La Difesa della Razza - anno I - n.2 - 20 agosto 1938

ormai di portare apertamente a contatto della mentalità popolare il contenut0 di qne ti problemi. Siamo dunquc: su un piano naturale di attuazione logica di una azione eh s1 è già da molto tempo iniziata. D"alt ra parte sarebb ingenuo credere che il razzismo, in Europa, sia limitato ~oltanto all'Italia e alla Germania. E sarc:hb anche ingenuo pensare che la provaganda dcmocrntica anti ia cista abbia rinunziato a servirsi Ji questo potentissimo mezzo. r\ questo riguardo appunto n 11 -. mak completare il quadro con quel razzi mo o antirazzismo) di marca democratica che indubbiamente ai limiti. ma 1:on oltre i 1 imi ti <lei pa rado o, esiste cd e ercira un'influenza non appiamo quanto fa,·ore,·olc: ull'eyoluzionc della civiltà europea. \ que to atteggiamento di fronte ai problemi delh razza specialmente nella democratica Francia, si riferisce anche quel punto della dichiarazione razzista eh nega risolutament la possibilità di considerare l'esi'Stenza <li una unità razziale mediterranea Tale unità, che i ba a ul concetto ddl"incrocio e dell'c,·oluzionc delle razze, dovrebbe nascere dai rapporti storici, culturali. politici e dalle condizioni ambientali unitarie del bacino del Mediterraneo, con iderato il centro di una civiltà alla quale farebbero capo nello stesso modo ;;riani, · miti e tutte le sottospecie di popoli africani del nord. A parte l'assurdità di questa concezioni: che n g-a rntto il nostro patrimonio ideale, storico, culturale comune, per trasferirlo ad altri poµoli cicli' frica settentrionale, i quali II I cor o della storia sono stati empr dominati da quelli europei, appare e,·idcnt che tale co mopolitismo è della sp cie più pc:-icolosa cd in fondo è un , ero e proprio razzismo. Un razzismo ba- ·ato sul mito dell'incrocio piuttosto che :;u quello della purezza ùel sangue. ma che mira anche esso ad una affermazione di superiorità nella storia del mondo. Ma intanto co ì re ta dimo trato che le esigenze della razza, in un senso o nell'altro, e i tono, sono insopprimibili e hanno apµunto un n1lore e una funzione politica t' enzialc. L'internazionalismo uniHrsalistico antifa ci ta, democratico. ha dunque una propria politica della razza. E' la tendenza che fa capo, tanto per cambiare, alla democraticissima Francia e nasce dall'assurdo. crimino o egualitarismo che pone ttll ti i popoli astrattamente sullo stesso piano e finisce col portare questa conce• zione anche sul piano della storia che è tutta dominata invece e creata attraYcrso le diversità dei popoli e l'influenza da ciascuno di essi sugli altri esercitata nei periodi di massima espansione. 38 BibliotecaGino Bianco Presupposto scientifico di questa tendenza sarebb~ quello che la mescolanza del sangue non è affatto dannosa ma rinvigorisce i popoli. Questo generalmente è ,·ero per quelli che sono in condizioni di iPferiorità. Si domanda quale è invece il progresso di quelli che sono già in condizioni di superiorità e si \'1.:clon:) contaminare dalle tare di quelli ormai spossati e in fecondi. Alla ba e di questa concezione filosofica e: di que·to atteggiamento scientifico, come in tutti i grandi ideali democratici sono poi - a carattere assai più prosaico - le condizioni di fatte, e le esigenze stesse del popolo f rancesc: a cominciare dalla sempre crescente immissione: di ~anguc nero nella vita del pae c: e dalla s mpre più vasta infiltrazione dell'elemento ebraico nei settori più delicati della vita nazionale. Infiltrazione che ha raggiunto aspetti impressionanti specialmente r.el settore politico e finanziario, fino ad arrivare al periodo famigerato del Fronte Popolare, al serYizio dell'alta finanza ebraica internazionale antifascista, sotto la direzione detrebreo carpatico Leon Blum. Il popolo francese, che non ha aYuto mai una vera unità di sangue e che pure ha avuto sempre un fortissimo enso dell'unità nazionale, vede oggi questo stes o concetto di nazionalità venire meno