La Difesa della Razza - anno I - n. 3 - 5 settembre 1938

\Nò\O I • ,. 3. SPF.DIZ. ,~ ABII. POSTALE . 5 SE1'n:m11rn )I. \I SCIENU DOCUNENnZIONE POlEHl DIRETTORE TELESIO INTERLANDI

ANNO I· N. 3 SOMMARIO 5 SETTEMBREXVI T. I.: LA RE3A DEI CONTI SCIENZA GUIDO LANDRA: CARATTERI ns1c1 DELLA RAZZA ITALIANA; GIUSCPPE E. GENNA: GLI EBREI COME RAZZA; LlDIO CIPRIANI: RAZZISMO E PROBLEMI COLONIALI; MARCELLO RJCCI: IL MENDELISMO N[LL -UOMO; G. L : ANTICHITA' DEll.E OlfrtRENZE 01 RAZZA, GIUSEPPE LUCIDI: SANGUE f. RAZZA. UNO BOSTNCO: SARDEGNA ARIANA POLEMICA GIORGIO ALMIRANTE: ROMA ANTICA E I GIUDEI, GIUSEPPE MAGGIORE: LOGICA E MOAAUTA· DEL RAZZISMO; FRANCESCO SCARDAONI: L·OMBAA GIUDAICA SULLA FRAl~CIA; GIUSEPPE PENSABENE: LA cCIVILTA' CATTOLICA:t r. GLl EBREI. QUINTO FLAVIO: IL RAZZISMO E LA PACE DOCUMENTAZIONE THOMAS MANN: SANGUE RISERVATO, IL MANJfE. STO DEI RA891NI o· ITALIA: FRANCESCO BION• DOULLO: LEOPARDI E GIJ EBRtl: CHIARIMENTI Roma - UllicL Largo Cavalleggeri, 6 • Telefoni N. 64. I 91 • 60.463 SOCIETÀ ITALIANA PER LE STRADE FERRATE MERIDIONALI SOCIETÀ SEDENTE CAPITALE l. 340.500.000 I NTEIAM[NTE V[IU, TO AMMORTIZZATO L. 7.415.000 ANONIMA IN FIRENZE È IMMINENTE /,A PUIJIJUCAZIONE /)t:l VO/,UME ARENA SPAGNOLA cli William Foss e Cecil Gerahty che in Inghilterra 110n ha ancora· potuto vedere b luce per I' opposizionf" rlcl1 a consorteria sovietica, giudaica, antifascista. Le primizie cli questo volume apparse sul "Corrierr dello Sera .. hanno già dcsl:1to un intcrCSS(' f'flOTIIH'. A. MONDADOR/ - Mfl.ANO

BANCA COMMERCIAL ITALIANA MILANO CAPITALE 700 MILIONI INTERAMENTE VERSATO - RISERVA LIRL 151.087.696,65 .-------, PER I VOSTRI VIAGGI USATE I B.C. I. TRAVELLERSC' HEOUES (Assegni per viaggiatori) emessi in LIRE ITALIANE FRANCHIFRANCESI STERLINE- DOLLARI e venduti franco di commissione e spese pagabili o v u n q u e r,

AL LETTORE 6 IL CENSIMENTO DEGLI EBREI ha dato risultati veramenie sorprendenti. Si saprà finalmente non soltanto quanti sono gli ebrei in Italia, ma chi sono questi ebrei che amano nascondere la loro identità con inniimerevoli accorgimenti. I RISULTATI DEL CENSIMENTO DEGLI EBREI saranno pubblicati sulw "DIFESA DELLA RAZZA " e convenientemente commenta ti al lume delle precisazioni che il Gran Consiglio del Fascismo fornirà circa la posizione degli ebrei nello Stato italiano. Prenotate dal vostro abituale rivenditore il prossimo numero della " DI FE S A DE LLA RAZ Z A"

ANNO I - NUMERO 3 5 SET'fEMBHE 1938-XVI IUCII IL 5 IE IL SO 01 OGNI MK•K UN Nu•t:•O 11:PAaATO Ll•a: I A ■■ONAMKNTO ANKUO LlaK :IO Direuore: TELESIO INTEHLANDI Co•iuto di rc(duione: pror. don. GUIDO LANDRA awof. don. LIDIO CIPRIANI • do1L LEONE }'RANZÌ • dou. MARCELLO RICCI. dot1. UNO BUSINCO IIENU DOCUNENnZlffiE POLEUlf In attesa che il Gran Consiglio del Fascismo, nella sua prossima convocazione, precisi globalmente la posizione degli ebrei nella Nazione dal punto di vista fascista, il Consiglio del Ministri ha approvato i due seguenti decreti legge: Espulsione degli ebrei stranieri ABT. I. - Dalla data di pu.bbliccnioae del prHente decr•tG· l<199• • Tietato agli 1tnmieri ebrei di liuo:re atabile dimora nel l\egli,o. in Libia • nel Po.. dimenti dell'Egeo. ART. 2. - Agli effetti del .- ...... dec:u10-lew• • con.aiderato ebNO colui eh• • a.11:1to da genilorl entrombi. di rana ebraiaL anche N egli prol.-.1 religione di'fel"l<l da quello ebrolca. ART. 3. - Le conc.uioai di cittodincuua italiana coan1.aque fatte a 1traaieri ebrei po11l1riorm1nt1 al t• 91ru:r,aio 1919 1"fo.t1ndono ad ogni 11f11to n'locale. ART. 4.. - Gli •tro:IU•,i di ,aua ebraico cbe. alla data di pubbUcaaione del p,eunte d.cr•to--lq9e, •i 1ro-.-ino nel Regao, UI Ubia e ael Po... dimeati deU'Ev•o • che •ì. abbiaoo inuialo Il loro •099ioruo poeleriorm•nl• al t• geo• 11etio 1919 debbOQo lo.adar• il territorio del Regno, d•lla Libia • d•i Pou.dim•nti d•ll'Egeo. entro & mHi daUa data di pubblicos.ioo• d•I pnMnle decreto. Colo,o eh• non anan.ao ottemperalo Cl tu!• obbligo entro il termine •udd•tto Hf'(IDQO Hpui.i dal Jl~o a nonna del• l'art. 150 del T. U. delle lqgi di P, s .. p,niu l'applicas.iOQ• delle pene •tobilil• dalla lq9•. La scuola italiana liberata dagli ebrei ART. I. - All'uJiido- di iANgnanle n•ll• KUOI• alatoli o pa• 10atatall di quat.icui o,dine • 9Ndo e nelle scuole non 9OHr• nati•• ai cui ,tudi aia ricono.duto eUetto levale non polrODAo e ... ,. om.m•- penoae di nzu:o ebndco:. cmche N IPaoo •late comp,•" in 9«1duatorie di concono cmteriormeote al PffNDle d•a•to nè potranno .... ,. am.me ... all'CINUltentalo uni••n.i• la.rio. a• al coueguimento dell'abililcnion• olla Jib.10 do«iua. ART, 2. - Alle 1JCuole di qual.iaai online • gn,do, ai cui studi aio riconosciuto eil•llo )qale, non potnrnno .... ,1 iecrittì aluDDi di ra.ua •braico. ART, 3. - A datare dal 15 ottobr• 1931-XVI tutti gli ÌDM· 9nanti di ros.aa eb,a.ica. cbe a.ppart•n9ano al ruoli pe, I• KUOle di cu.i al preced•nt• art. I. IIClfODJIOaospu,l dal Hrria.io: .o.no a tal fine •quiparati al penaonal• inMguanl• i prff.idi • direttori d•ll• ac:uole anaid•tt•. gli aiuti • cuaialenti uni-.-u-.ita::ri. U personale di -.-i9ilaiua d•II• KUO)e •lemu.tari,, Analogoin•nl• i lilMri docenti di nruo eb,oica aa,anno ao• apHi dall'eN1da.io d•lla libera doe.n.aa. ART. 4. - I m•mbrl di «uia •braica d•ll• Accad•mie, degli latitutj e dille ANodcn.ioni dJ Sdenae. Letler• •d Arti. CffH• nmno di far parte dell• delt• ietitua.ioJli a dotar• dol I& ot• tob,e 1931-XVJ. ART. 5. - In deroga d1I J»•c•d•nt• ort, 2 pobonno u. -.-io tronaitoria .... re a~ o prOMguif• 9li studi uni-.-.r'l,itari alud•nli di rana •bra.ica. 9ic\ i.M:ritti a ietiluti dj ietnaione au~rio,. n1i paaoti a.nn, accad•mici. AllT. G, - Agli •lf•tti del pr•Nnl• d•aelo 1•911• è conaiderolo dì rauo ebraica colui di• • nolo da g•nilori •ntrc:nnhi dJ ,ano •braica. oncb• .. e.,li prol-i reli9ìon• di"erwa da qu•lla •brnica.

