donne chiesa mondo - n. 58 - giugno 2017

DONNE CHIESA MONDO 28 DONNE CHIESA MONDO 29 verno del giovane ordine, riuscì a far intrapren- dere a Diana la vita monastica domenicana nel monastero di Sant’Agnese nella città stessa di Bologna. Giordano di Sassonia, lungo tutto il periodo del suo mandato di maestro, le inviò regolar- mente delle lettere ricche di insegnamenti spiri- tuali, improntati alla moderazione e all’amicizia affettuosa. In una lettera dell’estate del 1229, Giordano di Sassonia deve rincuorarla, assicu- randola che la disposizione presa nel capitolo generale tenutosi a Parigi nel 1228, non avrebbe coinvolto la vita delle suore del monastero di Sant’Agnese. La disposizione prevedeva che: «nessun [frate] d’ora in avanti tonsurasse una donna, le conferisse l’abito religioso e ne acco- gliesse la professione religiosa». La legittima preoccupazione di Diana riceveva una risposta ufficiale di Giordano, che dissipava definitiva- mente ogni inquietudine. Nell’epistolario (una cinquantina di lettere) Giordano di Sassonia si indirizza a Diana in termini estremamente amichevoli e affettuosi, pur sempre rispettosi. Basti leggere una delle varianti dell’intestazione: «Fra Giordano, inutile servo dell’Ordine dei predicatori, augura salute a Diana, sorella nello stesso Padre spirituale e carissima figlia, donatagli dal Padre di tutti gli uomini». Diana è sorella nell’ordine, figlia spirituale perché affidata da Domenico a Giordano, e for- se soprattutto amica. L’affetto che li lega costi- tuisce una chiara via di comprensione di come la vita consacrata possa comprendere amore ve- ro e purezza di spirito. Di Diana, purtroppo, non ci sono rimaste le risposte. Qui ne abbiamo immaginata una: «Suor Diana degli Andalò, sorella nel Santo padre Domenico, al mio diletto fratello Giorda- no, le tue mi giungono sempre come un dono di Dio, una consolazione dell’anima, un lume nella notte soprattutto in quei momenti in cui gemo pensandoti a percorrere a piedi la Lom- bardia e poi nei tuoi lunghi viaggi fino a Parigi. Mi dici che la mia presenza ti consolerebbe, ma sai che da parte mia la tua assenza provoca una tale sofferenza che l’unica cosa che lenisca rima- ne il tuo pensiero costante in Cristo. Nell’ultima lettera, mi hai scritto che avevi avuto già due volte la febbre e i medici ti aveva- no informato dell’ultimo inevitabile ciclo di quartana; spero, mio caro fra Giordano, che or- mai tu abbia potuto recuperare la salute così ca- ra al predicatore che trasmette, con la veemenza che si conviene, il Verbo di Dio fatto carne. La tua ultima missiva riguardante le disposi- zioni del capitolo generale di Parigi dell’anno scorso mi è stata di grande aiuto spirituale oltre che di estrema utilità per capire quanto stesse avvenendo nell’Ordine che Domenico è riuscito sapientemente a formare. Le notizie che ci era- no giunte non promettevano nulla di rassere- nante per noi monache del monastero di Sant’Agnese. Come sarebbe stato possibile ga- rantire il seguito se i frati non avessero più po- tuto accogliere le giovani suore? La tua spiega- zione e la tua intercessione presso il provinciale di Lombardia sono state per tutte le suore un tocco della grazia di Cristo Gesù salvatore. Co- me Domenico mi ha insegnato, la grazia divina si manifesta anche attraverso le scelte comuni dei capitoli generali. Questo però non toglie che la comprensione delle scelte prese in comu- ne sia talvolta più difficoltosa. Carissimo padre e fratello, e amico in Cristo, mio caro Giordano, la nostra missione è quella di vedere ogni cosa nella profondità divina cosa che non possiamo raggiungere se non vivendo come il predicatore della grazia, nostro padre Domenico, lui che non faceva altro che «parlare di Dio o con Dio. Amico e fratello, fra Giorda- no, ti saluto con il santo bacio». NEL NUOVO TESTAMENTO Marta di Betania modello di servizio di E LISABETH P ARMENTIER

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