donne chiesa mondo - n. 63 - dicembre 2017

DONNE CHIESA MONDO 28 DONNE CHIESA MONDO 29 re direttamente da Dio. Per questa mistica il fi- ne dell’esistenza umana consiste dunque nel fat- to che l’essere umano diventi amore come Dio è amore. In questo amore egli diviene una cosa sola con Dio, e questa unità con Dio si crea con la mediazione di Cristo. Nella sua Lettera 18 scrive: «L’anima è per Dio una via libera, dove lanciarsi dalle sue profondità ultime; e Dio in cambio è per l’anima la via della libertà, verso quel profondo dell’essere divino che nulla può toccare, se non il profondo dell’anima». Come l’artista con il suo scalpello toglie dal blocco di marmo tutto ciò che è di troppo per realizzare il capolavoro che ha in mente, così, in questa prospettiva, la vita dell’anima non è con- quista, ma spogliamento liberatorio: «L’anima deve restare nuda davanti a Dio e spogliata di ogni riposo che non sia il suo». Per ritrovare il suo vero essere in Dio, la creatura deve spo- gliarsi. Ecco cosa scrive nella Lettera 6 : «Se vuoi raggiungere l’essere in cui Dio ti ha creata, devi, con grande nobiltà, non rifiutare alcun dolore». Il cammino spirituale dell’anima è allora risco- perta, restituzione di quello che siamo in Dio, è dall’amore che l’anima viene liberata e raggiun- ge il suo vero essere, quello che Dio ha pensato eternamente: perciò nella sua Lettera 22 conclu- de dicendo: «Essere quel che Lui è, niente di meno». In altre parole, mette in risalto la dottrina se- condo cui l’anima è in Dio in eterno e pertanto occorre ritrovare questo essere originario che è Dio. Il suo insegnamento si fonda sulla Scrittu- ra; san Giovanni nel suo prologo lo esprime co- sì: «Tutto è stato fatto per mezzo di lui… In lui era la vita» ( Giovanni 1, 3) e questa vita è il Ver- bo, Cristo. A sua volta san Paolo scrive: «Egli [Cristo] è immagine del Dio invisibile…, per mezzo di lui sono state create tutte le cose… Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui» ( Colossesi 1, 15-17). Tutte le creature sono comprese, designate in anticipo, incorporate nel Verbo, che è l’archetipo della creazione. Ciò si- gnifica che l’archetipo divino è nel profondo dell’anima, vi dimora. Nella sua Lettera 2 , scri- ve: «Se vuoi infine ottenere ciò che è tuo, dona- ti a Dio, e divieni ciò che Lui è», poiché «chi ama di un amore più ardente corre più veloce, arriva prima alla santità divina che è Dio stes- so» ( Lettera 13 ). Si tratta per Hadewijch di spie- gare a quella giovane a cui la lettera è indirizza- ta che deve ritornare al suo essere eterno, quello che abbiamo in Dio. Di fatto l’anima deve per- dersi per ritrovarsi Dio con Dio; si tratta di un’assimilazione a Dio, di una deificazione. Ec- co le sue parole nella Lettera 9 : «Che Dio ti fac- cia sapere Chi è e che ti assorba in Lui stesso nelle profondità della saggezza. Là in effetti ti insegnerà ciò che Egli è e quanto dolce sia l’abi- tare dell’amato nell’amato». In questa prospetti- va, amare è essere, perché l’amore ci fa essere di più, ci riporta alla nostra origine. O, per dirlo con le sue parole: «Che Dio ti sia Dio e che tu gli sia amore» ( Lettera 12 ). L’autrice Suor Catherine Aubin, domenicana, è docente di teologia spirituale e sacramentale alla Pontificia università San Tommaso d’Aquino, Angelicum, e all’istituto di vita consacrata Claretianum, a Roma, e professore ospite all’istituto pastorale dei domenicani a Montreal. Tra le sue opere tradotte in diverse lingue ricordiamo: Prier avec son corps à la manière de saint Dominique (Paris, Cerf, 2005); Les fenêtres de l’âme (Paris, Cerf, 2010); Les saveurs de la prière (Paris, Salvator, 2016); Prier avec son cœur, la joie retrouvée , (Paris, Salvator, 2017). NEL NUOVO TESTAMENTO Le donne delle parabole di C AROLYN O SIEK

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