LA RESA DEI CONTI s.. ,,,_,,..,,.,,." •""'~'· '••= ,. ,,,••• ···-·"' '""' ___,.,_, ebraica. Di tulti gli aspelli che la difesa della Razza può assumere in Regime fmcista, quel· lo che ha auincnza coi problemi dello spirito ,: dell'educazione 110n è l'ultimo; è piuuoslo il /ondameruale. la manomis.siolleebraica delle cose d'llalia non sarebbe avverwla, dopo l'af• /rancamento dei giudei, s.e la Nc,ziolle non ,weHe perduto la volonJà d'esser se stes.sa,di non tradire il proprio ger1io, di non rimicgr,re· la proprio vocazione. Questa dolorosn dimissior1e dell'Italia si deve appunto all'adulterazione della nostra cullurc, per opera degli ebrei. l..tr scuola fu. l'arma el/icace di cui costoro si giovarono per sfigurare il volto dell'Italia. Con In scuola, il libro e il. giomale. Sarà su quesl<I rivista, <1suo lempo, illu.s1ro10 l'esiziale effe/lo dell'innesto ebraico sulfo culwru i1aliana. Noi ne avemmo deformato persit10 il linguaggio; ,, l'flalia fu una base d'operaziorie per quelfAlliance israélilc universclle, /01ula1n nel 1860 " Parigi da lsaac Adolphe Crémieru, che dor:evt1 tenlarc, nel secolo scorso, l'ebraizzmione de/lei borghesia europea; e 1;i doveva, ahimé; riu.scire. Perchè, ;. bene ripeterlo fù,o alla suz.iellì. lr, bor!{hesia italiarur si lasciò gentilmetllP ebmi:.:.llre; vale a dire che dimenticò d'essere il(lliarw e divcmle, sollo la guida degli ebrei, una classe europea, se,iza più vollo ilfllimw, d'ww f:11,o ropa dorni11ata dogli ebrei. Q1Lesli penetrarono nelle scuole, s'impadronirono dei libri e dei giornali, e perfino del teatro; e la borghesia lasciò fare, on:i, fu felice di mandare i suoi figli a scuola dagli ebrei. Così si creò e si consolidò quella situazione scandalosa che solo iri uno studio di Livio livi fu denunciata, molli anni or sono, seppur con cautela, agli italiani: dello dominazione ebraica nelle professioni deue in1elle11uali. Ma la derumcia nori .servì a nulla; pcrchè la borghesia che avrebbe dovuto prenderne allo e provvedere era cbraiz::ata fino al midollo. Postosi il problema della di/cM1 della Ra:.za, come necessilà biologica e cornc /allo spirituale. la Rivoluzione fascista do,:eva tllfro,11arc la situazionP. delfo Scuola. Ecco la risposu, " coloro che, i11buona o ù, mafo fede, si sca11dali::.umodell'aspello materialistico della cnmpt,gna raz. zista. E lo spirito? essi dicono; voi vi occup<lle di zoologia, noi abbiamo curn d'anime. Ebbene. ecco che per prima cosa la Rivoluzione fascista pensa alle llnime; che esse 11011 $Ùu,o più tiiolen1a1e da u11a cultura eslrnnea nl. genio naziorwle. lt1 difesa della Ra;:a comi11cÙI precisa• menle dai falli dello spirito. sul terreno della cultura, perchè sia /i11almenle restituito a 111110 il popol.o ilalia110, nei suoi varii celi, il senso della personalità e dell'originalità m,zio11ale, il senso della Razza, per dirlo breve. la quale Razza ha, questo è cerio, <1ueidelermi11ati raraueri biologici ùicon/ondibili che qui si vanno slutliando e divulgando; ma deve ancoro riacquiswre in 101a, se vuole tornare al rango che le spcut,, quelle qualilà spirituali che gli ebrei le /ecew perdere, tagliando le radici della sua cultum, adullera11done l'ispirazione, crea11douna /rnuura profonda nel 1essu10 della nostra civiltà. Ora noi siamo liberi, 11ellaScuola; e dobbiamo dimostrare di volere e di soperc usare di così preziosa libertà. T. I.

• se1enza S, Capo Maa.ipolo della G. L L Mcua::mottl.do R.vvlo EmWa, dJ anni 25. cattolico. Alto m. Ul: occhi «lffti: cap,1UI biondi. S. Capo Manipolo della G. I. L Rivali Armondo. da VareH, di anni 25, callolieo. Alto m. 1,75; occhi c.lHti: capelli biondi. A•an9uo,di.to Perlini 0.•aldo. da Verona, di anni 16. cottolicO. Alto metri 1,75: occhi celHti: capelli biondi. CARATTERI FISICI La nostra razza è nettamenle dis1in1a dalle altre J)C!t numero&i caratteri fisici alcuni dei quali riguardano l'aspetto aler• no ed altri invece si riFeriM:ono aHa particolare struttura dcgl.i organi. Jneominciando dalla capacità del c.ra· nio la nostra razza insieme con le altre raue europee è caratteriuata da una no• tc'(ole capacità. Per que11tocarallere es.sa DELLA RAZZA ITALIANA differisce noievolmente dalle rane dell'Africa le quali presentano invece una capacità cranica ridotta. Il m3$5imo di questa riduzione si ossc.rva preuo le razze più primitive quali sono i pigmei e i bo- &eimani.Naturalmente esi.ste una differenza nella capacità tra l'uomo e la donna e quee.10 in tutte le rauc. Passando a considerare più propriamente la forma della testa, quale •i presenta negli individui che più epiccatamenle hanno le caratteristiche della nostra razza, si vede come essa ,,_,paia nel profilo laterale elegantemente moJellata, pur presentando nei vari individui una cerla oscillat.ione nei rapporti tra i diamelri di hwgl,eua e di larghezza. E' in· teres5ante notare la peniistenza. della for• ma del cranio attraverso il tempo e difaui le etatue degli antichi romani presentano la stessa forma del cranio che ancor oggi posaiamo osservare nella n~tra Tipo bo.dmo:no 9

