La Difesa della Razza - anno I - n.2 - 20 agosto 1938

n perieolo D"po 30 60 90 120 150 8 JOO .4 N N l L Figura 1 a politica demografica, quale essa è stata praticata fino adesso, subirà dei fondamentali cambiamenti di criteri a causa dei progressi delle scienze razzistiche. Tutta l'attenzione era rivolta all'aumento numerico dei popoli, cercando di favorire al massimo possibile una maggiore procreazione. Finchè si trattava di controllare la quantil.à dei connazionali si riduceva il lavoro ad un sistema di rilievi statistici. La politica razziale porta un nuovo importante fattore da considerarsi: la qualità. - ed ecco già dei grandi problemi: come e con che criterio si potrà valutare il valore (cioè la qualità) del singolo? Si potrà f ar1o con l'antropometria o ci saranno dei mezzi psico-antropologici? Il nostro compito sarà di segnalare uno dei più gravi pericoli che minaccia tutti i popoli europei: l'impoverimento culturale. Sfogliando riviste e giornali possiamo constatare il larghissimo posto dedicato ai vari generi di sport -e certamente la quasi totalità dei lettori avrà la ferma convinzione che si faccia per l'avvenire della Nazione un massimo di sforzo. Il razzismo, cioè l'insieme delle scienze che si occupano di eug~nica, biologia umana, social-antropologia, deve però disilludere seccamente questa soddisfacente opinione. Tullo questo gigantesco lavoro per la educazione fisica della gioventù non ha alcun e/ /etto sulla qualità o su un desiderato miglioramenJ,o razzÙJ,/,e ereditario. Il singolo avrà di certo dei vantao-- gi per la sua costituzione, ma questi miglioramenti sono par:- tipici, cioè non ereditari e quindi non cambiano la razza (o il plasma ereditario). A parte l'educazione fisica, vi sono ancora degli altri fattori ai quali si è voluto attribuire una favorevole influenza sulla razza degli uomini, p. e. l'educazione spirituale, il nutrimento, l'occupazione, il modo di vivere, il clima, l'assistenza sociale ecc. Tale convinzione fu creata dal francese Lamarck ( 1809) che considerava l'uomo non come un risultato biologico-psichico di migliaia di antenati, ma invece come un prodotto occasionale, formato dalle influenze d~ll'ambiente intorno a lui. Se veramente si potesse cambiare l'uomo con dei mezzi esteriori, allora non esisterebbero delle razze umane, la cui i nva26 BibliotecaGino Bianco DEOADENZ& riabilità attraverso i millenni è accertata in maniera indiscutibile. Una larga cognizione di queste leggi distrugge un antico complesso filosofico-politico, cosicchè la domanda non sarà più « chi educherà la prossima generazione? », ma sarà invece « con quali criteri sarà generata la prossima generazione? ». Basta solamente uno sguardo alle vere cause del tramonto dei grandi popoli antichi, per vedere, che non furono le guerre o la diminuzione numerica, a provocarne il crollo, ma principalmente l'estirpazione dei ceti superiori, latori e creatori delle grandi civiltà. Bisogna dunque avere il coraggio di vedere le cose in faccia, anche se sono brutte e dispiacevoli! Nessun'altra scienza è e sarà sempre così mal vista come il razzismo, perchè pone ognuno, senza eccezione, davanti a una cruda realtà e non si ferma dinanzi alla suscettibilità o sensibilità di chicchessia. I soliti filantropi femministi, pieni di una falsa carità cristiana e di un ancora più falso umanitarismo, tremano di fronte alle severe richieste della selezione razzi la e vedono Lramontare « l'amore che vince ogni ostacolo» o, con altre parole, la più sfrenata ed egoistica libertà sessuale. Parlando della minaccia dell'impoverimento culturale, bisogna definire bene quali sono i « ceti superiori ». Essi sono costituiti dalle famiglie, di qualsiasi provenienza sociale, che sono evidentemente ed ereditariamente superiori, per la loro levatura spirituale, a tutte le .altre. Ogni nazione possiede un gruppo di tali f amìglie, il quale è il bene più prezioso che essa abbia e dal quale deriva vita, grandezza ed ogni valore culturale. La schiacciante maggioranza dei celi intellettuali uperiori si recluta quasi totalmente nei medesimi celi, il che vuol dire, che manca il neces ario afflusso dal ceto inferiore. Se esaminiamo la situazione demografica (per non parlare di quella morfologica) dei grandi scienziati, degli artLti, degli inventori, dei professori universitari, vera aristocrazia del angue, giungiamo a con~latazio~i impressionanti. Prima di analizzare Fl ura 3 L' AU.ltlENTO DEGLI IN.f'EBIORI lUaclrl che avranno nsll mlno1.·at1 ltladrl con fl,;li no1.•waU ..

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