La Difesa della Razza - anno I - n.1 - 5 agosto 1938

tiquait bien de pròcédés techniques inconnues des Hébreux nomades > (1). .Ma il medesimo autore ricorda nello stesso tempo alcune delle regioni della Palestina, dove si conservò il semi-nomadismo; il Sud di Giuda (per es. I Samuele 25), la Transgiordania (Giudici, 5, 16), il Moab (II Re, 3, 4); e richiama poi fortemente l'attenzione sulla comP.leta fusione -avvenuta fra gli ebrei e i Cananesi, che l'autore chiama loro maestri in agricoltura (2); fusione della quale in rea-ltà nulla sappiamo con precisione e che non èi deve tuttavia impressione, considerato il ,complesso di apporti che gli ebrei hanno subito nell'antichità sc.nza per altro mai deviare minimamente da la loro precipua condotta di vita. La poca consistenza scientifica delle fonti ebraiche che servirebbero a dimostrazione dello sviluppo assunto dall'agricoltura nella civiltà ebraica, ci è dato anche da un frequente anacronismo che si rileva all'esame della te'rminologia tecnica dei testi. Il Lods medesimo ci fa osservare che il testo del Decalogo quale oggi ci appare non può essere stato assolutamente redatto a l'epoca mosaica appunto per la presenza nel Decàlogo stesso di concetti agricoli che non potevano allora esistere, assolutamente estranei all'epoca, ma che appartengono sempre, secondo l'autore, al modo di parlare e di pensare del Deuteronomio (VIII' sec.) o del Codice Sacerdotale (VI e V sec.) (3). E altrove dice: q; un mot signifiant « pa.turage > aYait pris le sens de « demeure > (nawe). Une contrée plantureuse était un « pays ruisselant de tait et de ·miei>: c'est l'ideai du nomade. Un paysan eut dit e un pays de blé, de moùt et d'huile >. (4). , t.ntaUol cU ~ MléC41 ...u''IWw ~-"'"' 1) In Russia, un tentativo· di colonizzazione ebraica era stato già fatto dagli Czar col fissare un gran numero di famiglie israelite in una vasta zona agricola. Ma dopo appena cinque anni non esisteva più un'azienda in possesso di un ebreo: a poco a poco, senza che nessuno se ne accorgesse, avevano venduto, ceduto, ed infiltrandosi, erano tornati nei loro ambienti di- vita commerciale. Ma si potrebbe obiettare che date le restrizioni a cui gli ebrei erano allora sottoposti, la vita nei campi era per essi ancora meno facile, e che nulla in particolare. si sa delle effettive condizioni di vita loro offerte. Più valore devono quindi avere i tentativi sovietici di colonizzazione, pervasi di un semitismo di cui nessuno può dubitare. In Russia, prima della Rivoluzione, l'agricoltura agli ebrei era interdetta anche per le difficoltà di acquisto della terra .. Nel 1917, nella Rutenia Bianca vi e'rano su oltre 10.000 ettari circa duemila famiglie ebraiche non del tutto estranee all'agricoltura. . Uno dei primi atti delle autorità sovietiche fu naturalmente la realizzazione del primo postulato del programma ebraico e cioè : il diritto di possedere .Ja terra. Il Governo sovietico infatti non ha soltanto permesso ai piccoli mercanti e artigiani israeliti stabiliti nelle campagne, di partecipare alla lottizzazione dei beni fondiari ex-privati, statali e· ecclesiastici, ma ha spiegato inoltre una viva attiYità allo_ scopo di far Stabilire neUe campagne il proletariato ebraico abitante le città e le borga.te e il cui numero era aumentato notevolmente in seguito al carnbiamènto improvviso della struttura economica, ciò che ha minato l'esistenza delle .-. i ~:1di masse ebraiche dedite ·fino allora principalmente- se non "'~h•sivamente alla vita commerciale. 1 )'1csto primo tentativo di colonizzazione ebraica da parte -1.,,1\eautorità sovietiche, favorito da tali condizioni economiche raggiunge il suo culmine nel '23-25, ma subito decade e s'arresta: Fra le cause dell'insuccesso si deve porre innanzi tutto la inihilità degli ebrei ai lavori agricoli, ciò che fa sì clie le loro aziende siano sempre a un livello inferiore. Ma il colpo mortale a questo primo tentativo fu dato dallo stesso governo sovietico -che, secondo lo spirito del suo programma, cominciò a proteggere tsclusivamente l'organizzazione delle collettività ebraiche, ·cessando di distribuire agli ebrei lotti di terra individuali e giungendo a11zia