A•an9uardi1ta T<nWDi Walter. da Milano• (ma di ori9ine la1iole). di an• ni 17. cottoli· co. Alto m. 1.75: occbl 9rl9i: capelli biondi. S. C. Mani• polo Alto• mare Aurelio, da M... lna. di onni lt. cat101ic0. A.Ilo in.. 1,74: occhi dùori: capelli biondi. s. Capo V.on !polo RegalOlli Aldo. da r .. nto, di cuuU 15, col• tolico. Alto m.. 1,77: ocdli cele,ti; capelli biondi. popolazione. Il paragone con le fotogra• fie degli ar ricani mostra chiaramente co· mc sia diversa la forma della testa nella razza italiana e nelle ra:u:e dell'Africa. Ques1e differenze sono evidenti soprauut1Onella fronte e nella nuca. Se passiamo ad esaminare la forma ddla faccia le caratteri!liche delle di\Cr• !f' rute saranno ancora mag,riori. sia cht' si esamini la faccia nella ~ua 1otali1à.sia che se ne \Ogliano ddt'rminare i parli• colari. Una tipica faccia italiana presenta un armonico niluppo delle parli suµeriorc, media e inrcriore. Questo natural· mente al di fuori da quelle d1e ,~ono eeure le ,•ariuioni CO!tituzionali. Se poi si con!idera la grandezza della faccia ne.i suoi ,alori assoluti nella ra.ua italiana e nelle altre razze,~ p~t• da noi dt-i ulori medi. rifuggendo quindi tan1O dàt. la macroprosopia (faccia piccola) dei boscimani quanto dalla macropro-.opia (faccia grande) di ahre rane primitiH:. Considerando ora il rapporlo tra alleÌza e larghezza della faccia, in1endenòoci per aheu.a della faccia il diametro che \a dalla radice del na<;oal mento. si ,ede come una tipica faccia italiana si pr~li piutto~to aha e strcua. Sono que- ~10 punto di vista la nostra razza differi- --« non solo d11llerane extraeuropee. ma anche da ahre razze dell'Europa. quali :td nempio la raz,.a baltica orientale o da, a. che è appunto caratterituta da una faccia bassa e larga. Del resto anche il tipo che predomina nel ctnlro della Fran• eia e costitui~ce buona parte della popo• bzione fran«Se pre-enta una faccia mol· lo dh·eru dalla nostra. Molto interesN.nte è l'oMCnazione del profilo laterale della faccia Qut",;;toprofilo nella nostra ruu &1pre!le:ntaperfettamenle diritto me11trein\'ec,e nelle raz7.e l!fricanc e numero;;,c altre rane si vrcUomo di raua pigmea. senta per lo più sporgente in a,anti determinando il caratteristico prognatismo del ,•i,so dei negri. prognatismo chi" appare ancora più e,iden1c per il particolare ,,iluppo delle labbra. Un altro carallerc del· la no,;;lra raua è quello che ~i può percepire ossenando la regione dei pomelli. Quc~li in un ripico \ iso italiano non spor· fi!;Onaoffatto in avanti come si ~na nei monfi!;olie in modo più attenuato in alcu· roe 1►opola1ioni d'Europa. Gli occhi ~no 1;O..1i nt-lla no~lra razza orizzontalmente. 11011 obliqui dall'e,.lerno e dall'alto u,..-.o l'intt-rno e il hu~ come <iuccedenei monfOli. D'altra 11arteperò. 1111 tipico occhio italiano 11011 presenta neanche la caralle· ri~1ica fonna a mandorla che .,j (k,"-Cr\B •pes,.o tra diHtr~i semiti. Ira i quali ~li ('brei. La regione nAMle. dal 1mnto di , ,~ta ruzi3le, è una delle più interes;ianti, poichè tanto lo .schelt-tro oSM:Odel na•o quanto la parte cartilaginea di C'5<-0 ~r- \'Ono utilmente per la discriminazione delle razze. Un lipico na.50 italiano ~i pre5enta con il dor!O dritto o con una leg· ~t-rWima sporgenza nel meno d1 e,.oo. I..,.. ,,unta lermina dolcemente e le ali del na,r;o ~0110 moderatamente S\ iluppate. Le fotografie moslrano quanlo siano differenti i nasi nelle altre rane: si pe.n~i al 11a.wcaratteristico del pigmeo largo e. bOMoe quasi 1rilobo. Si OS$Cf\ipure nt-1 profilo laterale il na50 dcll'dJrco e sì ,etla come e!~ aia complelamente diffe. rente dal nostro. A quC!to punto bisogna aggiungere che es"tc una netta difTert'f1za tra li nMo aquilino quale si OMt""n·apu~ tra gli itali:111ei il nuo semita degli ebrei. La caratteristica principale per cui si distingue s.cropre il na-'O dell'italiano da quello ddl'ebrco sta es:;enzialmente nel fatto che il nuo dell'ebreo scende &0pra il labbro superiore, ,·cnendo a formare ne1 casi tipici il dorso dì esso con le ali Uomo di rc:ua cunomo.

N~ro nilotico, una tipica forma di 6. Mollo inlerbeanle è notare come la forma del naso e la forma dei capelli si accompagnano: difatti quanto più in una razza africana il naso si prNCnla largo tanto più i capelli si prtknlano lanosi, mentre al contrario da noi il na50, che è sempre piuttosto 1tret10, si accompagna con dei C3J>t"lloin• dulati. :'llol!o caratteristica è anche nella noslra raua la forma di quella parie della faccia che corr~ponde alle mascelle: il pa· lato. in genere, misurato dai denti molari d1una parie a quelli dcll'ahra si prettnta uel nostro tipo idc:ile piuuosto stretto. Cosi anche la forma della mandibola è molto differente fra noi e le altre ruze: carallcristico è lo sviluppo del mento, c..hcnelle raue primi1h·e è piultosto ri• dotto. mentre da noi è ben marcato. Con~eguenza del profilo differente nel• le ,•arie razze è la differente pos11ione dei denti incisivi che prei,50 la nostra razza rono posti perfettamcnle dirilli. Pas~ndo alle altre parti del corpo. da noi, si o!-!enano ben marcate le cune della colonna nrtcbrale. Per quello che riguarda la forma del tronco, il torace dell'itahano come del resto quello degli ahri europei, si prNCnta rilspello a quello dei negri più largo e meno profondo. 11 rapporto dei segmenti dc-gli arti agli arti inlc-ri, e quello degli arti alla lunghtna dc-Icorpo si a,1,•icina, p<'rgli indi,idui che prt5entano spiccati caraneri della razza italiana, ai canoni clas.,ici. Il bacino negli ilaliarù rispello alle Tane dell'Africa si prtsenta m genere più buso e più largo, naturalmente con una notevole differenza SCS!uale. Passando adCMOa quei caratteri ecterOonoa di rana pigmeo. ni che più facilmenl<' sono alla portala della osunazione comune, la nostra rana prefienla colore della pelle molto chiaro riepetto a tull<' le altre rane c-·<tra-<'uro• pee; questo colore arriva da noi ne-i tipi 1>iùcarall<'ristici fino al bianco-roseo. Il colore roe~ d.,lla pelle è dato dalla grand(' scarsezza di pigmento per cui appare il colore del sangue che circola. PASsando alla colorazione dei capdli lulle le rau:e extra-europee pre9e11tano i capelli neri molto •curi, compresi gli ebrei. Nella no• slra razza imcce i tipi più caraueri~lid presenlano i capelli molto chiari. biondi. Questo colore biondo dei capdli che si os. &ena Ira noi non de,e t~rc però confu~ con il colore biondo quale ~i può o""~narc presso altre J>Opolazionid'Euro1>a. quali 1>eresempio gli Sia, i. Di notc,·ole impor· lanza per lo studio delle razze umane è IA pigmentazione dell'iride che dà il co• )ore particolare agli occhi. L'iride uman11 è costituita da divcr,i stratì. Se manca il pigmento completamente nello strato anteriore dell'irid<', l'occhio appare colorato in cel<"Stes,e in,·~ è molto ricco di pig• mento l'occhio appare quasi nero e in• fine &e il pigm<'nlo è scar&O,ma esble. l'occhio può auumere ,arie gradazioni di grigio o di ,·erdc-.Il colore chiaro degli occhi si 1►resen1a unicamente presso le no. 11trerazze d'Europa. Cli italiani da noi fotograrati presentano tutti gli occhi mol10 chiari e in questa .maniera si pT<'11cntl!110 ancor pi.ù spiccatamente contrastan• 11 con gli indh•idui di altra razza. A que· sto punto bi50gna far notare che il colore biondo dei capelli e il colore azzurro de, &li occhi si comportano nell'eredità come caratteri recessivi., come caratteri e.i~, che possono essere facilmente rMl.9CO!dlati Pianlooi Ai: IODÌQ, da Brt ada. di cna: 20. caltolicc Alte m. I~ occhi gri gi; copell bioodi., Piui Pierc da Pi1te1. è anm 18. co· tolica. Alt m. 1.63; Oi chi 9rigi: cc pelli bloodi Sch1k.Do Bo1 bara, dc Tra pau.l, di cm.ti 17, cottoliCG Alta in. l,7C oechi ccutani ca-pelli ca stoni.

