donne chiesa mondo - n. 62 - novembre 2017

DONNE CHIESA MONDO 36 DONNE CHIESA MONDO 37 uando il padre venne a sapere che avrebbe pubblicato dei ver- si, le impedì di usare il nome di famiglia: Anna Andreevna Go- renko, allora, scelse il cognome di una bisnonna, principes- sa discendente dal tartaro Khan Akhmat, e di lì in poi pubblicò con il no- me di Anna Achmatova. Secondo il grande poe- ta Joseph Brodskij, queste cinque “a” del suo nome furono come un incantesimo per il popo- lo russo: Anna fu la prima donna a divenire un classico della letteratura del paese. Achmatova, nata a Odessa nel 1889, fu subito riconosciuta come una voce nuova nel panora- ma letterario russo e internazionale per la sua versificazione semplice, concisa, aderente alla realtà dei sentimenti: un’obiettività fattuale, teo- rizzata — in aperta opposizione al simbolismo — dal movimento acmeista, a cui Anna aderì, in- sieme ad altri giovani poeti, tra cui il marito Gumilëv e Mandel’stam. Nella Russia della Grande Guerra, poco più che ventenne, fu celebrata, unica donna, nei sa- lotti letterari di San Pietroburgo, per i suoi versi appassionati, vibranti, capaci di cala- re, nella contemplazione di una natura in risveglio, i sentimenti appassiona- ti di un giovane corpo in fermen- to. Aveva occhi chiari grigio- verdi, naso particolare, fran- getta scura, portamento fie- ro, un metro e ottanta di altezza: Anna era bella e ne era consapevole. Era cantrice d’amore e del dolore ontolo- gico presente nel- l’amore stesso, di cui ella viveva so- prattutto il limite. Il matrimonio con A RTISTE Cantrice d’amore e del dolore di E LENA B UIA R UTT Il 1914 segnò uno spartiacque nella poesia e nella vita di Anna Achmatova. La poetessa non aderì al regime comunista, che voleva intellet- tuali disciplinati e servili. Le sue poesie vennero bandite e le persecuzioni staliniane coinvolsero drammaticamente i suoi familiari: il marito fu fucilato nel 1921 con l’accusa di attività controri- voluzionaria, mentre il figlio Lev fu imprigiona- to fra il 1935 e il 1940 nel periodo delle grandi purghe staliniane. Anna non fu mai arrestata, forse perché era troppo famosa, ma non poté più pubblicare; inoltre nel 1946, sulla «Pravda», fu condannata come «residuato della vecchia cultura aristocratica… ora monaca, ora sgualdri- na o, piuttosto, insieme monaca e sgualdrina in cui la dissolutezza si mescola alla preghiera». il poeta Gumilëv, infatti, durò solo otto anni e non fu un legame felice: dopo una corte serrata e dopo averla ottenuta in sposa, Gumilëv perse la passione per lei e partì da solo per sei mesi in Africa. Achmatova si rifugiò a Parigi, a casa di Modigliani, che la ritrasse più volte, regalandole i disegni, la maggior parte dei quali andò di- spersa. Anche le relazioni che ebbe successiva- mente furono tormentate, infelici, contradditto- rie. Amedeo Modigliani, «Anna Achmatova» (1911) Nella pagina successiva un suo ritratto di Nathan Altman (1914) Q

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