donne chiesa mondo - n. 67 - aprile 2018

DONNE CHIESA MONDO 20 DONNE CHIESA MONDO 21 Anche nel campo, dove era una delle cose più vietate, Milena scri- veva: poesie, lettere a Grete, che poi doveva con suo grande dolore distruggere per evitare che fossero scoperte. Milena scriveva facil- mente, scrisse anche una paginetta di introduzione al libro che pro- gettavano di scrivere insieme. Niente è sopravvissuto di quanto ha scritto a Ravensbrück. Nell’inverno del 1943-1944 Milena si ammalò gravemente. Grete riusciva a vederla per pochi minuti ogni giorno, di nascosto, e portarle a volte qualcosa da mangiare. Morì il 17 mag- gio 1944 e non fece quindi in tempo a vedere la trasformazione, nell’autunno del 1944, del campo in un campo di sterminio, con la costruzione della camera a gas dove, come malata, sarebbe certamen- te finita. Grete sopravvisse e nel 1949 raccontò la sua detenzione nel gulag testimoniando a favore di Viktor Kravenko nel processo che a Parigi oppose lo scrittore russo, autore del libro Ho scelto la libertà, alla rivi- sta comunista «Les lettres françaises» . Molti anni dopo, scrisse il li- bro su Milena, uno straordinario omaggio all’amica perduta. Morì nel 1989, nell’anno della caduta del muro di Berlino. stra amicizia diventò molto di più, si trasformò in aperta protesta contro l’avvilimento. Le SS potevano vietarci qualsiasi cosa, degradar- ci a numeri, minacciarci di morte, ridurci in schiavitù, ma nei senti- menti che provavamo l’una per l’altra Milena ed io eravamo libere, intoccabili». Approfittando della posizione di maggior libertà di Grete, le due donne si incontrano quasi ogni giorno, si parlano, si raccontano. Grete aiuta Milena tutta protesa a sostenere il più possibile le più de- boli, le più bisognose, un tratto questo molto forte del suo carattere che non l’abbandonò neanche nel lager. La loro amicizia diventa sempre più stretta, mentre intorno a loro il campo diventa sempre più duro, con l’aumento enorme delle detenute, gli esperimenti medi- ci, e infine, a partire dal 1944, la costruzione di una camera a gas. Le amicizie femminili erano nel campo importantissime, ci racconta Gre- te. Fra le politiche, i rapporti d’amicizia, per quanto intensi, restava- no generalmente sul piano platonico, fra le asociali e le criminali as- sumevano un carattere lesbico, represso con violenza dalle SS . via maestra per tentare di contrastare efficacemente il fenomeno della tratta in Nepal: lo dice chiaramente suor Marissa Vayalil della Congregazione di Gesù, da anni impegnata per la promozione sociale delle donne nepalesi. «Accrescere la consapevolezza tra le famiglie; lavorare per garantire l’istruzione e per l’emancipazione sociale delle ragazze; promuovere una più rigida applicazione delle leggi: in tal modo si può fare molto per prevenire il traffico di esseri umani in Nepal». La religiosa è insegnante e amministratore a Kathmandu della St. Mary’s Secondary School, fondata nel 1955 e aperta a tutte le ragazze, a prescindere da status sociale, etnia e religione. Il traffico di esseri umani e soprattutto la tratta delle ragazze resta una grande sfida per il paese. I gruppi della società civile e la Chiesa sono molto impegnati per arginare il fenomeno acuito da «una spirale di problemi e sociali e politici, come povertà, indigenza e instabilità politica, che complicano la questione» spiega la religiosa. >> 19 Il campo di Ravensbrück in una illustrazione di Olena Wityk Wojtowycz (1988)

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