Gio•in•tlet Bctlla (Rhodellia nord-occa• dentale). cualleri dominanti, quali sono il colore scuro: que&to è provalo dal fallo che molto spCMOda genitori bruni nascono figliuoli biondi, appunto perchè riappare il caraucre rccessl\·o e come del rctlo quui sempre i bambini si presentano da noi più chiari degli aduhi. fnohre, come hs Ohen'alo il Livi nel suo fondamentale studio su 300 mila reclute, le condizioni ambientali dell'Italia hanno influi10mollo sulla pigmentaiione che in Italia di- ,·enta sempre più chiara man mano c.he ci ai alza sul livello del mare e que8to anche nelle provincie meridionali. Passando dal colore dei capelli, alla fonna di es,5i, si Ycde chia.ramente come nelle fotografie di tipi italiani da noi riportate, conformemente a quanto si osserva nelle migliori opere dei nostri grandi arti!-ti. eui si presentano leggermente ondulati e morbidi, neuamentc differenti quindi dai vari tipi di capelli fortemente arricciati quali ai 055trvano preno molte Grillo Noemi. da Meui.ncr, di cm• Di 19, ecrttolic:111. Alta m. 1.51: oc• chi optgi: copeW oculcmi. 12 popolazioni dell'Etiopia, o lanosi quali sono quelli dei tipici negri, o a grano di pepe come nei boscimani. D'altra parte da noi non ti presentano mai cosi duri e rigidi come sono piu.so i mongoli. Una particolare attenzione si deve fare ai solchi. e alle pieghe dcl1a pelle, particolarmente a quelle della facc:ia, poichè 1i formano in reluione al giuoco dei mu!COli facciali, e a lungo andare, coatitu~ono in un individuo la maschera del lo stato psicologico dominante. Interessanti sono al riguardo le pieghe caraueri&tiche della mimica del pensiero quale si ha se ai confronta l'espressione del voho degli italiani con quella degli altri. Come si ,•ede m3nca aS&Olutamentenelle altre facc:e qualsiui cspreMione di nobiltà. Osservando 1>iùparticolannente la fonna dell'occ-hio,questo nell'italiano presenta scoper. 1.1 la caruncola lacrimai,, carallere che non si osserva in,·ece nelle forme mongoliche. Considerando ora la lunghezza corporea in generale, essa nei tipi italiani da noi rappresentati, che appartengono atle giovani generazioni cresciute e fortificate nel clima del Fascismo, si presenta imponente e può slare a paragone a quella che si OQen·a nella Scandin&\'ia. Questo fatto del resto è comprovato dai dati re· ccnti dell'lstilulo Centrale di Statistica, i quali dicono come la statura degli italiani sia aumentata in questi ultimi anni. Queslo non deve meravigliare perchè la statura è uno dei caratteri raniali che più facilmente può essere modificato daJ. le dh·erse condizioni di vita, poichè es.sa in realtà non rapJ)resc.nta un carattere unico ma un ~ompleuo di caratteri, i quali possono ,•ariare dh·ersamcnte. Come abLbre.. Ginu. do. r,.. i.,o, di anni 11, cottolica. Alter m. 1,68: occhi ule1ti: copelli biondl Ne9ro kton9a (Bhod .. la nord-ocddeDlale). biamo già fatto o~rvare, le proporzioni del corpo negli individui fo1ografati si avvicinano alle e divine proporzioni» del canone di Fritsch-Schmidt In complesso gli italiani fotografati presentano una fi. gura slanciata che è la conseguenza dello sviluppo degli arti rispetto al tronco. Questo rapporto che si mantiene anche nel• l'età adulta, contribui!OCa dare un aspetto giovanile all'Italiano. Naturalmente i caralleri dcscritti sono caratteri rauiali. i quali possono variare a seconda delle costituzioni individuali: in complesso pero i tipi fotografati si avvicinano al tipo longilineo. E' IUJ>erfluoaccennare come l'annonico tviluppo che presentano gli individui fotografati de,•e corrispondere ad un armonico foniionamenlo delle ghiandole morfogenetiche le quali, come insegna il Keith, hanno una parte preponderante nella formazione dei caratteri fi. sici delle 1ingole rane. GUIDO LANDRA

4li,1L11E1B11Rl1 C[CO-~lJEJRlA.ZZA. I.. 01>mmnt' itntralmt'ntc acccn•ta eh<: Kli Ebrt'1 hanno una d1sctodcnu , IH'"l'iiz1onerau1alc che è loro pccuhMl" )la quah sono gh tlcmt'nti con- , crttt d1 una 1alt' 1pN:1ak c,mdu.lOflt' Diwuu1à 111.110 .uuropologica 1 (Sendactu1h. Sinal l'rr rtndirr"1 uauo conto d, qut',1i df'mtmi, biSOf(:natcntr prckn1t' che n,1 ~mo 111111namcn1e ltJ:at1 ,1 ltlllc lt' com11lts'it' , 1cc:nde il cui gh Ebrti '>OIIO andata 111contro ntl corso dt'1 ktoh. vKffldc dcllt' qmh \'t' n'è: una d'1mporto1n:r.aurdin.tlt dal punlo J1 \'!Sia Cht' Cl lllltrHY t' ctelè b. dia.,,O,a O d1spcUIOII(' fuori dtlla Palt'stina, cM, iniz1a1u1 nel 111~rolo a C., ha wndono man mano all'auualc dutribuz,onc dt'gli Ebrei nel mondo. Ptr quanto ricuarda 11 pcnodo anttriort' alla diaspora, e c1~ rh anuchi Ebrti lltlla loro s«lc origina.ria, gran parte dt,::h a1,11on odatrni (FÌ.\Chtr, E.ickst«t1, Gllmhtr) ,ooo d'acrordo ntllo amrmucn cht &:li Ebrei cost1tul\· ano in Pal,c,11na una popolauon,c t-Htniialmcnte mista di dcm,cn11a cranio dolicomorfo (e~ con ICiU rt-la11vamcnte strdta e lunga} e di C'lt1~111,a cran,o brachimorfo (cit>t cou tc~la rclati,·;rn1ente larga <' corta), sebbene )(Condo alcuni (per es. Wtiss-rnbcrg) quelli ,·cramtntc ont,pnari Dio • r• lttila fcon \Krl:ùc:m• 1ttuo. lbru) e pr«k>mmant1 sarehbt:ro ,iati I duhcnnv,rh, m('lltrl "<-condo altri (p. ts. Wttdtnrt'1ch, ,\_ h.appcn) , hr:tch1morh Gli tll'11ir1eli dolico,nor/i ,., fanno dern·,1rt e)senzialmrnlc dalla raua orn:ntal(' di F1schu. OntntalKl, d1 Fjd,:~tcdt. (lll,llc clf:-=:i è ra~rut'ntata da.i BWunu della Sma t.cco romc (ì St rr, <klim,·a quuta raua corri,pondentc al ,uo '.'l:utanthrovu, c:uurncanus mrd1t('trancus arah1ct1s: e ('ran,,, 1•1Ùdolico eh<.'. ITlt~OC('• falo; forme o,·oidah, th1101dah, pcn1ago11ali; capacit,\ rncclla, metriocelala; faccia ICplOJ)tOSOJ\òlcon mollo , olume o~,to; na~o Jcptornno; rara prof.ltn1a; occhi onuontali, con m,h Kun·. anche nue; pelle bruna scura; capclh 11cn o qu.Hi, )lo;c1, pc·lo,,11i scaru., barba poco abbondante, meno rari cui;~ pni che m '.\:,,1 mrdu. hbycuJ; statura ni«lia; fisionomia caratten)tlt:a •· {_Jucllo che più colpisce di quella fisionomia t la forma a mandorla dc:IJ'al)Crtura palptbralt', 1ircsentandos1 arrotondalo l'angillO m('- dialc dell'occhio, mtnlte l'angolo laterale .cmbra pau1101to'1rtt10 e appun1110; ron la laccia p1uu0:,to magra romra,ta una ctna curg,ch1à dtlle labbra e della punta del nuo, 11 cJort-0 dd qualc:- è ptr lo più lcggcrmtnte oom·csso (}•:1ckstc:-cJt). Gli tlr,nrNti bradmnorft dtgli antichi Ff>rci M !anno dtrivarc dalla rana asiati('a anteriore (Fischcr) o armenoidc (Armcnid1 di Eiclrated1) o alaro<l1ca (nome hngm,tac:o, 1 lommcl) o iltlla a. lonebb di Sc1.6J • &.giu,a (con IK'IIJ: a.m1hCO 7.10a C) 13

