donne chiesa mondo - n. 71 - settembre 2018

DONNE CHIESA MONDO 2 DONNE CHIESA MONDO 3 I NTERVISTA A E LENA G IACCHI Imparare ad ascoltare il corpo femminile Giovanni Segantini «Le cattive madri» (particolare, 1894) L’enciclica Humanae vitae ha segnato una grande novità nella vita della Chiesa: è la prima volta che un documento pontificio viene se- guito e commentato dalla stampa mondiale con tanta attenzione e spirito critico — trapelano perfino anticipazioni e previsioni fin dai mesi precedenti — ed è la prima volta che il papa è oggetto di vignet- te umoristiche e soprattutto che il mondo cattolico si divide pubbli- camente, clero compreso, nella ricezione del documento. Ma è anche la prima volta che si alza qualche voce femminile a commentare l’en- ciclica in modo diverso dagli uomini, anche se il femminismo vero e proprio non si è ancora affermato. Infatti è la prima volta che un documento della Chiesa viene accolto diversamente dalle donne che dagli uomini — almeno in qual- che misura — e a questa differenza si aggiunge quella fra occidente e terzo mondo. Mentre i paesi avanzati sono ossessionati dalla “bomba demografica” e le donne cominciano a intravvedere nella pillola la lo- ro liberazione, nel sud del mondo il controllo demografico si presen- ta nelle vesti non molto liberali delle sterilizzazioni forzate. Qui l’ Humanae vitae è accolta come un documento di liberazione antico- loniale, un aiuto per le donne a rivendicare la libertà sul proprio corpo. Un testo simile non poteva che essere controverso e per molti aspetti incompreso. Oggi che la ricerca sui metodi naturali di regola- zione delle nascite ha fatto tanti passi in avanti, come spiega Elena Giacchi, la vediamo con altri occhi, vicini a quelli delle giovani eco- logiste che rifiutano la pillola per motivi di salute, come nell’inchie- sta di Marie-Lucile Kubacki, mentre sembrano lontani i tempi del terrore di un altro figlio che pervade il libro dello scrittore inglese David Lodge raccontato da Elena Buia Rutt. Monique Baujard riporta l’enciclica — nel bene e nel male — al bi- lancio fallimentare della sua ricezione che nessuno ha avuto il corag- gio di fare pubblicamente, e che l’ha condannata alla dimenticanza nel mondo cattolico stesso, mentre María Luisa Aspe Armella rende conto della riflessione — oggi — in America latina. Cinquant’anni: un anniversario da ricordare con coraggio e celebrare con attenzione, soprattutto da parte delle donne. ( lucetta scaraffia ) L’ EDITORIALE DONNE CHIESA MONDO Mensiledell’OsservatoreRomano direttoda L UCETTA S CARAFFIA In redazione G IULIA G ALEOTTI S ILVINA P ÉREZ Comitatodi redazione C ATHERINE A UBIN M ARIELLA B ALDUZZI E LENA B UIA R UTT A NNA F OA M ARIE -L UCILE K UBACKI R ITA M BOSHU K ONGO S AMUELA P AGANI M ARGHERITA P ELAJA N ICLA S PEZZATI Progettografico P IERO D I D OMENICANTONIO www.osservatoreromano.va dcm@ossrom.va perabbonamenti: donnechiesamondo@ossrom.va di M ARIELLA B ALDUZZI N ell’ Humanae vitae Paolo VI , dopo avere accettato la possibilità di re- golare la fertilità attraverso il ricorso a metodi naturali, ben sapendo che la ricerca su quel filone si era presto arenata, chiede ai medici un aiuto per continuare in quella direzione. A questo appello del Papa hanno risposto alcuni ricercatori, e in particolare due coppie. Ne ab- biamo parlato con Elena Giacchi, medico e ricercatrice. Per cominciare ci vuole spiegare quale è il senso dei metodi naturali, quale concezio- ne di procreazione e di rapporto umano essi presuppongono? I metodi naturali moderni, Billings e sintotermici (Retzer e Ca- men), permettono di riconoscere i ritmi della fertilità basandosi sull’osservazione e la valutazione di specifici segnali fisiologici pre- senti nella donna nei periodi fertili. Generalmente, i metodi naturali vengono considerati solo dei con- traccettivi basati su elementi naturali, invece sono molto più di que- sto. Lo hanno vissuto e spiegato con chiarezza le due coppie di medi- ci che li hanno studiati ed elaborati: i dottori John e Evelyn Billings,

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