per le proprie tare originarie. E. il più vecchio, il più stanco dei popoli europei, imbastardito dagli scambi continui di sangue, incapace di controllare il corso della propria stessa politica. ono nnute meno le stesse possibilità di esistenza e se Parigi si aYvia a di- ,·entare una succursale di Mosca. la caus~ prima è µroprio questo progressivo costante esaurimento che nasce proprio da quelle tendenze alla dissoluzione della razza che i francesi stessi favoriscono nel tentati,·o di rinsanguarsi. Aspetti tipici di questo fenomeno: denatalità, naturalizzazione in massa, preteso spirito uni- ,·ersalistico della cultura e dello spirito francese. ammissione di originari stranieri e perfino dei negri alla vita politica e: direttiva del paese, dilagare del scmitismo. Il mito della Rivoluzione mondiale. compresso dal dispotismo staliniano, risorge in Francia, patria del mondo, o, con più precisione. dei rifiuti di tutti i popoli del mondo. Tutto ciò, sia per le premesse che per i fenomeni esposti, non dà origine - è logico - ad una scuola o ad una dottrina razzista precisa e de~erminata nei suoi prineipi e nei suoi scopi come queJla tedesca, anzi le nega tutte. Ma ciò non impedisce che l'atteggiamento di questa democrazia in allarme sia molto signi f icativo al riguardo. Già la politica del mescolamento assoluto, come abbiamo visto, non è dettata <la indifferenza 11c:iriguardi dei problemi di razza, bensì dalla precisa convinzione e dal tentativo di arrirnre - attraverso gli incroci - a prolungare la propria ,·italità. Poi la stessa mentalità comune gli scritti, la propaganda, l'a_tteggiamento del Go,·erno e quello dei Yari partiti tendono proprio a elaborare in funzione di queste esigenze una concezione ideale unitaria razzistica, che sarebbe proprio quella mediterranea, risultante di tutti gli incroci di popoli, di stirpi, di civiltà; mito razzistico anche questo, che si accosta alla Yia obbligata, per quanto ormai inutile e suicida del1' antigermanesimo connaturato definiti- \'amen'c allo spirito e alla cultura francese. E' la solita mescolanza di µrcoccupazioni per la propria esistenza. cli ncchi clichés politici, di un internazionalismo razzista che è in funzione diretta di di quello ideologico. Una sorta Lii razzismo a rovescio, che nasce da una interpretazione opposta alla nostra del valore dei legami di sangue, ma che si afferma come un elemento anch·esso dell'unità nazionale in funzione dell'egualitarismo e dell'universalismo democratico. E. una concezione che non ha una formulazione precisa ma che è diffusis im:.i e predomina anche negli atteggiamenti di politica interna e di politica estera. E" tanto più pericolosa dunque e bisogna guardarsene anche come moti\-o cli propaganda. La conclusione è dunque e,·idente: l'internazionalismo democratico non trascura di speculare sugli elementi e sui problemi di razza, quegli stessi problemi che Fascismo e Nazismo risoh-ono netrambito di una politica comune, ma in vista delle proprie particolari esigenze. E' tanto più pericoloso infatti questo atteggiamento falsamente antirazzista in quanto proprio attraverso tale via 111.:gati,·a specula nella sua propaganda contro il nostro razzismo. Bisogna guardarcene attentamente proprio per la sua indeterminatezza che, come in altri cttori, è un·arma possente di propaganda di fronte ai nostri atteggiamenti politici, concreti, contrari ad ogni forma di mescolamento e di eguahtarismo sul piano politico, per quella che è la stessa missione storica dei popoli, prima ancora che su quello della razza. Di tutto ciò si deve tenere il massimo conto nella evoluzione dei nostri rapporti con quelli che ancora ieri gioca vano sul mito di una inesistente fratellanza latina. Non ci appartengono, non li sentiamo vicino a noi spiritualmente, tanto meno hanno il diritto di invocare legami di sangue comune che ormai net secoli sono andati dispersi per sempre. VINCENZOBUONASSISI

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