che fino ali., tntti dr! kt"olllln m1llcnmfl ;1_ l rm1ha .,,lrr ...t,11;11,, 1'.\,1.1 n11non: <' l;ii "'Ì1n.1, t:r::11m<\1111(';1r.11tt·t1•11ca I' r 1 ,w,, 1ur1hu11 h\1C1: cranio rd.ltl\.lltl(·nt(' largo <' ~no <' .1h,1. ncc1pi1t· "-1'1'Ì;1tti1<1; faccia lung-:a 1·mocJ. ratamc:nk l;arga, 11a<.o mohn rr•l'f.10, c"n 111nnr 11,u..rih ~l>CJK' t c;a,rno"<'. con ,\nno arcuato e punta d, prt ~-a: OC<'h1 <' c.a1!f'lh,curi. ca1,.-lh h,ct. harl~ .alohon. dantC' 1la1ur:a m~ha, coqooratura tona (\\'('ningn). f)ul\lO 111-"' e: r11,r.-,it,,11,1m•1h1t l>tnC'ndk ant1ch,· '{'ulturc: ,c~,.111 d.a ,, Lu ,dun ., S111d,cforh, ,1p11.u1t:ncnti al ciclo cuhur:ak 111n,1 I I raua ;i'l"111,tic:1 antrrion: >i lro,a. 1~1,t1pmtto,10 pura ~ull"al 11p1ano armt no. 1Tl l\·ht.& C' 111 1,ic<'Oht"fUl'\'1 1,olat1 d1 putM.lauon<, ckll \na mmon e Sin.a. l'ropa,o:mi d1 Ul\.a III a, rd,ht-ro ndl'Eu rupa muw.hon;il,,- \lc11m " 0')11<",::an,,la r.1u:.1 dnur1C.l «" qudla alpma fnrman,lo 11t ll'nuwm<' un:-t gr,ulc.k fascia oriu1,n1al«" d, l"'\>-•h hr.u:h,c, fai!,, llfUJ'C:i Hl a111.itK1: r:a11a alparmnia eh ).1on tanJ,in I ft •~nthrc,1,u t·uu,,1cu• d1 C Scrgi. I ,.t 'JU:Ullo 1,n·ccdc riu1ha ch1aram<"nlt cht la m1,11•>11t· della uiz.a 011cnt:.l.:- con l'a•1:.t1ca antt:nur<' l"•r1Ù allJI mocolun:ii d1 cknwnll dolic-,m,,rfi t d1 c-lt:mct1tihrach1murh, JOC'f cui th Ebr(I g1a 1ir1m;11ltlb. 1h,10C'r'-in11t: ~rcbb,,-ro 'IJIIÌ ml!III di form<' Cf3· mch 1,1,1 h111ihc <'ht· larghe Xon t !1C~<1.1l111t: vrccl'art: I<' qua11111à pr,,1,.,r,1 ,11,111,ki dm c:kmc-111i; ma a1•1.art molto ,ero ...mil<' chr 11 C( 11tr1l,11to l,nch111u,rfc> dt:bb.il 1:-,, rC' '-UIIO mc,lto 1•1Ùlllt<'n....-, 1 di.a p,UIC' scttrn1r10R;1IC" dclla l'aln1ina (<''>\<:ndo1••Ùpro,<1ma al cC'nlro 11t1ta). :'\dl-t ,~n~ meridwn.i.k, non ~do quel wntnhuto fu io, .., mcli•) 1ntcmo (pa la loman.Jnu dd cf."ntro 11111a),ma ancht ,, Ili m1<111>m·con I F1li~1c1, eh.e 5t'mbrano e,,;,n• ,iati d1 1•nr.1 ra,u mçJ,tc:rran<'a: la qualt, d<)hcomorfa c-c,mt la rana orientai,, ne d1ff(f1rd,l,c J>Cr.Jkunc •fuma.ture di car.llll<'ff, romc una marg11,n lar,:-htna t J.pt•~rc: tl<"I 11,:uo,il cui dorc., mane.a d<'lla (un-◄lllr:t. CU41teflt11U. dclla fò\Ua t>rit:mak. '1a a::h I Lrr1 ,uhironn mc1ocofanz<' lor,r anche con 1.1ltri rt~mntli ru 1,1/( 1/i ,u111fl..s.rim1r rl11.ira. L'origina: d1 questi C'lem1:n11 ch1ar1 è 111uho d1,,1h-.;l. , , J..u,chan ammt'-<' 1,r1111a che e, .. i ))(ltt~~ro t~Mr r.1.pprrM:'nta11daJ:li \mon11 (1mm1~nti ,n l'.i1lctt1n;i ,1:r~, 1I ltMJO a. ( •.. c1Qt" pnmJI drgli Ebrei), che: I.il Uthhia drr.crH·o1.·come alti , the ,:1 I ,«111.uu r.i.pprew,ntar1)fl•• ndl<' I ~ro p1tturt: c<on e II h ('olort: ch1aru d1ffcr1:nh: dal loro (Jur,u, ,1,.,1,-~1.a cm 14 1)01, Luschan n••n d,~<k· più gr,111 IK:10. Yl('n(' 1U1t'ogg1 50SIC'nuta o co111raddct1a da molti. lkl resto rkmt:1111 • cnmpk Sl011(' chiar.ll 1)0)~,no c:sstr<' d •fl ,au a.,:h Ehr<'I anche fr-amm1 sch1a11 con gli rlrmcn11 a'\1a11c1 anteriori 111111, e,,scndo noio cht· fr.J lt: popolai.mm a ca, allo dd Cauu"•· d1 lii)() utcnz1.alm ntt armcM1dt:, SJ)(''W-Jt(iano dtm\·1111 protonordic, (lla,Mon}. L. l.1H, a,tndo O\"('f\"alo ..:h,- gh Ebr<"i b1ond1 h,rnno, ri,1>c:11u aih altri COrrC'hJ:'IOll;tri,RlòlJ:'l:IOf( l<"ndt:ni.a ali.a brach1cdaha. " .. ,a. tura r•ui ba~~ t a capelli d1 ior• mo11 ru:ciuta, flll('P'I d-,1\tf'I t:'cluderc eh<- qut:~lo tipo po~,A r i.~- ft: tkri,·a10 da ru..,,one con gli \morui, cd 1-,,nt 111n-ci.: più \ Tipo di Cb~o S.phordina ro'9m1lt: I.li dc·t1\a11on,; da c:kmrn- IMorocco) 11 bu,rtt,h pr<"M.1111 fu gh 111111 Infine ,-(lf(li11 •«<'nnarc: a,I un'o1,1n,011cmolto plau~11tih., I" t:m non Qrehl~- nccc,sano f4r ,t:nirc 11 h1n11,h,mo da mnco, la,u:c con altn· ra11('. Difat11, \C:COndo ).lontandon, fattori del h1011d1,mos1 trmcrthhtro 1n u111., l'uman11à, ..1a ctlat1, sia l,,n.Jti .,,a rn:u1ifc~t1; nella gr.tndc ruu turo1,0Kk <1.\\CI èg<"ntralmcnh lanatt,, W ~ m.anifr,10 solo nrlb rau:a bionda \"tntndo ad~-,1,11 al pcnodo po,-unort: .Jlla d1a,pun, e ci~ atl Ebr~• tm1gr;ui fuori della l'ak)tina, ,1 ,a chi' 0•1 11d1,ung,.i,,no ,n due gruppi a iocco11da del rirn ,cguito: Srphur,li,11 (che «-condu la traJ,zione derivano Jall.4 1r1hll di Gnula) nn p,'lt·•1 costieri tld ~lcdi1rrranro (c,ltrc: quelli <"migrati in uri«" parli d1 Eurc,1,a, 111 '-CJ"t11t•1 3Jl'c~pi..1h1011t Wllla pc:n1~,.(;a,b«"riu a1 1cm1,1d1 F«"r,h nantlo e habcll.ll la Cattolica, 14,µ). t .lsdn&J:-u" fcht 'lCCOT'ldn la 1nJ1t1('1n<' drn,·am, dalla tnl,u d, Hcn1am111ot in f{no;-.i;ii, Eun•":, C<'lllr.lk e occulmtalc, lngh,lttrra (ohrc qutlh t•migr.Jli dalla Ru'l'1:1, Rmnf'11ia t· Galizia ndl' \mrrica ckl !',;ord). Rituudo I cau1tcn an1ropnlo~1c1 J1 qut~t, due grup11i, ri\ult.,, eh, qudh che ''-'"""'> 11 rito S<"phard1m hanno cramo t'-"<llll.al mtnl<' dnlicomnrfo. fisaonomia fine, na~ ,-«t1k, ,pcsYt r<'J:'lll,H m,ntr con,t.,,~). complc,-s1ooe prc,·alcnkmtntc .t<ura, mf"lllfl <111ell1che ,.cguono 11rno Asc.hcnuim hanno tratti più. gro<i'<,l.1111 tt:,ta 11il1 larga, 'l>c'•"> rulm<"ntc brachicdala, na"o ,:ro<~o, c;ir 11,,,..,. talora c:-t11dh ru:ci. com1,lu,111m· chi.ara p,i, fr1·11uo1.nh

