La Difesa della Razza - anno I - n.1 - 5 agosto 1938

Tipo migiurtino (Somalia italiana) Tipo Ad Scek (Eritrea) Tipo Ban~ (Eritrea) foto Cipriani) Biblio LA RAZZA Che gli uomini siano divisi in gruppi diversi gli uni dagli altri è opinione diffusa; non ugualmente diffuso e preciso è il concetto dell'umanità divisa in razze. Comunemente, parlando di gruppi umani, ci si fonda sopra differenze nazionali, linguistiche e religiose: si parla così di Francesi, di Tedeschi, di Russi, oppure di Latini, di Germanici, di Slavi, o infine di Cattolici, di Protestanti e di Ortodossi. Per avere netta l'idea di una umanità distinta in razze, bisogna sgombrare la mente da tutte queste categorie tradizionali e considerare i singoli uomini con l'occhio del naturalista, come semplici individualità biologiche. Così considerata l'umanità, si presenterà distinta in gruppi la distribuzione dei quali può coincidere, ma può anche non coincidere con le divisiom tradizionali, nazionali, linguistiche e religiose. Questo modo di considerare i vari gruppi umani si trova già, per quanto confuso, nella comunissima divisione dell'umanità in una razza Bianca o Caucasica, in una razza Nera o Etiopica, e in una razza Gialla o Mongolica. Come si comprende, distinzioni così basate su differenze somatiche, corispondono a divisioni fondamentali che separano gli uomini, e i gruppi così ·definiti si trovano realmente in natura. Oimodochè mentre ogni uomo può imparare un'altra lingua, .può farsi di un'altra religione, può acquistare· un'altra cittadinanza, non può mai cancellare i segni indelebili, con i quali ·atura ha marcato la sua razza. Questi segni indelebili de11a razza sono l'unico patrimonio sicuro che un uomo può tra~mettere ai suoi figli e ai figli dei figli, mentre potrà anche non avvenire lo ~tesso per la lingua, la religione e la cittadinanza. GRANDI RAZZE E PICCOLE RAZZE Considerando ora gli uomini con lo stesso criterio naturali5Lico, che servì a stabilire la distinzione in bianchi, in neri e in gialli, ma con maggiore attenzione, si vede come in realtà le grandi razze possano essere suddivise in razze minori. Questf' piccole razze sono le unità sistematiche elementari, omogenee e ben definite, che corrispondono alle varietà degli animali e delle piante. Esse non sono astrazioni del nostro pensiero ma sono entità esistenti realmente in natura e noi non facciamo che riconoscerle. Tutti gli individui di una data piccola razza si assomigliano f rn loro per numerosi caratteri e questa s9miglianza viene ereditata. Questo oon vuole dire che tutti gli individui appartenenti ad una razza debbano essere tra loro assolutamente uguali come due gocce d'acqua, ma soltanto che i diversi caratteri quantitativi e qualitativi oscillano come un pendolo intorno ad un valore medio, proprio per ogni razza. Questi individui, riproducendosi, danno dei discendenti che si comportano come i genitori, ripetendosi per ogni carattere sempre la stessa ampiezza di o cillazione. In tal modo ogni razza è per certi caratteri irrevocabilmente incatenata entro determinati limiti, dai quali, fìnchè si mantiene pura, non può mai uscire. Ogni uomo ha quindi una personalità molto diversa a seconda della razza da cui origina. Questa personalità è il risultato di fattori ereditari, che si esercitano da secoli e che possono sempre trasparire sotto il lieve strato formato dalle nuove condizioni di vita. L'uomo che appartiene ad una razza, creatrice di una grande ci\"iltà, ha in se stesso, nel proprio plasma e nel proprio germe, dei te ori immensi. Questi tesori mancano e mancheranno sem-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==