donne chiesa mondo - n. 49 - settembre 2016

DONNE CHIESA MONDO 14 DONNE CHIESA MONDO 15 ha per lui nessun peso, autorità, vincolo. E Gesù non si fa neppure una nuova famiglia. Egli sceglie per sé — cioè riconosce come voca- zione — un altro modo di vivere, del tutto inusuale nella sua tradizio- ne religiosa. Sceglie la vita comune fraterna, itinerante, con discepoli e discepole. Inventa la comunità. Gesù si è completamente sottratto a usi, costumi e frequentazioni familiari, come già il suo amico e maestro Giovanni Battista, ma con due differenze subito visibili: Ge- sù non predica nel deserto ma nei luoghi abitati, per incontrare le persone nella loro vita ordinaria, e sceglie di non vestirsi in modo speciale. Nel suo vivere, parlare e incontrare, Gesù relativizza il primato della famiglia. Per lui la famiglia non è più l’unico e obbligato istitu- to di fedeltà a Dio, l’indispensabile luogo per la trasmissione della fede, della terra e dell’appartenenza a Israele, cioè dell’elezione di ge- nerazione in generazione. Perché Gesù è venuto a chiamare proprio quelli che erano esclusi da quella trasmissione di salvezza tramite la famiglia e il Tempio: a cominciare da lebbrosi, ciechi, malati, pubbli- ci peccatori, stranieri, e le donne per molti aspetti. In questo modo ha fatto sì che anche tutti gli esclusi da Israele e dal Tempio perché impuri, avessero accesso alla promessa e alla parola di Dio. Anche il fatto che, in Marco 10, 19, Gesù metta il quarto comandamento — Onora il padre e la madre — all’ultimo posto nell’elenco dei coman- damenti, concorre a dire come Gesù ridimensioni il primato della fa- miglia. Quando Gesù dirà che c’è un solo Padre e che tutti siamo fratelli (e sorelle), inventa la comunità fraterna, e non una famiglia allargata. E ora solo una parola per dire che dopo la sua morte e risurrezio- ne la novità introdotta da Gesù giunge al suo apice. Nei vangeli, che non raccontano nessuna vocazione rivolta a una donna da parte di Gesù — ma sappiamo dalle parole dell’angelo alle donne presso la tomba vuota, in Luca 24, 6, che erano sempre state con Gesù e i Do- dici fin dalla Galilea; sappiamo anche che tutte erano guarite, a dif- ferenza dei discepoli in Luca 8, 2 — è invece raccontato che Gesù ri- sorto fa una cosa ancora più straordinaria: affida a una donna, Maria di Magdala, l’annuncio pasquale e l’incarico di trasmetterlo agli Un- dici. Lei è la prima testimone ed evangelista della risurrezione, sulla cui credibilità si fonda, per volontà di Gesù risorto, l’annuncio agli Undici discepoli. Anche tutte le altre donne che erano andate al se- polcro ricevono dall’angelo e da Gesù stesso il compito di annuncia- re agli Undici la risurrezione. Nei vangeli, i primi apostoli sono apostole! nesi 2: cioè risale alla parità antropologica di uomo e donna, e non al racconto della creazione di Eva dal lato di Adamo, esattamente al contrario di 1 Timoteo 2, 11-15 e di altri testi del Nuovo Testamento. Infatti Gesù citerà il racconto della creazione di uomo e donna di Genesi 1 in Marco 10, 6-8, quando spiegherà perché è un’ingiustizia ciò che invece era considerato del tutto normale da parte degli uomi- ni, anche dei discepoli, cioè la possibilità del ripudio unilaterale delle donne da parte degli uomini. E il Vangelo, nel parallelo racconto matteano sul divieto del ripudio, ha registrato lo sgomento dei disce- poli davanti a questa novità di Gesù, i quali, esterrefatti, gli dicono: «Ma se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi!» dando per scontato che sia naturale e giusto che convenga solo agli uomini. Anche l’episodio di Marta e Maria, in Luca 10, 38-42, conferma questa novità portata da Gesù. Anche qui la cosa più importante, la parte buona o migliore per una donna amica di Gesù è nel primato dato all’ascolto della sua parola. Dal racconto, poiché non è narrata la vocazione di Maria, sembra quasi che sia lei qui a precedere Gesù mettendosi nell’atteggiamento tradizionale del discepolo, cioè seduta ai piedi del maestro. E che Gesù, vedendo Maria in quella postura di ascolto e riconoscendone la giustizia, subito aiuti Marta, che invece ne è radicalmente contraddetta, a comprendere e a imparare dalla so- Dopo la sua morte e risurrezione la novità introdotta da Gesù giunge al suo apice Il risorto affida a Maria di Magdala l’annuncio pasquale e l’incarico di trasmetterlo agli Undici A lanciare l’iniziativa, lo stesso re Mohammed VI . In occasione di un Consiglio dei ministri, nel mese di febbraio, ha chiesto la revisione dei programmi di educazione religiosa che devono «concentrarsi sulla formazione dei valori di tolleranza dell’islam, che sostiene equilibrio, moderazione e convivenza con diverse culture e civiltà». Doppiamente vittime Sono 3600 le donne nigeriane arrivate in Italia nei primi sei mesi del 2016, ma l’80 per cento di queste hanno davanti un solo destino: la prostituzione. L’allarme è stato lanciato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, che ha registrato un vertiginoso incremento del fenomeno dal 2014, quando le nigeriane giunte in Italia via mare erano solo 1500. Le donne nigeriane, infatti, arrivano a bordo di barconi rella a dare anche lei il primato all’ascolto della parola del Signore. Tutto il resto, accoglienza e servizio, come la generosa ospitalità che Marta riservava a Gesù, ne devono discendere, ma mai sopraffarlo. Gesù ci libera anche dalla priorità della cura della casa e dell’am- biente familiare, asserendo con forza e senza ambiguità che la parte migliore è quella di Maria. Questo racconto si potrebbe quasi chia- mare la vocazione di Marta. Questo testo preziosissimo di Luca 11, 27-28 va accostato agli altri testi in cui Gesù relativizza l’istituzione familiare. Come abbiamo già visto in Marco 3, 34-35, la famiglia di Gesù, nella sua vita adulta, non >> 19 >> 12

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