Si è molto discu!iSO St, mal. grado queste differenze, tulli gh Ebrei odierni J)OStano ascriversi ad una steua unità antropologica. Demktr, Kollmann, Fishbcrg. \VeiSstnbcrg stguir(mu l'antica opinione dtlla stparazionc anche antropologica fra Sephardim e Aschtnazim, dti quali i primi erano rntnuti come i più puri discen• denti degli amichi Ebrei, melllrt 1 stcondi, in base ad clementi storici t indutth•i. erano ritemn, come dtrl\'all in gun parte dalla co,,. ,·trsione di popolazione tnrco-tar• tare che facevano parte ddl"an11co impero dei Cesari. Anche Czortkowcr recentemente ha cs1>rcsso l"oJ)inione che solo i Scphard1m corrispondono al tipo Tipo di Eb!'ff A•chenodni tbrco originano. Egli, poi, di111n- (S1bena) gue gli Aschenazim in due grup1>1. uno c.aucasico con tlcmr111i armenoidi prc, alt'nti, t'd uno curo,~ {El,rc, polacchi ecc) molto me.scolato, con aki11ant1 dementi norchci c lapponoid1 e minore quantità d1 clementi armenoidi. L. Li\'i, riprendendo un'idea già es1lre~sa da ahri. ritiene chc e tra gli Ebrei del mondo vi sono ancora somìglianzc antropologiche ~r lo meno uguali a qutllc cht corrono fra i rappresentami dt:gli altri agi.:-r<'ga11c111icidcui, 1m11ropriamcntc o no, razze. e che quindi s1 pos~mo considerare non solo come un"umt.à distinta dal pnnto di ,•ista della religione, ma anche da quello antrOJlO· l0t.tico>. t.:na corrente di\·crsa, invt'ce, ritiene tutt'OJ:'~i non potersi 1iarlare di una nu:za ebrc.a, ma di una comuniti religiosa e !;()(Ìalc. alla quale si sono venuti aggregando in ogni tt'mpo mdi\·idm appartt"nenti a rane dh•crsc. Cosi Pitt.ard ha serino: e C'cst i se demander mt'mc1 cn facc de ccrtamcs anal)itS e1hm<111c,. combien te! ou tcl group juif pcut bu~n rt"nfrrmcr dt juifs t)'p1• qur1, de CCII.Xqui ont COll)titué, dans Ics Cll\'iron<, dc la 11N )!orte. le pcuple ardcnt c1ueJ"on sait, le pcuple élu >. .\nche Montandon pcn,;;a che oggi gli Ebrei formano osenz1al. mente e une ethnie, une raison sociale> e non una razza uruforme. Secondo qucsto Autort", essi forn1ano, là O\'t si trovano, dei gruppi somatici, collcg:11biliper i loro caratteri ))rincipali all'una o all'altra razza. mentre csis1ono anche dei cara11en secondap. Rau.a orien1ol• (Arobo lib,co) (Foto Gennai Tiri o•lotid anteriori (do u:-io h9uru11one 1urca). determinami di gruppi t ~ttogruppi soma1ici, comt puH· di tipi locali; cd i quali, riguardando csscnzialmrnte la fi,;;ionomia, fanno "J)('sso riconosct'rc gli Ebrei (occhi a fior d1 tt~ta. n.1,;;o gr,,..,,11_ labbra carnose, capelli ricci). l°()lnunqut-, le differente somatiche c-.un1iali fra ~q1hanh111 t 1\scht'na2im si possono in gran parte spiegare in base a quanto ho dt·llo -.ulla prob.i.b1l11à eh diffcrenzt· l''>t'>ttnt1 i:1à frn gli ant1ch1 Ehre, della J>..oric sdtcntrionalc tlclla Palesuna più llll'· set>lati con clcmt'nti ittiti, e q,1elh della 1>arte mcridion,1k m<-no mescolati con ittiti e mucolati inoltre con clementi mcd11err;1m·i ,·cri e propri. \\'ag<-nsc1l J>en!kl appunto che gh .\sch<:naz1m proHrrthhero da tronchi c:brei settentrionali, che, diffondend<i~i ,u-..:, \ord l' O\'es1, nella dia~pora, \'enncro 111 contallo 11rima con altre popo• !azioni m1s1c dd Caucaso, con mongohd1 t con razz1.: ruroptt (c~nrialmrntc (luclla alpma). Essi cosi acquistarono clcm<-nta nordici chiari, i c1uali J)Crciò non è neCt')~rio che dcrinno c,;;cluSi\amcntt dagli ,\moriti; a qu<'slo riguardo Chi d1fT<:riscono1Uù fortemente che i Sephardim dagh .\rnicm, nmasu tl1 raua a<.1a1ica anteriore pura. La forma della tesla, già tcndentt' alla hra chictfalia ptr minore proporzione di cltmcnti oritntah, com•en·ù <111es1taendcnra nella dia.spora, poichè le mcscolanu ,n,cnnno con popolazioni csSt"111.ialmrntebrachiccfalc. I Scphardnn, m,•ect, 11ro,errehbtro Ja 1rnnch1 chrci 1m·ndm• nali, che, a,•viandosi verso occidente, nella dias1)0ra, H."nnt·ro in contatto con popolazioni di rana orientale e mcditt"rra.nt'a, accn. scendo perciò, ptr le c,·t'ntuali mescolante, la ,tcndt'ma J:1à e~t· )lente alle complessioni scure e alla dohcoccfaha. Si può concludtrt', pertanto, con \\'agtnscil, cht dal 111~1 orii:,:mar)() cbH·o, miS10 di eltrncnti :11~iaticiamtriori, cd orientali, e fonc un J>Òanche nord1C1, si sono s,·iluppati gli Ascht:naz1m 111senso as1a1ico antertore. mongoloidt", alpino e uordico. e i Sephard1m in scn"O orientale mediterraneo; per cui I due r,tm· ebrei 'iOno di\·cnrati fi"1camcn1c alquanto di, er.,i fra loro. Prof. GIUSEPPE E. GENNA D,,,,,.,, J1lrl,il1•11 J, A.,,,,.,._,,. JtlU R. U~,-,hJ J, ,.,,,,. 15

