donne chiesa mondo - n. 66 - marzo 2018
DONNE CHIESA MONDO 36 DONNE CHIESA MONDO 37 di E LENA B UIA R UTT B ambina timida, in- troversa, malinconi- ca, Leony (Nelly) Sachs nacque a Ber- lino nel 1891 in una famiglia ebraica. Fu iniziata all’arte e al- la musica dal padre, figura autoritaria dal carattere ambi- valente, la cui opposizione alla relazione con un giovane condusse la figlia sull’orlo dell’anores- sia. A soli quindici anni, dopo la lettura di un libro di Selma Lagerlhöf, Nelly Sachs scrisse all’autrice per manifestarle il suo entusiasmo, ignara che quelle poche parole a commento avrebbero di lì a poco salvato la sua vita e quel- la della madre. Dopo la morte del padre, infatti, a seguito della promulgazione delle leggi razzia- li e con l’inizio delle deportazioni, fu proprio Selma Lagerlhöf, con cui Nelly era rimasta in contatto epistolare, ad aiutare le due donne, nel to, per richiamarli all’attenzione, interpellarli all’ascolto: Se i profeti si levassero nella notte degli uomini come amanti in cerca del cuore dell’amato, notte degli uomini avresti un cuore da donare? I suoi versi rappresentano una tenue possibi- lità di lenimento del dolore, dopo la tragedia della Shoah, in quanto testimonianza e appello all’apertura; in quanto unico sottile legame ri- A RTISTE La scrittura come unico appiglio frattempo costrette a vendere tutti beni di fami- glia, a fuggire a Stoccolma. Lagerlhöf, prima donna a vincere nel 1909 il premio Nobel per la letteratura, morì poco tempo prima che Nelly Sachs e la madre arrivassero. A Stoccolma le loro condizioni di vita furono inizialmente molto precarie — Nelly fece dap- principio la lavapiatti — ma la giovane fu inseri- ta nel vivace ambiente letterario e artistico della capitale, avendo modo di iniziare un vasto e im- pegnativo lavoro di traduzione in tedesco della grande poesia svedese: una fatica che avrebbe conferito in seguito ai suoi versi un nuovo regi- stro espressivo. Da questo periodo di sofferenza, dovuto alla malattia mortale della madre e alla cattura e alla deportazione dei parenti e degli amici rimasti in Germania, nacquero le raccolte Nelle dimore della morte (1947) e Le stelle si oscu- rano (1949). La tragedia umana e lo «scandalo teologico» della Shoah si trasformarono in Nelly Sachs in una propulsione inesausta alla scrittura. La sua è la parola scarna e dolorosa del superstite: un superstite che cerca, confidando nelle ultime estreme gocce di speranza da cui è abitato, di indicare agli uomini «ignari» l’orrore attraversa-
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