donne chiesa mondo - n. 67 - aprile 2018

DONNE CHIESA MONDO 26 DONNE CHIESA MONDO 27 L A SANTA DEL MESE di M ARIA G RAZIA C ALANDRONE L e parole della mia vita sono dieci. 1. Isola Maiorca, nell’arcipelago spagnolo delle Baleari. So- no nata sotto il segno del toro, solida e ferma come l’animale, il primo maggio del 1531, a Valdemossa, un comune a nord-ovest dell’isola, nella Sierra de Tramontana. Un cer- chietto di terra fatto di pietra e ulivi. Ancora più in alto della mia testa, oltre colline di quer- ce, ulivi e mandorli, dicono ci sia il mare, un’ac- qua immensa che ha il colore del cielo. In certe sere mi sembra di sentirne l’odore. Seguo con gli occhi la bellissima linea del campanile verde della Cartuja fino alla cima e scendo giù dal la- to opposto, immagino… 2. Orfana Di padre a quattro anni e di madre a dieci. Penultima di sette fratelli. Neanche il privilegio di essere l’ultima. Catalina Tomás Gallard me, collima con la solitudine. Lascio solo il mio corpo. 4. Padre Un giorno incontro un uomo, padre Antonio Castañeda, un ex soldato dell’esercito di Carlo V che, scampato per miracolo a un naufragio, ha scelto di vivere da eremita nel collegio di Mira- mar. Ha venticinque anni più di me. Ci incon- triamo durante una sua visita alla fattoria e su- bito la sua anima legge nella mia anima: insieme a lui decifro il mio desiderio, decido che il mio desiderio diventerà il mio destino, dunque, con il suo appoggio, trovo il coraggio di dire agli zii che voglio entrare in monastero. Gli zii si oppongono, per ragioni economi- che: non sono che una pastorella ignorante e a loro sono utile così, non hanno intenzione di investire denaro per farmi studiare. Inoltre, non hanno una dote da offrire al convento per me. Il padre della mia anima non mi abbandona, pensa a tutto lui: mi mette a servizio a Palma di Maiorca, presso gli Zaforteza, una famiglia no- bile. Imparo a leggere e scrivere e posso final- mente attingere da sola alla bellezza e bontà delle Scritture. Mi impongo di nutrirmi di soli pane e acqua e adopero una pelle di porcospino come cilicio. Sono convinta che la mortificazio- ne del corpo apra scenari invisibili. Aspetto. Aspetto di capire e di vedere. Come è ovvio, mi ammalo. Padre Antonio è sempre al mio fianco, la sua fiducia mi sostiene, riesce a convincere le cano- nichesse regolari di Sant’Agostino a prendermi come corista nel monastero di Santa Magdalena de Palma, anche senza dote. Dice che sono co- munque un buon investimento, che sono ferven- te e sincera. È il 1553. Ho 22 anni. 5. Noviziato Il mio noviziato è straordinariamente lungo, due anni e sette mesi. Dicono che sono pallidissima, le privazioni alle quali mi sottopongo depauperano il mio corpo fisico. Credono che io abbia la tubercolo- si. Ma io sono sanissima. Io, dentro, mi sento fortissima. Comincio a comprendere. Tutto que- sto dolore non è per niente. Sono determinata a continuare. Mastico il pepe per farmi salire un po’ di sangue alle guance, così la smettono di preoccuparsi. Prego e prego, lotto contro tentazioni, dubbi, contraddizioni e contrasti. Il demonio mi mette a dura prova. Lui è astuto, intelligente, mi co- nosce, sa dove colpire. Ma la mia volontà è più ferma della sua. Toro contro caprone. Sono più feroce e più grande. 6. Voti E finalmente, a ventiquattro anni, prendo i voti. Indosso una veste smessa da una consorel- la e non voglio regali. Il regalo più grande è fi- nalmente essere tua sposa, Gesù. Essere pur in- 3. Ulivo Come orfana, vengo presa in custodia dagli zii materni di Son Gallard, Joan e Maria. In cambio del mantenimento, gli zii mi mandano a pascolare il bestiame, andiamo in chiesa solo di domenica. Costruisco la chiesa dove mi trovo. Mi trovo sotto i rami di un ulivo contorto e grande come un padre. Costruisco un altare di pietre piccole, quelle che riesco a trasportare. M’inginocchio. Dicono che al Signore basti il cuore. Mentre guardo le bestie, i loro occhi pieni di saggezza e di pazienza, conto le avemaria del rosario sulle foglie di un ramoscello d’ulivo. Cammino a piedi nudi tra cardi e rovi. Dicono che la sofferenza aiuta a comprendere. Ho sempre avuto bisogno di un altro mondo. Senza io. La purezza del cuore, che m’interessa, diven- ta presto un bisogno di purezza del corpo. Non sento desiderio di un amore umano. Non sento desiderio verso un altro corpo. La purezza, per

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