RAZZISMO EPOSSE Nientr. mtiho drl rnzi.smo. f(iu•tifiea i p05..~..,•i roloniali iu \frira. Anc:ht ~n7a dar \ ■ lore a qual•il.lli altro dato. basta a pro,arlo l'alttfjl:i■ mtnlo attuale dt,:li Africani \trr.o la loro ltna. Ciou ri~lt-rlo: t--•i non dànno ■HidaiM'nlo di riw,cin~ mai a inci,iliNi ntl ~so inthO da noi; quindi. non api ranno mai quanto t''è da fare J)(t •frullare a ,anta,c,rio delb umanità le immentt ri•Ol"lt' natur:11i che u•rri>t>ero a portata tli mano. r\on è ,ciu,to rht mtnlrt' il mondo 11, abbiM>goa. qurllt n~rK 1ia«iano inutìlizzatt ptr rÌ.!ptllart una "1milr11iluuione: e piu1to,i10 t'IY oonftrio\C'Oftoil dirillo alle nationi ci, ili di atire in Afric.1 onde metterle in ulon- ,~, il beoesi-· ~,, uni,ercale. Urto, qu~to non autorizza a M>pru~io ad ani inumani ,crit0 gli originari occu1>a1ori dd tuolo; all'opJJO-.to, è doH"ro"O rarli partecipare ai bmri,ci creali !ul f)Ofito dal· J'impuliw, di cui a0n porlalori i c!>loni. ~la è inuhlt' 11utritt illu-.ioni e "prccare tempo. <knaro ed encrgi~ Nn~ tanli ,or· rffil>f'ro, in ~randi ('Ure rtdentrici. J)f'KM re:suherf'hhero !!pro· ponionate agli efft-tli, Gran parte della IC"gi!luione coloniale dovrehbt', anzi. 11t:1ria indujiljiO ,arial"lli in rapporto a ciò che l'Africano rcalmen1e 1t0~icde in ra110 di doti i>"id,iche e di i-,ro,-tt'I"'° H"'-0 la nMlr:11ci,ihà. Intanto dobbiamo ,~ombrare I• RO\lra mmle d• utopie come quella 1ul sor,:el"e di "lati ne- ,ri indif>f'ndenti che un ,:iomo do, ,,-bbero 501"pff'nderc-icre.an· do da ~ ~,citi di terra e di ma~. tribunali. unÌ\el'!-ità e off,dnf'. Chi lo 11o"tit•Jlee,·identemente non ricorda che 1tià l'Mrira lenlÒ di fon<brr potenlali i11diRtni ma chr 111111 f!JC0m· pantro J)f'r mancanu. d1 chihà propria. Jn ,ui libri miei ttrt'ai d1 dimOflran ptrdl(' tali crea:uoni non potranno su"'it-leff' mai e le n~ioni nalu,..li, npai ,iomo più acutf', ,iet:mti in ma"iera rtti1i., a~li Afrirani di ,,ilup· p1Ht- ind•1"-trie o anche !110lt3nto1111'3yrkoltura ~1~ poco ol• lr<.· i loro immediati hi~,rni. l)i,"i pure da anni clie !lulle ran" afriC'ant J>NAun im1>f'111thohiolo11:1ro eh cui "'on re~ ~mprc meno alle: non solo ad a imilue un~ ci, iltà 11tra11ieraun po" e:bata. ma p('rfino a ~rhatt 13 propria; dlf' r infondato. pt'r· ciò. pretendere l"a'tt"a t'\olutiu di penti Lra1'C'inateal tempo r,tr-.w alla decadenu da iminC'ihili cause conl(cnilc. Tanto dura ,trità non io tlmtnlita da t1f'","-11nodr1tli ar11:omrnti portati dai rorllraddi1ori: fra i ,ui. quello della mirabile 11tru1tura di putte·hie lingue africa.r1e a prout del nolt\ole poltre in· nato d, lo,ira «k«li inditeni. l\e:1 rauo "· all'opp&'IO. un ahro indizio de:1 ttgrC$.ttO,erificato«i ne~li Africani. Si ha alll)Unlo. fra eqi. 1'ct1i11tenzadi lingue a !lrullura i1propo~ion11t3mcn1e tluptriore a que1la da auendersi o~n ando la loro prne111e cultura. Jle.nchè dhenuti oggi incapaci a crean1i un itlrumtnlo tanto ptrretto come la lin11:uadi cui ,j stnono, rif'1i<'ono ptrò ad adoptrarla c:on ruiliti e a mantenerla aura,erso le ,ene· razioni. Val1ça un e,.empio: i Ne11:ridella Guiana, fog:iti nel 1718 ai padroni, u1ano ancora nrlla loro comunità, in,iomt alle parlale originari~ il porto~h~ imparato in ~hia, i1ù, !\,ente radicò imttt delle: manit:re: e:uroptt di cui \t'nntro a con0tttnu. mentrt rÌ<'oqruirono parttehio drlla cultura africana. Pe:r uure: un ,c«hio confronto dirò rht le: lin,i:ue .rricane: a1>pari,cono talora una 11tonat11rae quale un manto 1'ranoso JOjlrll un abito a brandelli. ~~ ..e j)f0\1110 non la mentali1à allualt' ~li Afrt(>ani, ma qusn10 i loro antena1i li ,upt:u· uno. I.a memoria non comune di rote,,,le gmti. mentre: pe:nniMdi tramandare pe:r a«oli le linpie: del pa3Sato. le aiutò anche: nelrin,i,tert' in 11pttiali modi di \Ila, O!'"'f\atrici come: !'Ono per natura. di animali. pi11nle e inditi ,ari, rieKono II trarre r►rofino da parlicolari che .ru,11;ouo all'a11e01inne: dei Bian<"hi J>frd~ attratti da intcrcs .. i dhn,,.i. Di conlìql:UCIIU il Bianro i inrrrio~ al \ero nella ,ita di fore-:ta: domk il M'1'150 d1 di- ,-a,rio e la lendtnza dt:1 primo a tup1,lire con l"i111ellìfl't:llUOH' ahre doti non hutano. e la piena "OOdis(azione del 5tt"Ondo a parilà tli condi1ioni. Differenze innote del gcnrre conlribuirono fon-e a ,pinrue le r;a.:ueAulla ,ia dt"I propo.a.o. o ,ia:,eoa a manlf'nerlc in 11111,i~nr.a d~iderio di u~i1 ne:. Per le aettnnate e tante: altre r,cioni appari~ illop;ico la• J,('l.lff l"Africa a,i:li i\rricani: abbandonert1nmo, ~i. un im men--o depo!ito di rittheue in cui ure:bbe inu•« colJ)f'\Ole non auingere a fondo. Si pensi che non poche delle CO&t: 11.iale d111 noi .,; ollengono p;olo. o &01>rattullodall'Mrira, Fra le pili pregiate:. poi. molte: M>noqua"i ~lu•h ità arricana. Coèi i dia· manli che brillano nelle Htrine r.ki gioie:llieri pro,engono in ,rnn parte dal ,uolo di Kuml)t'rlt:); e l'oro. in quantità da non crederti, NCC o,ni anno dai filoni del Rand a Johannt,thurg. La gomma e gli oli wf'gt'lali con cui 1anlo Npone è rah lirkato. co•titui,cono pur,: abhondanti prodotti de.ll'Arrica. Lo :w«hero. il caff"• il cotone e i lt~ni prezi05i , i prosperano a nw-ra,ip;lia, mtnlre batliame in gran numero pa._t;('()lanelle Alle tlenninale praterie:. Dà manuf•tti '" e:nlità lra'l('urahile. ma lf' malt>rie prime ~ià fornite da f'",",Ahanno im1-.or1anza tale: d1 influire !ul hen{"!d('rt: di qualsia•i nazione: quf'l'IO. feppure molto e mollo re-.ti 11ncon da rare! In quanto II t'Offlmt'rci, la wla Colonia ckl C.1>0 ha un mo• , imm10 annuo d1 iml)OrtUioni ,- di t!portuioni tui 17 mili.arti, d1 lire italiane; l'Ahin Ortf':nlale ln,:leie. bene~ ap· f)f11a ai primonli del &uo ttndimenlo afl,'ricolo e: minerario. 11u1>f'ra i Ire miliardi. Pe:r altre colonie arricanr le cifre: no11 §0110 di.~imili. Dia ('iÙ idea della portala tt0nomica, &0eial.:- <' politica dt"lla 1ituuione 3fric:ana e: del dO\ue nOfllro di fa. ,orime ,li n ilu1,pi. 1'05ei!lnH)farlo fenu hiM>,no d1 ricorrt:rcalle ,rrontale: menzo~ne. care ne,:li ambien1i ufficiali di ttrti paesi. Oiratti, una ,ohn riconosciuta u~ affermala l"imJ>OSSihilità palC!tCdegli Africani al proire~.so. è il cuo di di~ra~i de:lla \l'CC'hia rt:lorica a afondo altrui•tico. copcrtin, di ~lifflfflti e principi non umanitari come quelli annunziali. ma e:go~lici. Di una ma,rgiott. anzi piena 1inctrità se ne anan1aueranno molto i programmi coloniali e in ultima analiti il rendimenlo dtllt: colonie. Fino 11dora, il bandire la ntttMità dell'andata in Ar rica dei Bianchi per redi.mere: e inch1ilire i Negri fu una 11ublime •ffennatione:. ma stando alla 1uCC"1CMioned :gli e:,·e:nti N:sa fu pari ad una mi.51ificazione:. 111Africa il Bianco ,-ide una lern di rertilità prodig"lou e di ricchtz.u da rnola Ira• 11eurate:dai 'egri, per cui pe:oM> di urpirle. Nettun meuo fu ri"11am1ia10 pt:r raggiunger lo scopo: intere re:gioni forono &JH>pola1equando gli indige:ni rf'lli&letlero. artt ,ute Hnncro o«u1,ate cattiandone o riductndone &en·i i primilhi abitanti. .\lalattie, s,e:n1ure e mi.."f':riemai conOK-iute in preeecknu di• ,enne:ro gli apporti princi~li di cui i Bianchi gralificarono i Nt,ri nel prbunlo aiutarli ad a&«nde:re nrto la ch•iltà, men• tre i secondi e:rano il miglior(' ausilio ai primi nel raggiungi· mt'nto delle loro mire. U>!ì, ognuna delle antiche imprese CO• loniali si risolse in Africa in una .,pogliuione, talora inumana, <k,;li indjg~i. Per convinttrs,,ne bu-ta ,.hcdtte la Atoria della prima occupazione: portoghtM delle COltle occidtntali diti con· tinf'nlc: le alrocità d~li Olandtti e degli Jngleai e: la pro,·o•

