La Difesa della Razza - anno I - n.1 - 5 agosto 1938

parallelo, diconc, si ha nella zootec1iica; di instaurare, quindi, una antropotecnica regolante con criteri zoologici l'allevamento umano. L'obbiezione, però, non ha moti,·o, in quanto una mahiera di trattare gli esseri umani nella quale è data la massima importanza ai valori clello spirito non può avere analogie negli animali. Nemmeno urta contro la religione, perchè .si propone di tramandàre inva• riato, o se fosse possipile migliorato, ciò che Dio creò. Nemmeno deve sorprendere l'idea madre del razzismo, sul differire cioè, la mentalita da razza a razza: sta alle fonti stesse dell'antropolo~ia, sorta appunto dalle vecchie scuole psicologiche. Benchè scienza biologica per eccellenza, pose dunque alla sua base una disciplina estranea, in apparenza, alla biologia. Questo perchè fu avvertito in ogni tempo che le tendenze morali, le passioni e in generale le attitudini intellettuali caratterizzano i popoli alla pari, se non meglio, delle proprietà somatiche. E. tipica in proposito la descrizione degli abitatori della Gallia fatta da Cesare; e si potrebbe risalire molto nella storia con altri esempi. Più vicino a noi, Buffon antepose il dato psichicei a quello somatico nel suo esame sulle « varietà della specie umana ». Il dato psichico compare ancora più categoricamente nella diagnosi dei 0 quattro gruppi umani di Linneo e nella denominazione di Homo sapiens da lui applicata all'intera umanità. Concetti affini si ritrovano in Kant, autore di una famosa « ..\ntropologia pragmatica » la quale, insieme a numerose opere di scrittori posteriori, prova di nuovo che in antecedenza alle osservazioni anatomiche furono le diverse mentalità dei gruppi etnici a ispirare gli studi da cui sviluppò l'antropologia moderna: spesso dimentica del suò punto di partenza. Più che in passato, invece, e con rinnovati mezzi di indagine, gli antropologi dovranno tornar~ ai criteri psicologici e proclamare l'eredità dei valori spirituali nelle razze. E' questo un compito assunto da tempo dalla antropologia italiana e in particolare dall'antica e gloriosa scuola fiorentma. L'idea di razza fondata in prevalenza sui dati psichici, secondo fecero Buffon, Linneo e Kant, ricevè attenzione notevole da scrittori di vario genere, fra cui storici e perfino romanzieri. Le polemiche sorsero vivaci e talvolta brillanti, ma siccome attinsero malamente dall'etnologia e dalla storia, fecero passare a poco a poco·le discussioni dal campo biologico a quello soltanto culturale. I veri biologi nel frattempo tacquero. Senza accorgersene si giunse così ad una accettazione elastica della p~~ola eredità, applicata per spiegare nei popoli la trasmissione di costumi e magari di idee spicciole : si confuse, inso~ma, tra eredità biologica e eredità sociale. Di conseguenza il razzismo iniziale fu perso di vista e dimenticato. Occorre ritornarvi coi himi propri della scienza odierna e finalmente utilizzare a ~opi sociàli quanto di meglio sappiamo ~ulle differenze innate de11erazze umane. LIDIOC. JPBIANI i.,11ri<Mo di A•uotologi4 ,u//4 R. U11i•1r1i1J Ji Pm,n~ Dirti/or, JJI M..110 NIIZio,u/1 di At11ro1ologi, , di l!J•ologiA J/ Fim,u Biblioteca Gino Bianco ------- I Tipo negro Scilluk Tipo Betgiuk (Eritrea) Tipo migiurtino (Somalia italiana) (Foto Cipriani)

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