donne chiesa mondo - n. 61 - ottobre 2017
DONNE CHIESA MONDO 34 DONNE CHIESA MONDO 35 carnazione, accettando che colui che è stato esaltato è colui che è na- to da donna (19, 25-27). Per Giovanni, la sua partecipazione alla mor- te di Gesù non ha quindi il valore di testimonianza oculare, come per i sinottici, ma è piuttosto propedeutica all’investitura apostolica che riceverà «il primo giorno della settimana» nel giardino dove Giuseppe di Arimatea e Nicodemo avevano sepolto il corpo di Gesù (19, 38-42). Infatti, poco dopo, in quel giardino della sepoltura, sarà lei a do- ver accettare, per prima, di non restare ancorata al ricordo del mae- stro morto, e a farsi discepola di colui che, ormai, è asceso al Padre. Per Maria l’esperienza del risorto comporterà il passaggio dall’una all’altra conoscenza, dalla conoscenza del maestro alla conoscenza del risorto, e sarà investita dal risorto stesso del ruolo di annunciare ai discepoli la qualità del tutto nuova del rapporto che l’esaltazione di Gesù ha stabilito sia tra il risorto e i suoi, sia dei discepoli tra loro (20, 17-18). Maria di Magdala, insomma, racchiude in sé la sintesi della cristologia giovannea, così fortemente caratterizzata dalla pola- rità incarnazione-esaltazione. L’interrogativo allora si impone: a cosa si deve l’amnesia che ha portato la tradizione successiva a far scivolare Maria di Magdala dal- la storia di Gesù e della sua comunità discepolare prima e dopo Pa- squa al susseguirsi di infinite leggende che, pur conservandone il ri- cordo, lo hanno alterato e lo hanno reso comunque insignificante per la storia della grande Chiesa? Anche solo uno sguardo alle tradizioni cosiddette apocrife lascia capire che all’interno di alcune comunità marginali, invece, il ruolo di questa donna viene riconosciuto e ri- spettato. In realtà, anche nella tradizione della grande Chiesa si è le- vata ogni tanto qualche voce che metteva in luce l’importanza di Maria di Magdala. Basta ricordare le parole di Rabano Mauro quan- do afferma che Cristo elesse Maria di Magdala «apostola della sua ascensione, premiando con una degna ricompensa di grazia e di glo- ria, e con privilegio di onore colei che per i suoi meriti degnamente era la guida di tutte le sue cooperatrici, la quale poco prima aveva istituito evangelista della resurrezione». La voce di questo abate di Fulda e arcivescovo di Magonza degli inizi del IX secolo è rimasta, però, come quella di molti altri, solo una voce marginale. Possiamo solo sperare che non accada altrettan- to a due Papi come Giovanni Paolo II e Francesco che hanno resti- tuito alla Chiesa latina la Maria di Magdala evangelica, discepola di Gesù, testimone della risurrezione e, per questo, come l’ha definita Papa Francesco nella catechesi del 17 maggio 2017, «apostola della nuova e più grande speranza». buona notizia. Non può stupire se, all’interno di due culture patriar- cali come quella giudaica e quella greco-romana, il loro protagoni- smo viene cautamente stemperato con il motivo dell’incredulità da parte dei discepoli ( Marco 16, 11; Luca 24, 11). In realtà, esso viene in- vece rafforzato. Infatti, che nessuna preoccupazione apologetica ab- bia potuto espungerlo dai racconti pasquali è riprova del suo radica- mento nelle più antiche tradizioni storiche: a poco tempo di distanza dagli avvenimenti, chi avrebbe potuto tacere su particolari che dove- vano essere, evidentemente, di dominio pubblico? Anzi, se nella se- conda conclusione del vangelo di Marco, aggiunta in seguito, viene ripreso il motivo dell’apparizione del risorto a Maria di Magdala, ciò non fa che confermare quanto fosse importante per le chiese nascenti conservare la memoria di questa discepola come leader del gruppo delle donne che seguivano e servivano Gesù. È però soprattutto il vangelo di Giovanni a profilare con grande forza il ruolo apostolico di Maria di Magdala. In realtà, all’interno della narrazione giovannea sono proprio le figure femminili — la donna di Samaria, Marta, Maria di Betania e Maria di Magdala e, per ben due volte, la madre di Gesù — a giocare un ruolo decisivo. Una tale strategia narrativa, che fa intervenire i personaggi femminili nei momenti cruciali per la rivelazione di Dio da parte di Gesù, non può essere casuale ed è quindi lecito pensare che, all’interno delle co- A cosa si deve l’amnesia che ha portato al susseguirsi di infinite leggende che pur conservando il ricordo Maria di Magdala lo hanno alterato e lo hanno reso insignificante? munità giovannee, le donne credenti fossero particolarmente impor- tanti anche per quanto riguarda l’elaborazione della fede cristologica. Assolutamente in linea con il resto del vangelo, il protagonismo pa- squale di Maria di Magdala non può allora sorprendere. Si dovrebbe dare maggiore risalto alla presenza sotto la croce, ac- canto a Maria di Nazareth e al discepolo amato, di Maria di Magda- la testimone della scena della “consegna” da cui ha inizio la vita del- la comunità di coloro che credono nel risorto. Sotto la croce la disce- pola galilea, in silenzio, è testimone dell’ultima volontà di Gesù nei confronti della nuova comunità discepolare: la comunità del discepo- lo amato deve accogliere con sé Maria, deve cioè restare fedele all’in-
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