La Difesa della Razza - anno I - n.1 - 5 agosto 1938

doeumentazione I GIOVANIE LA RAZZAITALIANA Esiste un uomo italiano. Un uomo che da molti secoli vive nella stessa terra, nutrendosi sempre degli stessi prodotti nati dal medesimo humus, che respira l'aria temperata dalle stesse valli dalle stesse riviere, che si muove, traffica, agisce sempre tra le medesime pianure, gli stessi pendii, che pensa, medita, poeta, inventa sempre innanzi agli stessi panorami, sollo il medesimo cielo, un uomo che sceglie la sua compagna tra la stessa sua gente e che perciò mette al mondo figli che sono con vera parola sangue del suo sangue, un uomo che è simile, affine a tutti coloro che vivono e-che sono prima di lui vissuti sopra la medesima patria terra. Uomini italiani che, vicini uno all'altro per una trama solidissima, dai mille fili vitali, costituiscono un aggruppamento inconfondibile, omogeneo, formano quella che con termine scientifico va decisamente chiamata - senza trepidi, superflui pudori - una razza. Uomini italiani, di razza italiana. Guardando con animo sereno, nessuna realtà è più evidente di questa. E' la realtà di tutti i giorni, quella che incontriamo sulle strade, nelle case, una realtà talmente ovvia da sfuggire alla considerazione e sulla quale ci arrestiamo appena quando ci si fermi ad osservare un gruppo di stranieri. La città con il suo movimento, la sua ansia d'azione, la confusione di sentimenti e di interessi tende a logorare la coscienza della propria entità biologica. E' un altro male dell'urbanesimo. Non così la campagna. La vita serena dei campi, le opere dell'.agricoltura e dei pascoli maturano una sapienza ferma, antica come la terra, limpida come il sole. Qui è, perciò, di tutti la convinzione che gli stipiti familiari vadano conservati e diBibliotecaGino Bianco fesi come qualcosa di sacro. « E' sana, è forte: puoi sposarla > dicono i vecchi al figlio; « moglie e buoi dei paesi tuoi > si ripete in ogni contrada d'Italia. E nelle fattori'e, nei casolari non si è studiata l'engenica. * * * Esiste una razza italiana. Sarà quindi bene per tutti che per l'innanzi, nella considerazione dei vari studi, _dei diversi problemi, si tenga presente il fattore uomc italiano. Ed è da respingersi con energia ogni accusa di materialismo gretto, pronta a nascere nella bocca dei vari struzzi che tengono metodicamente il capo tra le sabbie di un facile spiritualismo. Non è con gli aprioristici dinieghi, con gli irrigidimenti fatti sistema che si può entrare in un concetto o nei termini di un problema. Quando si assumono questi atteggiamenti si è completamente al di fuori della questione. Accorgendoci dell'esistenza di un uomo italiano e quindi di una razza italiana ci si mette sul piano di una realtà mollo semplice. Si guarda l'uomo come è, con il suo corpo e con il suo spirito nel suo naturale equilibrio.; lo si guarda in questa realtà che è molto semplice e altrettanto evidente. Non vale qui il sofisma: una posizione di questo genere è assai più vicina alla realtà delle cose di quanto non lo siano gli alfieri delle opinioni preconcette. Civiltà, spirito, arte, cultura sono dei termini cui specialmente la società demo-mas. sonica di fine-secolo XIX ha dato significati più vasti e quindi meno precisi, significati che hanno finito con lo slittare nel campo di un internazionalismo non bene definito e comuque oscuro. Chi si è mal nutrito di questi termini, chi per vizio o magari per mestiere ha fatto abuso di queste parole, può forse trovar difficile di accogliere nel suo quadro mentale il concetto di razza. E' la posizione degli arrivati, di coloro che dopo essersi fabbricata ordinatamente una cultura attraverso la trafila scuole elementari - ginnasio - liceo - università vi si sono appisolati decorosamente e nulla vogliono che li turbi. Mentalità statica fuori del tempo duro e della vita difficile odierna che impone quotidianamente nuovi problemi, nuove mete. Mentalità quindi non da giovani. Molti anni di Fascismo, di lotte, di conquiste hanno tenuto lontano i giovani dalle insidie di un internazionalismo oscuro. Essi sono quindi i più idonei a intendere prontamente il valore fondamentale della dichiarazione che sottolinea l'esistenza di una razza italiana. Essi che sono cresciuti nelle palestre, all'aria sana delle competizioni sportive e dei campeggi del Partito e che hanno potuto cosl migliorare il loro corpo rendendolo più idoneo ad ogni prova, essi posono rendersi conto della necessità di difendere e di perpetuare intatto questo prezioso patrimonio che è il substrato biologico della Nazione italiana. Il riconoscimento dell'esistenza di una razza italiana pone in vari campi una serie di problemi e di studi dagli sviluppi assai interessanti. I giovani del tempo fascista vi porteranno certamente, con la nostra serenità romana, un contributo di idee e di entusiasmo destinati a dare maggiore sviluppo all'importante problema affrontato dal Fascismo. LINO BUSINCO Assistente di Patologia Generale nella R Università di Roma 35

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