COLONIALI cala ealinzione degli aborigeni nel Sud Africa; il traffico orrendo iniziato dai Portoghesi e dagli Spagnoli e continuato per secoli dagli Inglesi per fomir l'America di schiavi negri. Dopo lungo esperimento, nessuno può disconoscere l'avere gli Africani ri!entito dalla civiltà un danno mai compenuto da corrispondenti vantaggi, l'aver essi tubìto mohi soprusi e ri• dotta la loro antica ingl!'nua letizia. Eppure è imlnttabile l'uione colonizzatrice e un afAUMo sempre maggiore di Europei in Africa. La dottrina rauista auloriua a dire in proposito la verità senta ipocrisie: gli Europei dominano in Africa percl1è hanno il do,·ere e il diritto di farlo. Milioni e milioni di cui, C09Ì, troveranno là il loro u•veJUre. Calorose affermuioni dei parlamenti britannico e fr.-nce3e pretendono invflCeche il futuro dell'Africa sia riser· bato ma.Mimamente agli indigeni. Vana spcranu che ha tulla l'aria di momenlanea con.sola.zione di fronte alla ecar1ità, ogni giorno più acuta, di proprio materiale umano da lanciare nel mondo per parare la concorrcni:a altrui. Cli Africani non po· tranno mai meriiare lanta importanza. nè alcuna regio1;1edel continente avrà mai una popolazione indigena capace di fare da sè anche solo panialmenle quanlo ne concerne lo sviluppo~ Non ripeto qui le ragioni, da me dette in mohe occuioni, sul significare e l'Africa agli Arricani • soltanto un ritorno se non un rincrudire della secolare barbarie propria dcll'anteconqui1ta europea; della nt.UMilà, quindi. che quel grido divenga c. l'Africa agli Europei a. Se non altro, lo richiede a gran voce il heneuere del mondo civile. F'rallanto. se consideria\nò di 150 milioni la po,polazionf' indigena. e la cifra è forse ecc~iva, ammettiamo che l'Afrira ospita meno di un dodicesimo degli uomini del mondo, ~ntre la 1ua superficie è più di un quinto della terra emersa. Ù\e in India vivono 360 milioni di persone. nelle fertili colonie equa1ori11i inglesi ddl'Africa. pari pe1 1uperficie 1d oltrt metà dell'India. K ne hanno appena 12 milioni. li Continente Nero difetta quindi di popolamento. nè le CIU.!lt sono avilanlo climatiche. Il Sahara nel nord e il Kalahari nel aud ostacolano, è vero, la permanenu dell'uomo, ma anche ahro,·e si hanno deserti o comunque zone che ve la limilano in misura uguale o 1upcriore. Calamiti quali la malaria, la febbre gialla. la malattia del sonno e avariate epidemie den.111aronotah·oha intere regioni, ma oggi sono vinte in maggiorania. Nondimeno gli indigeni aolo in rari luoghi aumcnlano di numero. Le cauae ne saranno rimosae col diffondersi dei miglioramenti che l'uomo bianco~ deve volere per moli\·i di civiltà e perchi ha tulio da guadagnare dal moltiplicarsi, anche il più \erti· gin050, delle razze locali. Benchè ai aia ancor lungi dal poter dire il continente un paradiso in ogni 1ua parie per gli Europei, oltre lrt milioni di essi vi ai sono stabilili e \'i gm~ano figli sani e rob.nli. Non dimentichiamo. pt-rò, che per alcune zone l'incremento numerico dei Uiançhi è oslacolato da ra· gioni di clima; ovunque, poi, il succeuo economico dci coloni è legalo alla presenza 1ul posto di mano d'opera indigena. AmmeMO quindi, perchè inevitabile. uno stragrande accre11ttr11i della popolaiione bianca in Africa. nCMuna parte del conii• nenie potrà mai divenire in 101ali1i un pane bianco. A quC!lla ferma certcua è neceuario i.spirare i n06tri 1>rogrammi coloniali. Nei riguardi degli Africani. poi. va abbandonato ogni ambiguo aueggiamento, secondo il rauismo ci J~rrne:uc digni· tou.mcnle di fare. per 50.!ltituirlo con la più limpida sincerità: a.empre buona compagna nelle maggiori imprese. LIDIO CIPRIANI La -..<kehicrr.lorico d•ll'lndrillmea\o cr idondo altni.iaitko, mo coa lAteati ...,ol.tid: ,,_,eh• quNta ~ b•a.6altric. .. tond.te• ai piccoli n~ et.I lati• crrtilidal•? P•r 9'10-..crr•aUa loro Mh1t• (iacr di quNto •I à già inecrricatcr ~ natura); o piuttNto )Mr ua li.a• •tnttcrmHt• JM1bblidtario?

IL At•leioel o ncuùamo ••r•1 l"uomolia M-1M"a OTo.-. ca• 10tt ... dJ ~"· 1à.NoU'..,.apo;ior,. tato t'iDdlfldvo di 1iniatra bo 41 a:nn1 ed • alto m. u•. L"appli<'azione delle le@gi di \tendei alla ,pcc:1e umana ,i pr4>-.tnla otlacolata da particolari dirficoltà. Una prima fondaml'ntale consiste nella impoHibilità di applicare all'uomo proprio quei metodi che più ai sono dimO&trali utili ptr la rl$0luzionf' dei probliorni dtlt'ereditarittà. Sappiamo infatti che la gendia l'llll5~nle wa dei mttodi tpt:rimcntali. tra quuti largamtnle appHcando quello della riproduzione tra conM.ngui• noei. in quanto din101tratoai uno ~i più pro6cui ptr risuhati; OJ>f=randoinoltre tu ,utl!lima ecala poichè è noto che in tale --cimu il risultato finale è il prodotto di deduzioni traile dalla dL....mina di dati atalitlici, e quindi tanto di maggior ulore quanto più precisa, cioè fatta in bue a più gran numtro di etem• .plari, aia ,tata I• ,tatistica. Ora nell'uomo esiatt, ed ovvie categoriche ragioni di indole morale lo e&igono,la libera .celta matrimoniale degli indh•idui, che tt:rta.mente non è diretta nel lt1lto che il genetista po1rd>be ~iderare. D'altra pene è fuori d~one. non 1i può nep· pure lontanamenle pertMre, a re~olatt lale M:1Cha nostro piacimento in rapporto a quanto 1,1.rebbepiù u1ile pu il pro- ~ dtgli studi di ge.M:tica, traltare cioè l'uomo alla ste&&a ,treiu• dei nostri animalì di lahoralorio. Viene in tal modo a man<'.att una cklle armi più ,·alide. Tullo il materiale di llludio di cui (fu.poniamo 1i può quindi ditt 1im11a10 ai toli cai che spontanearnmte ci ai p~ntano; un parhcolare valor'!' rhestono quelli dei matrimoni Ira conun• K',linei,che però non sono troppo fttqut!nlÌ, cui dobbiamo i più pre.zioti contributi alla riaoluz.ione del problema. Il risuha10 di quttta prima di1'eohi è c.ht le a.see.riltapplica· uon1 citi mendelismo all'uomo vanno acttttate. o,e ne tia il ,-a._'CJ, ...rmpre facmdo le dovute r•n~ in quanto, NM:ndo prl\"c di quella indi!-cutibile conferma che viene aolo da11 dalla ri16 o pro,a sperifflffltale, si lr0\&110ad ~re m ..<Manza ~1111110 delle deduzioni, anche &e traile dall't"'ame di JUllllcol■ri Chi cht all'o<!Mrva:r.ionesono sembrati collimare perfe11amcntccon quan• lo di posith·o è flato acquifilo dalle esperienze genetiche ne.I campo animale e ,egdale. Ciò nori ,uol dire 1uttnia che- lali deduzioni tkbbano • priori ronsidtrani pri,e di qu•l.sia,,i ,,a lore. Ma quanto ai è detto ,i co,~idc:ri inu!ct piuUosto come una Kmplicc do,croca prcmtae.a che ,a fatta ad 01ni »eria in• da~ine sulla ap·plicabilità del mendelismo all'uomo. Una seconda di5colti inaor,:e dall'a.Me.nu. che ei può as..erire ~lu1a, di caraneri puri Mlle ra.tu: w:nane, almmo rifercn• doti a quel da10 particolare ordine di caratteri che più da , i· cino e.i intetNNno t't«Ddo quelli su cui di prd'cttnu si porta l'indagine, C06Ì J>tr eacmpio il colore dell'iride o quello dei capelli. Per le m~lanie cui tulle le razze hanno aollostalo nel cono dei secoli questi caraueri tono infani ,niuti a perdere ogni quali1à di pureua. siochè gli individui ,i ponono ordjna• riarMnte rile.Mtt dei complcaai elero1.ig01i ris~Uo ad ehi, Ancora una dilcolti è in6ne rappre&cnta.tadalla troppo Kana prolificità della 11,tt:ieumana, che non consente in linea di musinia la formulazione del dalo 11atis11co,che in,ect, come si è dttto. sappiamo e 'lt're di fond.mtntale importanu per quNIO ordine di &«udi.e tpedalmtnle in quei cui, cui appuntù r,t:mbra appartenere anche quello degli uomini, in cui alla formazione di un aolo carallett prmdono part, anche nunx:roti fattori. Dalla enunciuione di quetli tre fondamentali Oitacoli parrebbe che l'unica conclutione logica da trarsi in rclu1one al 11011ro ,1udio r~ l'affermazione che le leggi di ~lentkl hanno ben poca probabilità di lronre applicaz.ioni nel campo umano. Ma CCHÌ non è. ln,cro comincia ormai ad CMUC imponente il nu mero dei casi Ol&tnati di erNlilaridà nell'uomo di parttthi

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