riunire in aziende socializzate le colonie ebraiche già organizzate. Tale ultima misura ha provoéàto una reazione che si è tradotta ncLrifl aire assai notevole degli ·ebrei verso le città. :l8 BibliotecaGino Bianco 2) Ma di fronte all'insuccesso continuarono i tentativi cli coloniztazione ebraica (5) con la imponente previsione di. passaggio ai campi di 16.000 famiglie israelite di cui 10.000 nella stessa Rutenia Bianca e il resto principalmente in Siberia (a Barabidjan) e la destinazione a coltura di terreni fino allora incolti. Gli sforzi compiuti portarono nella Rutenia Bianca le famiglie ebraiche da 1g64 che erano prima della rivoluzione ~ con I I mila 8oo ettari -, a 6505 nel 1924 (30.Soo l-{a.) a 9.303 nel 1929 (64.8oo Ha.). Ma la colonizzazione ebraica fra il 1926 e il 29 procede sempre più lentamente e fra le maggiori difficoltà, e a un certo punto s'arresta del tutto. Eppure note11ole è l'est~nsione delle terre arabili éedute agli ebrei a partire dal 26: le 1500 famiglie ebraiche stabilite in campagna tra il 27 e il 29 hanno ottenuto infatti circa 20.000 ha, la medesima estensione cioè destinata alle 6500 famiglie del periodo 1920-24. Nel 1924 una collettività .ebraica raggiungeva in media~ ha, nel 1926 già 130 ha. Ecco una prova delle migliori' condizioni materiali offerte agli ebrei e che questi non accettano per la loro intima natura cosi spiccatamente ·antiterriera. Nell'ultimo decennio è una dispersione cc,ntinua di ebrei dalle aziende che cosl si disgregano: il movimento avviene in modo mcessante, tacito e subdolo, senza ur. apparente pcrchè; !'!'!entre l'arrnùlamento degli ebrei nelle file dei lavoratori agriçoli da difficile diviene impossibile. Lo stato attuale della colonizzazione ebraica nella Rutenia Bianca e in gtnerc in tutta la Russia permette di stabilire che il piano di· fissare gli ebrei· alla terra, dedicandoli ai lavori agricoli, non soltanto non potrà essere realizzatot ma è già anzi fin d'ora fallito per )'opposizione della popolazione ebraica medesima, per se stessa contraria alla vita rurale e disillusa dei risultati ottenuti con la finta liberazione che ha voluto tentare il regime sovie~ico. · Forse quei pochi si illusero di trovare la q; loro> ricchezza là dove invece non c'era che il sano lavoro della terra? Quanto precede non è ·che un esempio, forse per la brevità del ciclo più comprensibile di quello palestinese. Citare la Palestina, l'opera iniziatavi dal K. K. L. (Kercn Kayemeth Leisrael, che significa Fondo nazionale ebraico) coi suoi considerevoli acquisti di terre e le sue notevoli opere di industrializzazione agricola per dimostrare che i'ebreo ha come ogni individuo di altra razza un attaccamento alla sua terra, cioè alla terra di sua proprietà, che la lavora e l'ama, è quanto ci può essere di più· errato. In primo luogo troppi altri elementi intervengono •in questo caso a rendere indimostrabile· a priori e inverosimile una simile ~sserzione. In secondo luogo qui ci troviamo di fronte a tutte le caratteristiche dell'q; affare> che sono la prima negazione dello spiritù rurale. Occorrerebbe infatti, se si voler.se esaminare con maggiore attenzione il caso dei cosl detti agricoltori ebraici di Palestina, ripetere quelle osservazioni che vengono naturali leggendo antichi testi ebraici: che cioè agricoltura non è soltanto il commercio del vino o la vendita di prodotti. · S_arebbe bene invece vedere chi .nel campo ebraico, sia esso in Italia, in Palestina o dove si vuole, è l'effettivo lavoratore, non soltanto il proprietario, per meglio convincersi della com- ~leta assenz.r di uno spirito rurale e di ogni attività agricola nella vita ebraica. CARLO MAGNINO LJ•tro doum, Ji Et1101r11/i11 11,1/11R. U11iwrr1ittl di Ro"'" ( 1) ADOLPHE Loos: lsrail des origines a11milie11d11 VJIJ siède. (Bibl. L'ttNJ/111ion d, fH11ma11i1i) p. 4~1. (2) loos, op. cit. p. 467. ( 3) Loos, op. cit. p. 36~. (4) LODS, op. cit. p. 216. ( ~) Per IDCZZQ della òrganiuaziooc « Ozct ». ar. C. MAGNINO: Gli ebrei e r 111.,froltM,a : i 11ni te111t11i11i di ,0Jo11izznio'lleebrai,11nel/'Mnione so11ie1it-11. (in Rura, Roma, Gennaio 1931).

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