Diario - anno VII - n. 9 - febbraio 1991

reggere la cosiddetta opinione. Il prefetto Mazza nel suo famoso Rapporto aveva ottimi motivi di alla1:marsi. Non stava succedendo nessuna ·rivoluzione, ma cose molto più semplici: per esempio, qualche giudice nelle cause di lavoro sentenziava a favore dell'operaio contro il padrone. Cioè si cominciava finalmente a fare un po' di giustizia. Una parte della borghesia, e quindi anche una parte dei giudici, si era spostata a sinistra, a fianco degli studenti e degli operai. C'era un embrione di contropotere, di controinformazione. Il prefetto Mazza aveva ottimi motivi per sconsigliare vivamente la celebrazione del processo di Piazza Fontana a Milano. Non però per motiv•i di ordine pubblico, come diceva. Non perché ci fosse un cHma di violenza e il timore di disordi:ni. Milano era diventata i:naHidabile perché c'era effettivamente il pericolo che quel processo fosse fatto sul serio ... Avendone potestà, prescriverei di aggiungere senz'altro agli esami obbligatori per addottorarsi in giurisprudenza un esame consistente nel mandare a memoria certi capitoli su leggi, processi, magistrati, avvocati e affini, contenuti in celebri opere letterarie (nonché, beninteso, a edificazfone degli studenti di medicina, passi aventi per argomento i medici; e similmente per gli studenti di filosofia, e per ogni tipo di laurea). Penso a Manzoni, a Dickens e tanti altri. Ma anzitutto a Rabelais. La satira della dottrina giuridica e della prassi giudiziaria, sempre in.flessibilmente oltraggiosa, ricorre frequentissima nel suo capolavoro, senza l'eccezione di un solo fugace cenno di rispetto. M'è sembrato doveroso offrirne una modesta scelta ai lettori che non ne fossero a conoscenza nell'ultima patte del presente fascicolo. Il secondo dei due episodi riguarda il caso di un giudice che decideva i processi ai dadi, finendo paradossalmente per rendere sempre sentenze eque. La conclusione di Rabelais è che in questo modo Dio abbia voluto premiare un giudice, che era tanto umile e onesto da dubitare radicalmente della propria saggezza e della propria imparzialità, per non padare della sacrosanta diffidenza verso codici, leggi, procedure e quant'altro, assimilati a strumenti diabo19 Biblioteca Gino Bianco

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