lanta importanza. nè alcuna regio1;1edel continente avrà mai una popolazione indigena capace di fare da sè anche solo panialmenle quanlo ne concerne lo sviluppo~ Non ripeto qui le ragioni, da me dette in mohe occuioni, sul significare e l'Africa agli Arricani • soltanto un ritorno se non un rincrudire della secolare barbarie propria dcll'anteconqui1ta europea; della nt.UMilà, quindi. che quel grido divenga c. l'Africa agli Europei a. Se non altro, lo richiede a gran voce il heneuere del mondo civile. F'rallanto. se consideria\nò di 150 milioni la po,polazionf' indigena. e la cifra è forse ecc~iva, ammettiamo che l'Afrira ospita meno di un dodicesimo degli uomini del mondo, ~ntre la 1ua superficie è più di un quinto della terra emersa. Ù\e in India vivono 360 milioni di persone. nelle fertili colonie equa1ori11i inglesi ddl'Africa. pari pe1 1uperficie 1d oltrt metà dell'India. K ne hanno appena 12 milioni. li Continente Nero difetta quindi di popolamento. nè le CIU.!lt sono avilanlo climatiche. Il Sahara nel nord e il Kalahari nel aud ostacolano, è vero, la permanenu dell'uomo, ma anche ahro,·e si hanno deserti o comunque zone che ve la limilano in misura uguale o 1upcriore. Calamiti quali la malaria, la febbre gialla. la malattia del sonno e avariate epidemie den.111aronotah·oha intere regioni, ma oggi sono vinte in maggiorania. Nondimeno gli indigeni aolo in rari luoghi aumcnlano di numero. Le cauae ne saranno rimosae col diffondersi dei miglioramenti che l'uomo bianco~ deve volere per moli\·i di civiltà e perchi ha tulio da guadagnare dal moltiplicarsi, anche il più \erti· gin050, delle razze locali. Benchè ai aia ancor lungi dal poter dire il continente un paradiso in ogni 1ua parie per gli Europei, oltre lrt milioni di essi vi ai sono stabilili e \'i gm~ano figli sani e rob.nli. Non dimentichiamo. pt-rò, che per alcune zone l'incremento numerico dei Uiançhi è oslacolato da ra· gioni di clima; ovunque, poi, il succeuo economico dci coloni è legalo alla presenza 1ul posto di mano d'opera indigena. AmmeMO quindi, perchè inevitabile. uno stragrande accre11ttr11i della popolaiione bianca in Africa. nCMuna parte del conii• nenie potrà mai divenire in 101ali1i un pane bianco. A quC!lla ferma certcua è neceuario i.spirare i n06tri 1>rogrammi coloniali. Nei riguardi degli Africani. poi. va abbandonato ogni ambiguo aueggiamento, secondo il rauismo ci J~rrne:uc digni· tou.mcnle di fare. per 50.!ltituirlo con la più limpida sincerità: a.empre buona compagna nelle maggiori imprese. LIDIO CIPRIANI La -..<kehicrr.lorico d•ll'lndrillmea\o cr idondo altni.iaitko, mo coa lAteati ...,ol.tid: ,,_,eh• quNta ~ b•a.6altric. .. tond.te• ai piccoli n~ et.I lati• crrtilidal•? P•r 9'10-..crr•aUa loro Mh1t• (iacr di quNto •I à già inecrricatcr ~ natura); o piuttNto )Mr ua li.a• •tnttcrmHt• JM1bblidtario?
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