donne chiesa mondo - n. 75 - gennaio 2019

DONNE CHIESA MONDO 2 DONNE CHIESA MONDO 3 L’ INTERVENTO AL SINODO SUI GIOVANI È davvero ora! Umberto Boccioni «La città che sale» (1910-1911, particolare) Non è necessaria una rivoluzione per dare alle donne il posto che meritano nella Chiesa, non è indispensabile concedere loro il sacer- dozio, e neppure il tanto sospirato, ma al tempo stesso temuto, dia- conato. Bastano infatti un po’ di coraggio e la capacità profetica di guardare al futuro con occhi positivi, accettando cambiamenti che spesso sono già iscritti nell’ordine delle cose. In questo numero di «donne chiesa mondo» proviamo a proporre cambiamenti che po- trebbero essere realizzati fin d’ora, senza toccare dogmi né codici di diritto canonico. Seguendo anche i suggerimenti tracciati al sinodo sui giovani dal cardinale Marx. Il codice di diritto canonico del 1983 apre ai laici — e quindi alle donne — molte possibilità di partecipazione istituzionale, anche se certo poi, alla prova dei fatti, bisogna vincere le resistenze di chi, senza una ragione né un appoggio giuridico, cerca di escluderle dai ruoli più importanti. In questo caso, come in molti altri, gli impedi- menti sono solo nel rifiuto di molti di rendere reale una parità altri- menti in teoria riconosciuta e accettata, ma mai concretamente messa in opera. Certo un ostacolo non piccolo alla pratica di questa parità sta nel- la disparità di preparazione culturale delle religiose rispetto a quella riservata a religiosi e sacerdoti. Chi lo direbbe oggi che all’inizio del Novecento le religiose sono state fra le prime donne a laurearsi nelle università di stato, per insegnare nelle loro scuole, le prime ad aprire corsi per infermiere e scuole magistrali per le ragazze? Da avanguar- die le religiose sono diventate il fanalino di coda. Le donne — e in particolare le religiose — possono già essere invi- tate a partecipare a molti organismi, compreso il Consiglio di cardi- nali istituito da Francesco un mese esatto dopo la sua elezione, o a parlare nelle congregazioni che precedono il conclave. Le organizzazioni di religiose già esistenti, che eleggono le loro rappresentanti, possono diventare valide interlocutrici delle istituzio- ni ecclesiastiche, venire consultate al momento delle decisioni e ascol- tate nelle loro esperienze. È preferibile che la presenza femminile nel- la Chiesa sia quella espressa liberamente dalle associazioni, invece della pratica ora in vigore di scegliere singole figure femminili da parte della gerarchia. Si eviterebbe così un rapporto paternalistico nei confronti delle religiose e una selezione che rischia di premiare non le più competenti ma le più obbedienti. ( lucetta scaraffia ) L’ EDITORIALE DONNE CHIESA MONDO Mensiledell’OsservatoreRomano direttoda L UCETTA S CARAFFIA In redazione G IULIA G ALEOTTI S ILVINA P ÉREZ Comitatodi redazione C ATHERINE A UBIN M ARIELLA B ALDUZZI E LENA B UIA R UTT A NNA F OA M ARIE -L UCILE K UBACKI R ITA M BOSHU K ONGO S AMUELA P AGANI M ARGHERITA P ELAJA N ICLA S PEZZATI Progettografico P IERO D I D OMENICANTONIO www.osservatoreromano.va dcm@ossrom.va perabbonamenti: donnechiesamondo@ossrom.va di R EINHARD M ARX * L’ Instrumentum laboris critica che «la rabbia dei giovani di fronte alla corruzione dilagante, alla crescente disuguaglianza strutturale, al disprezzo per la dignità umana, alla violazione dei diritti umani, alla discriminazione delle donne [anche nella Chiesa] e delle mino- ranze, alla violenza organizzata, all’ingiustizia non sembra essere tenuta in debita considerazione dalle risposte delle conferenze epi- scopali» (n. 128). I vescovi tedeschi nel 2013 si sono impegnati con una dichiarazio- ne: ad aumentare sensibilmente il numero delle donne nei ruoli di leadership nella Chiesa accessibili a tutti i laici; ad approfondire dal punto di vista teologico e pastorale la partecipazione delle donne (e dei laici in generale) ai compiti di leadership della Chiesa; a promuo- vere una pastorale sensibile ai generi nella teologia e nella pratica. Al fine di mettere in pratica tale dichiarazione sono stati avviati di- versi progetti. I vescovi tedeschi nel 2015 si sono confrontati teologicamente in Gemeinsam Kirche sein (“essere Chiesa insieme”) con le questioni della leadership anche da parte delle donne nella Chiesa.

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