donne chiesa mondo - n. 56 - aprile 2017
DONNE CHIESA MONDO 24 DONNE CHIESA MONDO 25 «Ci troviamo in una situazione in cui il governo da una parte vor- rebbe creare le condizioni per evitare il basso tasso di nascite ma dall’altra, quando attua le sue politiche di welfare, ci sono enormi contraddizioni: ad esempio, i genitori single che vivono da soli con i bambini pagano perfino tasse più alte rispetto alle coppie sposate con figli e un reddito simile» dice la volontaria. Circa il 90 per cento delle madri che si sono rivolte all’associazio- ne si trovano in una situazione in cui il padre del bambino non rico- nosce il proprio figlio, e questo è un punto cruciale, perché le madri single non possono beneficiare dei servizi di sostegno alle neo-mam- me senza inviare alcuna informazione riguardo il padre del bambino. L’indennità specifica, denominata ufficialmente Indennità per in- coraggiare la fertilità, è elargita da ciascuna amministrazione comu- nale. L’importo varia per ogni governo regionale e può essere una ci- fra che può arrivare anche ai 20 milioni di won (15.000 euro). I geni- tori hanno diritto a ricevere assegni ancora più cospicui in caso di terzo o quarto figlio. Molte amministrazioni cittadine hanno un’ordinanza che stabilisce che, al fine di ricevere le prestazioni sociali come genitori, sia la ma- dre che il padre del bambino devono presentare i documenti che mo- strano il loro livello di reddito. La volontaria riferisce di madri sole a cui è stata negata l’indennità in diverse regioni del paese. Le donne in questione erano state tutte invitate a fornire informazioni sul reddito del padre biologico del bambino, così come la sua residenza, ma queste donne non le pote- vano fornire perché non avevano più alcun contatto con il loro ex partner. La volontaria mi racconta l’esperienza di Han (nome di fantasia), una donna sola non sposata che dovrà partorire il prossimo mese e che aveva cercato di ottenere il servizio di sostegno post-partum. Le è stato detto che doveva presentare l’ultimo premio dell’assicurazione medica del padre del bambino, in modo che il governo della città potesse verificarne il reddito. Ma anche Han, come molte altre madri single, era priva di notizie del suo ex compagno. «Ovviamente non c’è nessuna legge che vieta in modo esplicito di concedere l’indennità alle madri single o non sposate» dice la volon- taria, «ma non esistono linee guida su cosa fare quando il genitore single non dispone di informazioni sul reddito dell’altro genitore. Noi chiediamo al governo di introdurre una legislazione che garanti- sca a tutte le madri singole il diritto alle prestazioni sociali di cui be- neficiano tutti i genitori». Nel 1980, al culmine delle adozioni internazionali provenienti dalla Corea, almeno otto bambini su dieci inviati all’estero erano nati da madri non sposate. Oggi le cose non stanno diversamente: più del 90 per cento dei bambini dati in adozione in Corea del Sud sono nati da mamme single, e la ragione principale per cui i bambini vengono abbandonati è lo stigma sociale che ricade appunto sulle madri non sposate. Accade spesso che le ragazze senza marito siano costrette a nascondere le loro gravidanze e poi incoraggiate ad abbandonare i loro figli. Non solo, capita anche che alle madri non sposate o divor- ziate vengano negate indennità a cui tutti i neo-genitori in Corea hanno diritto. Ne parliamo con una volontaria dell’Associazione delle madri non sposate, un’associazione coreana che si batte per i diritti delle donne. «Bisogna capire che qui in Corea le madri single non sono ricono- sciute come vere madri» ci dice. «Anche la parola stessa che identifi- ca le madri single in coreano ha una connotazione negativa. Queste sono donne che non sono del tutto inserite nella società per via di vecchi pregiudizi». Proprio per vincere questi pregiudizi, e contribuire a rompere defi- nitivamente lo stigma che le perseguita, alcune donne si sono orga- nizzate e da qualche anno hanno iniziato a celebrare la festa della mamma single nella capitale Seoul.
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