donne chiesa mondo - n. 69 - giugno 2018
DONNE CHIESA MONDO 12 DONNE CHIESA MONDO 13 La tratta sessuale piaga della società Non ha mezze misure suor Winifred Doherty: intervenuta dinnanzi al Congresso a Washington lo scorso 15 maggio, la religiosa statunitense delle suore del Buon pastore ha affermato che oggi come non mai il traffico sessuale è profondamente radicato nelle nostre società. L’accettazione sociale dello sfruttamento forzato di donne e bambine passa in primo luogo per la benevola definizione di lavoratrici del sesso ma «la prostituzione non è né lavoro né sesso». Un grito por la vida Dagli Stati Uniti al Brasile, dal paese di destinazione a quello di partenza: Un grito por la vida è il nome della rete, nata nel 2007 e legata alla Conferenza dei religiosi del Brasile, D AL MONDO >> 15 tradizione ha tramandato, nella pluralità di scienze che egli incarnò, dall’ascesi ai primordi della mistica, dai pareri giuridici alle scienze più occulte. Il suo stesso nome, Dhu l-Nûn, “l’uomo della lettera nûn ” è una reminiscenza coranica della figura di Giona e la balena, storia di diluvio e salvezza. Furono numerose le donne che, nono- stante la brevità degli incontri, si rivelarono fondamentali nel suo percorso spirituale. Il «sommo maestro» Ibn ‘Arabi l’andaluso, mor- to a Damasco nel XIII secolo, descrisse la biografia di alcune di loro nella sua opera dedicata al nostro personaggio, la Vita di Dhu l-Nûn d’Egitto . Ma procediamo con ordine. Nell’episodio che riferiamo, il proble- ma della solitudine è illustrato grazie a un incontro con un essere an- cora più solitario di Dhu l-Nûn, una schiava nera, la liutista Su`ûd. Racconta Dhu l-Nûn che passò un anno ritirato in una foresta, nutrendosi di piante selvatiche e abbeverandosi alle fonti. Descrive il suo stato come un’insondabile pienezza spirituale, che scoprì tuttavia fragile il giorno in cui un gemito, proveniente da un antro del bosco, gli ricordò la fraternità umana. Fu come preda di un raptus, incapace di opporvisi, e si ritrovò nei pressi di un’ombra scura, che avvolgeva- no feroci leoni, senza nuocerle. Si avvicinò e scorse una donna dal colore nero. Si avvicinò ancora e i leoni fuggirono. Lei lo chiamò per nome, come se lo conoscesse da sempre. «Dhu l-Nûn! Per colui che è intimo di Dio, estraneo a ciò che Dio non è, ogni cosa è amica, ma tutto rifugge colui che ha nostalgia della sua specie, nel cui cuore i sensi sono penetrati!». Non era la prima volta che sul suo cammino si imbatteva in una figura femminile misteriosa, e non era la prima volta che una tale figura lo riconosceva, chiamandolo per nome. Gli era successo già nei pressi di Antiochia, dove una giovane serva folle, vestita di lana grezza, lo aveva interrogato sull’opera spirituale. In un’altra peregrinazione una donna viandante gli aveva rimproverato di essersi presentato a lei come «uno straniero»: esiste forse «estra- neità» assieme a Dio? Su`ûd continuò: «Dhu l-Nûn, eravate tu e lui, perché mi hai mes- sa di mezzo fra voi due?» Si rivolse ai leoni e chiese loro di restare. «Lui è Dhu l-Nûn, non temete». Dhu l-Nûn voleva andarsene, la presa di coscienza era troppo forte e le lacrime impossibili a trattene- re. Ma lei gli chiese dove avesse l’intenzione di dirigersi. Quasi im- potente, rispose: «Non è forse abbastanza ciò che è appena succes- so?» Rispose: «No, caro amico! Hai ricercato un’intimità con altri da Dio per amore dell’intimità di Dio, e quando gli esseri cari si riuni- scono nel ricordo del comune Amato, non abbandonano per questo l’intimità dell’amore!». Dhu l-Nûn si sedette allora con lei, si raccon- «Majnun e animali» (1600)
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