donne chiesa mondo - n. 56 - aprile 2017

DONNE CHIESA MONDO 28 DONNE CHIESA MONDO 29 essere cristiana. È al servizio degli storpi, dei disperati, dei poveri. Quando non ha niente da dare, va a caccia. È un asso con l’arco e le frecce, una piccola Diana cristiana, e sfama i bambini. Ancora una volta, la bellezza le è fatale. I po- chi maschi di Nonza la vorrebbero tutti, e per soggezione non osano farsi avanti. Quella ra- gazzina è la madre del villaggio. Ma l’arrogante figlio del despota locale non ha di queste timi- dezze, e la chiede in moglie. Giulia rifiuta. Se- gretamente ha fatto voto di castità. Lei è di Ge- sù, non può sposare un altro. Chi si offende è il padre del giovane, il governatore Felice. Come osa quella pezzente, rifiutare un così grande onore? La manda a chiamare, in presenza del fi- glio. Lei, serena, si presenta con la sua mangu- sta. Felice rimane sconvolto dalla sua bellezza. L’impulso sarebbe giacersi con lei, all’istante, ma c’è il figlio. E c’è l’atteggiamento intollerabi- le della ragazza, senza nessuna paura, né rispet- to per il suo rango. Giulia è nelle sue mani, da lui dipende farla vivere o morire, e lei non tre- ma? Il desiderio del governatore diventa deside- rio di piegarla, umiliandola in ciò che più le è caro. Lo sa bene che è cristiana — si viene a sa- pere tutto, a Nonza — e le ordina di sacrificare agli dei. Se lo farà, la lascerà libera. Giulia ri- sponde: Io sono già libera servendo Gesù Cri- sto mio Signore, mentre non lo sarei se servissi i vostri idoli pagani. Il governatore insiste, arriva a minacciarla col pugnale. Lei non cede. Felice afferra la mangusta e la trafigge. Poi ordina che a Giulia strappino i capelli, e che sia crocefissa. Pronunciando la condanna la guarda, per godersi il suo terrore. Ma lei, trasfigurata, gli dice: Crocefissa, come il mio Signore? Que- sto sì che è un grande onore. Nemmeno l’atroce agonia della santa estinse la rabbia del suo persecutore. Mai aveva subito una sconfitta più vergognosa. Poco tempo dopo impazzì, e si gettò da una rupe. Ai piedi della croce, il giorno stesso sgorgò una sorgente calda dai poteri miracolosi. Di santa Giulia martire, patrona di Corsica e Livor- no, rimangono un frammento del cranio, due vertebre, qualche capello. Le sue reliquie sono conservate a Pisa e a Nonza, nella chiesa di Santa Giulia, eretta in barocco veneziano. Nell’iconografia ufficiale la santa è rappresenta- ta sulla croce, ma un raro ex-voto còrso di fine Ottocento, su legno, mostra una ragazzina dallo sguardo intenso e una mangusta al collo, come una stola. Entrambe hanno l’aureola. L’autrice Barbara Alberti, scrittrice, vive a Roma. La sua produzione è eclettica, tesa a combattere un’immagine perdente del sesso femminile. Le opere che ha pubblicato sono diverse fra loro, vanno dal picaresco Memorie malvage (1976) al meditativo Vangelo secondo Maria (1979), a prove maggiormente venate di umorismo e provocazione come Il signore è servito (1983), Povera bambina (1988), Parliamo d’amore (1989), Delirio e Gianna Nannini da Siena , entrambe del 1991, e Il promesso sposo (1994). Nel 2003 ha pubblicato Gelosa di Majakovskij — una biografia per il quale ha ricevuto il Premio Alghero Donna — e Il principe volante , in cui ha raccontato la vita di Antoine de Saint- Exupéry. È anche autrice di numerose sceneggiature cinematografiche, tra cui Il portiere di notte di Liliana Cavani (1974) e di testi teatrali ( Ecce homo ). NEL NUOVO TESTAMENTO L’emorroissa di T ERESA O KURE Impaurita e tremante ma forte nella fede

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