donne chiesa mondo - n. 67 - aprile 2018
DONNE CHIESA MONDO 14 DONNE CHIESA MONDO 15 stesso Dio e sostegno delle membra vacillanti del suo corpo ineffabi- le», e la incita a posare il suo cuore davanti alla figura della sostanza divina per contemplarla e trasformarsi tutta «nell’immagine della sua divinità» che la accoglie nella sua amicizia «così che anche tu senta ciò che sentono gli amici gustando la dolcezza nascosta che Dio fin dal principio ha riservato a chi lo ama». La deificazione è lo scopo della vita delle sorelle, la scelta della povertà è il primo passo per ac- costarsi a Cristo. Molto distanziata nel tempo si colloca invece la quarta e ultima lettera inviata ad Agnese. È una lettera di congedo e ha quasi il valo- re di testamento. Chiara è molto malata e morirà di lì a poco assistita dalla sorella. Siamo dunque nel 1253. All’esordio la madre si scusa per il lungo silenzio, causato anche dalla lontananza e dalla mancan- za di latori, ma entra subito nel nucleo essenziale dei suoi pensieri e delle sue esortazioni che si svolgono intorno a due temi: il binomio Agnese-Agnello e il motivo dello specchio senza macchia. Il primo tema rinvia alle nozze con Cristo che Agnese di Praga, «come l’altra santissima vergine santa Agnese», ha contratto disprez- zando le vanità del mondo e sposando l’Agnello. Il secondo tema è quello dello specchio in cui Agnese deve guardarsi per ornarsi e farsi bella «con fiori e stoffe di ogni virtù, come conviene a figlia e sposa dilettissima del sommo re». In questo specchio brillano «la beata po- vertà, la santa umiltà e l’ineffabile carità». Queste sono le virtù che riflettono la vita dello sposo Gesù Cristo: al principio la povertà con- traddistingue la sua nascita, poi l’umiltà si manifesta nelle fatiche e pene da lui sostenute per la redenzione, infine la carità è la forza che lo spinge a patire sulla croce e ad affrontare la morte più vergognosa. Agnese guardi quello specchio, si accenda d’amore e implori di esse- re introdotta nella «cella del vino». Segue poi una serie di citazioni del Cantico dei cantici che evocano le nozze mistiche, figura dell’unio- ne mistica con Dio. La lettera si conclude poi con poche, icastiche parole che riassu- mono il senso, mai prima esplicitato, del lungo rapporto epistolare delle sorelle e amiche: «Taccia nell’amore per te la lingua della carne e parli la lingua di spirito». Affetto e condivisione di vita e di aspirazioni contrassegnano l’es- senza di una amicizia spirituale senza tempo. [le citazioni delle lettere sono tratte dall’edizione a cura di Gio- vanni Pozzi e Beatrice Rima: Chiara d’Assisi, Lettere ad Agnese. La vi- sione dello specchio , Milano, Adelphi Edizioni, 1999] dei genitori. Precisazione quest’ultima che in realtà non lascia affatto tranquilli dato che il più delle volte sono proprio loro a volere le nozze, specie quando dovrebbero essere riparatrici. Non a caso tra i più accesi fautori dell’emanazione di questo divieto vi è Sherry Johnson, afroamericana di 58 anni nata in Florida, costretta — appena undicenne e con una figlia di un anno — a sposare il suo stupratore per evitargli il carcere. Un thriller senza stupri o donne squartate? «Dato che la violenza contro le donne nella narrativa ha ormai raggiunto vette ridicole, lo Staunch Book Prize invita gli autori e le autrici di thriller a farci saltare sulle sedie senza rispolverare gli stessi vecchi cliché, in particolare senza usare i personaggi femminili che subiscono abusi sessuali o sono fatti fuori (per quanto ingegnosamente)»: così si legge sul sito ufficiale del nuovo premio letterario Anche la terza lettera di Chiara è in risposta a una questione spe- cifica relativa al digiuno, originata da prescrizioni papali che inaspri- vano le usanze stesse in vigore tra le damianite. Agnese si chiese allo- ra quale fossero gli ordini di Francesco. L’epistola è databile intorno al 1237 e la frequenza dei contatti tra le due damianite in questo pe- riodo è comprensibile alla luce della volontà di Agnese di uniformare e dirigere i passi della fondazione di Praga sulle orme di quella di Assisi. Chiara risponde al quesito, ma ben presto le sue parole si ri- volgono al fulcro tematico della sua esortazione amicale. Come ma- dre gioisce per la sapienza e la virtù di Agnese, «coadiutrice dello >> 19 >> 12
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