donne chiesa mondo - n. 67 - aprile 2018

DONNE CHIESA MONDO 24 DONNE CHIESA MONDO 25 spetto da una società dalle vedute ristrette. Anche se poi le protago- niste, tanto nel film quanto nella vita reale, sceglieranno la strada peggiore per liberarsi da certi vincoli. Nel 1998 Érick Zonca firma invece La vita sognata degli angeli che, con sensibilità, racconta l’amicizia fra due ragazze che si sostengono a vicenda a Parigi, in una vita di solitudine e lavori precari. L’arrivo di un uomo completamente diverso da loro, figlio di papà arrogante ed egoista, del quale una delle due si innamora perdutamente, svele- rà la fragilità del loro legame. Un cast completamente al femminile ritorna in Ragazze interrotte (1999) di James Mangold, ambientato in un istituto psichiatrico per adolescenti. Come sguardo sulla malattia mentale il film è a dir poco superficiale, ma come storia sull’amicizia ha momenti toccanti. Ed è interessante il rapporto che si crea fra la protagonista introversa e una compagna aggressiva, capace però di far emergere nell’altra una sana consapevolezza di sé. Sfocia nella criminalità anche l’amicizia femminile più nota della storia del cinema, ovvero Thelma & Louise (1991) di Ridley Scott. Nella pellicola il rapporto fra le protagoniste è cementato anche da esperienze di violenza subite da parte degli uomini. In particolare, il tentativo di stupro ai danni dell’una risveglia nell’altra il ricordo di una violenza subita in passato, innescando un desiderio di vendetta. A Scott interessa soprattutto il lato thriller della vicenda, e cerca spesso pretestuosamente le emozioni forti. Ciò non toglie però che il film abbia qualche intenso e persino poetico momento di verità. E sia entrato nell’immaginario di più di una generazione. troppo velatamente maschilista. Nel racconto di una moglie tradita che viene aiutata dalle amiche a riconquistare il marito — secondo lo schema del remarriage tipico della commedia di quegli anni — colpi- sce l’indulgenza d’altri tempi con cui si invitava a chiudere un occhio di fronte ai peggiori vizi maschili. Un’immagine retrograda soprattut- to se si considerano le figure di donne pienamente emancipate che proprio la sophisticated comedy aveva saputo sviluppare durante tutto quel decennio. Al di là di questi indubbi limiti, rimane comunque un film piuttosto divertente e soprattutto capace di rappresentare in modo convincente, e a tratti anche commovente, la solidarietà fem- minile. Lo stesso Cukor farà decisamente meglio quasi vent’anni do- po quando con Les girls (1957) firmerà un musical meno edulcorato della media su tre ballerine che, dopo aver condiviso anni di aspira- zioni, delusioni e speranze, vengono divise dal successo. Trama simile in Palcoscenico che Gregory La Cava aveva realizzato nel 1937: la protagonista, proveniente da una ricca famiglia, intra- prende la carriera teatrale per non vivere di rendita e per assaporare lo stile bohémien in un pensionato dove alloggiano aspiranti attrici. Fra rivalità e drammi, Palcoscenico è anche una storia d’amicizia fem- minile convincente e a tratti struggente. Forse la più bella in assoluto mai raccontata sullo schermo. Anni dopo, saranno ancora due registi uomini a mettere in scena storie di amicizie femminili complesse, e comunque affascinanti: ci ri- feriamo a Persona (1966) di Ingmar Bergman e a Tre donne (1977) di Robert Altman, film accomunati dal tema dell’osmosi emotiva e del rischio di plagio della personalità più debole da parte di quella più forte. Entrambi i grandi registi, però, hanno offerto anche un’altra versione, più positiva, dell’amicizia fra donne. Altman con il malin- conico e crepuscolare Jimmy Dean, Jimmy Dean (1982), Bergman con Alle soglie della vita (1958), storia di tre gravidanze dagli esiti molto diversi fra loro, e delle donne che le portano a termine supportando- si a vicenda. Affronta l’amicizia femminile anche il film che, più vicino a noi, farà conoscere al grande pubblico Peter Jackson, il futuro regista de Il signore degli anelli : nel 1994, infatti, con Le creature del cielo , Jackson — guarda caso anche lui neozelandese — racconta la storia vera di due ragazze australiane dall’infanzia difficile, per le quali l’amicizia diventa un modo per fuggire dalla realtà. La rappresentazione dall’immaginario quasi magico che le adolescenti hanno in comune è un po’ grossolana, e tradisce i trascorsi del regista nel genere horror, ma la trama resta emblematica: dimostra come una forte amicizia fra donne poteva in passato essere vista con fastidio e addirittura con so- A pagina 22 la locandina del film «Donne» di George Cukor (1939) Nella pagina a fianco Geena Davis e Susan Sarandon protagoniste di «Thelma & Louise» di Ridley Scott (1991)

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