donne chiesa mondo - n. 57 - maggio 2017

DONNE CHIESA MONDO 32 DONNE CHIESA MONDO 33 Al posto della parola, la donna ricorre al linguaggio del corpo. E con il suo corpo, specialmente con le mani, la bocca e i capelli, tra- smette il suo messaggio. La donna non dice nulla, eppure, nel suo sorprendente silenzio, svolge un’intensa attività. La donna bacia i piedi di Gesù, li bagna con le sue lacrime, li asciuga con i suoi capel- li e li unge con il suo profumo. Queste azioni implicano un contatto fisico che Gesù accetta con grande naturalezza. Le carezze di quella donna sono l’espressione corporea di un amore sincero e grato. Amo- re che ha bisogno di uscire da se stesso per entrare nell’alterità dell’altro. E questo processo richiede del tempo. La donna ha biso- gno di tempo per manifestare il suo amore. Perciò resta a lungo a ba- ciare e ad accarezzare i piedi di Gesù. Perciò li accarezza lentamente, ripetutamente, delicatamente. Sostiene con le mani un oggetto di enorme valore per lei: sono i piedi di Gesù. Questo dettaglio della durata e dell’insistenza delle azioni della donna l’ha colto lo stesso Gesù che lo comunica a Simone: «Da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi» ( Luca 7, 45). Nata a Barcellona nel 1957, Nuria Calduch-Benages risiede a Roma dal 1985. Dopo la laurea in filologia anglo-germanica all’Università autonoma di Bellaterra, ha continuato i suoi studi presso il Pontifico istituto biblico di Roma dove ha Sa molto bene che sedere alla tavola di un fariseo significa in qual- che modo entrare nel suo mondo, un mondo ermeticamente chiuso dove il valore più alto è lo zelo per la santità. La narrazione inizia quindi con un tono marcatamente positivo. Simone invita Gesù a un banchetto e Gesù accetta subito l’invito. Cordialità da parte del pa- drone di casa e anche da parte dell’ospite. Senza la repentina apparizione della donna del profumo, in casa di Simone sicuramente non sarebbe accaduto nulla di particolare. Lei irrompe nella scena di sorpresa e quando uno meno se lo aspetta. Di fatto, nessuno l’ha invitata. Si presenta al banchetto come un’intrusa. Non appartiene al gruppo. È una nota peccatrice, e, per di più, donna. Ma alla nostra protagonista non pesano i suoi titoli di emar- ginazione e s’introduce nel banchetto. Chiede dove sta Gesù e va dritta verso di lui. Vuole incontrarlo. Infrange tutte le rigide regole sociali. Affronta il rischio del rifiuto, l’incomprensione, il disprezzo, la condanna. Per lei l’amore e la gratitudine verso Gesù sono ben al di sopra dei codici sociali. Entra in casa di Simone con un vaso di alabastro pieno di profumo e si ferma dietro Gesù, piangendo ai suoi piedi. La posizione del corpo della donna è molto eloquente. Gesù sta sdraiato accanto al tavolo. La donna sta sul pavimento, dietro di lui, toccando con la sua testa i piedi del maestro. Gesù sta in alto, lei in basso, il più in basso possibile. E, dal basso, la donna piange, lo guarda e gli parla. Parla in silenzio, senza parole. Parla con il suo corpo. In casa di Simone tutti stanno seduti. Solo lei sta sul pavi- mento. Tutti sono posti uno di fronte all’altro. Solo lei sta dietro. Tutti si guardano in faccia. Solo lei contempla i piedi di Gesù. Per il momento è un’esclusa del banchetto, ma presto toglierà il posto a Si- mone: da emarginata diventerà l’autentica padrona di casa. Ora resta in basso e dietro. Ma presto occuperà il centro della scena. L’autrice Dieric Bouts il Vecchio «Cristo nella casa di Simone» (1440) conseguito il dottorato in Sacra scrittura. Attualmente è professore ordinario di Antico Testamento nella Facoltà di teologia della Pontificia università Gregoriana. Tra le sue ultime pubblicazioni Donne della Bibbia (Vita e Pensiero). Tuttavia la condotta indecorosa della donna non suscita l’indignazione di Simone. A infastidire il fari- seo è l’atteggiamento di Gesù che accetta i baci e le carezze profumate di una peccatrice pubblica. L’azio- ne della donna scatena il giudizio immediato e inap- pellabile di Simone, un processo a porte chiuse, una sentenza dettata nel segreto del suo cuore: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice» ( Luca 7, 39). Si- mone vede solo il contatto fisico tra Gesù e la pecca- trice e l’inevitabile contagio. Il suo sguardo non riesce ad andare oltre. In realtà Simone con il suo giudizio lancia una sfida a Gesù. E Gesù l’accetta. La strategia dialogica di Gesù è molto sottile, perché gioca con la sensibilità e la capacità di coinvolgimento del suo interlocutore. Da buon pedagogo, Gesù opta per la via del linguaggio indiretto. Sceglie il procedimento della parabola. E sarà proprio la parabola a mettere in evidenza la debolezza di Simone! La storia che Gesù inizia non ha nulla a che vedere con il conflitto provocato dalla donna, almeno in apparenza. La parabola parla del condono dei debiti, un tema molto popolare tra i farisei; è il punto chiave della sua dottrina. Gesù non condivide assolutamente le idee di Simone su ciò che è puro e ciò che è impu- ro. Sceglie pertanto un argomento che li unisce, al meno in linea di principio. Gesù ha saputo evitare lo scontro frontale con il suo inter-

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