donne chiesa mondo - n. 71 - settembre 2018

DONNE CHIESA MONDO 40 loro del bene nonostante il loro farci del male, è quell’obbedienza a Dio che adempie fino in fondo sia la nostra responsabilità verso la vita dell’altro, sia quella verso la nostra vita: di non consegnarci al risentimento, di non rinunciare a vivere nell’amore. Gesù dirà anche: «Non temete coloro che uc- cidono il corpo — e dunque chi vi calunnia, chi vi percuote, chi pretende da voi il vostro — per- ché non possono uccidervi l’anima». La nostra anima umana a immagine di Dio, l’umanità in cui consistiamo, non è uccisa, snaturata dall’odio che riceve e patisce dagli altri, ma solo dall’odio che prova lei stessa e mette in atto ri- spondendo al male con il male. Non temere i nemici, dunque, ma il proprio cuore, così incline a lasciarsi alienare e corrom- pere dall’odio ricevuto, perché non si vendichi odiando: ecco la via stretta per salvare l’umanità della nostra anima, l’unico bene che Dio sappia aiutarci a conservare. L’amore verso i nemici è frutto eloquente dell’accogliere la beatitudine che Gesù ci rivolge quando siamo poveri, afflitti, e a torto odiati e messi al bando; ed è egli stesso causa di beati- tudine. Obbedendo al comando di Gesù, com- prendiamo che del male ricevuto non ci ripaga affatto il male che facciamo per vendicarcene. Perché fare il male fa male anche a chi lo fa, sempre. Vendicarsi moltiplica il proprio dolore per sé e per gli altri. Solo l’amore dato e ricevu- to ci può consolare del male ricevuto, perché solo l’amore scaccia la paura, mai l’inane tenta- tivo di renderlo indietro. Gesù non giustifica in nulla, mai, l’ingiustizia subita, ma sa che è pos- sibile restare in comunione con gli altri e con Dio subendo ingiustamente il male, mentre non è possibile facendo il male. Infatti, il comando del perdono è, come ogni parola di Gesù, la possibilità di libertà per chi il male l’ha subito. Il perdono interrompe l’os- sessione umiliante nel cuore della vittima, innanzitutto aiutandola a riconoscere che la sua vita continua ad appartenere al Signore, e non a chi le ha fatto del male. È per amore anche della nostra vita e della nostra libertà che Gesù ci insegna ad amare i nemici, per salvare anche la nostra vita e non solo la loro! Infatti, perdo- nare i propri nemici è meno doloroso che vendi- carsene. E per darci l’intelligenza dell’amore Gesù ci consegna la regola d’oro. Per sapere come essere benevoli verso il prossimo, amico o nemico che sia, Gesù ci insegna a guardare il nostro deside- rio profondo. E il nostro desiderio è di non es- sere esclusi e rigettati neppure quando siamo del tutto nel torto. Poiché si rivolge ai poveri che subiscono sempre l’ingiustizia dei ricchi, Gesù vuole insegnare loro a vivere le povertà e le ingiustizie subite nel modo evangelico, che è il suo modo di vivere e di morire, e che diventa benedizione per se stessi e per il mondo. Come Gesù, che «oltraggiato non replicava con oltraggi, e soffrendo ingiustamente non mi- nacciava vendetta» (cfr. 1 Pietro 2, 23), chiedia- mo anche noi al Signore di perdonare i nostri nemici, aiutandolo con questa parola straordina- ria che rivela tutta l’intelligenza e la compassio- ne di Gesù: «Perché non sanno quel che fanno» ( Luca 23, 34).

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