donne chiesa mondo - n. 56 - aprile 2017
DONNE CHIESA MONDO 18 DONNE CHIESA MONDO 19 anzitutto. Papa Francesco ha sottolineato la centralità della misericor- dia e le sue conseguenze sulla vita del cristiano in due lettere che in- quadrano l’anno giubilare: la prima, in occasione dell’indizione, è in- dirizzata all’arcivescovo Rino Fisichella, quale presidente del Pontifi- cio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, e au- spica che la misericordia faccia parte dello spirito missionario; la se- conda, in occasione della chiusura, è rivolta a tutti quelli che voglio- no leggerla e farsi eco delle sue parole, per far sì che la misericordia non diventi una «parentesi nella vita della Chiesa». Uno dei punti che più colpisce in entrambi i documenti — per la sua novità e per ciò che implica in termini di avvicinamento a una si- tuazione specifica della donna — è la menzione esplicita dell’aborto volontario come una delle situazioni in cui la Chiesa, in particolare attraverso il ministero dei sacerdoti nel sacramento della riconciliazio- ne, deve manifestare l’accoglienza del Padre. E ciò, con le parole del Papa, per due motivi: perché Dio «vuole stare vicino a chi ha più bi- sogno del suo perdono» e perché «l’amore del Padre non vuole escludere nessuno». Due idee presenti anche nell’esortazione aposto- lica Amoris laetitia , dove il Papa si esprime in modo analogo per quanto riguarda l’accompagnamento delle cosiddette situazioni «irre- golari» delle famiglie, in un documento pubblicato proprio durante il giubileo della Misericordia. Papa Francesco ci chiede che questo Dio che va incontro all’essere umano per abbracciarlo in mezzo alla sua miseria non resti sfocato né oscurato da altri compiti e principi; ci chiede invece di rivelarlo subito, perché fondamentale, affinché «rafforzi la fede di ogni cre- dente» e affinché «la testimonianza sia più efficace». Da qui il desi- derio di «togliere ostacoli», concedendo a tutti i sacerdoti, in virtù del loro ministero, la facoltà di assolvere da questo peccato e permet- tere così alle donne che vivono tale dramma l’accesso alla riconcilia- zione. Il Papa lascia trasparire la convinzione che l’aborto, pur essen- do un fatto indiscutibilmente grave, è complesso e delicato, e contie- ne grandi dosi di solitudine a causa dell’esclusione storica che la donna ha subito. La sensibilità che il Pontefice dimostra proviene dalla sua conoscenza diretta: «Ho incontrato tante donne che porta- vano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa». Tutto cambia quando la memoria è piena di nomi concreti che hanno vissuto il dramma di cui stiamo parlando e su cui stiamo di- scernendo; quando il dolore dell’altro è anche un po’ il nostro. Le leggi e le ragioni universali non possono passare oltre, o in punta di piedi, davanti alla sofferenza. «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!» ( Marco 2, 27). Questo riconoscimento non chiamata Chhaupadi per cui le donne, durante il periodo del loro ciclo mestruale, sono costrette a vivere una sorta di esilio dalle loro comunità. Secondo una superstizione che ha origini nella tradizione induista, il loro sangue, in quel periodo del mese, è considerato impuro. La fotografa Poulomi Basu ha raccontato in un percorso fotografico la vita di alcune di queste donne nel periodo in cui vengono allontanate dalla loro quotidianità e costrette a vivere lontano dalle famiglie. Il progetto di Basu è diventato un libro e ha vinto il FotoEvidence Book Award, concorso che premia i migliori progetti dedicati alle ingiustizie sociali. Contro il divorzio istantaneo Basta che il marito pronunci tre volte «talaq» di fronte alla moglie per ottenere un divorzio legale e immediato, secondo un’interpretazione della legge islamica che non è accettata in molti paesi musulmani, ma lo è in India. Dopo anni >> 20 >> 15 Un Venerdì della misericordia di Papa Francesco (12 agosto 2016) A pagina 16 Lucas Cranach il Vecchio «Cristo e la donna colta in adulterio» (1532)
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