Diario - anno VII - n. 9 - febbraio 1991

CHI PERDE HA SEMPRE TORTO IL PROCESSO CONTRO « LOTTA CONTINUA» PER L'OMICIDIO CALABRESI Il forte spes·so commette mgmstlZla, poi grida come se fosse lui l'offeso. Il debole subisce, e deve chiedere anche perdono. (Ecclesiastico, 13, 3) Come la malattia e la miseria, anche la cosiddetta giustizia è una sventura che tendiamo irresistibilmente a rimuovere dalla coscienza, salvo che ci colpisca personalmente, o colpisca persone che amiamo, valori in cui crediamo. E anche quando tocchi proprio a noi, preferiamo distrarcene, chiudere gli occhi sulla nostra disgrazia, anziché fronteggiarla (ammesso che esista un modo efficace di farlo). L'incriminazione, il processo, la condanna contro Sofri, Bompressi e Pietrostefani mi ·riguardano direttamente, al di là della stima per Sofri (di Bompressi e Pietrostefani ho una conoscenza troppo scarsa), soprattutto perché il bersaglio, come risultò più che evidente fin dal momento degli arresti, era Lotta Continua. E dato che Lotta Continua era stata la componente che meglio aveva saputo esprimere le ragioni del movimento di contestazione nato nel 168 1 la formazione meno dogmatica e burocratica, quella in cui era stata più viva l'istanza etica, con la messa sotto accusa e la condanna di Lotta Continua si portava a compimento e concludeva come meglio non si sarebbe potuto desiderare il decennale processo di criminalizzazione (corollario della sconfitta politica) dell'intero movimento. Per di più, la operazione poliziesco-giudiziaria s'era mossa e si sviluppava secondo procedure cosl abnormi e sospette, da allarmare qualunque cittadino di qualsivoglia orientamento cui stesse a cuore semplicemente la legalità. Che la cosa mi riguardasse personalmente, coinvolgendo idee e sentimenti, quando pure avessi voluto nascondermelo, me ne avvertiva il particolare tipo di depressione in cui caddi non appena 3 Biblioteca Gino Bianco

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