donne chiesa mondo - n. 46 - maggio 2016

DONNE CHIESA MONDO 4 DONNE CHIESA MONDO 5 esposto sulla sabbia, ricordo di essermi detta: «Guarda, quel piccolo pezzo di Pane, è proprio questo “Dio più grande di tutti” che è di- ventato così piccolo... si è messo tra le nostre mani». È quindi diven- tata ancora più preziosa la buona novella che Dio si è fatto per noi uomo in mezzo agli uomini e che cammina con noi. Quando c’è una Visitazione, ci sono due visitati che si risvegliano? Sì. Le racconto una storia. Un giorno siamo andate a trovare un’amica in una tenda vicina. Si chiamava Forey. La nostra sorella re- sponsabile regionale era con noi e non parlava la lingua locale. C’era quindi un’altra sorella che traduceva. A un certo punto, nel tradurre dal toubou al francese, ha fatto uno sbaglio. Le due piccole sorelle si sono messe a ridere e Forey ha chiesto: «Perché ridete?». E quella che stava traducendo le ha risposto: «Adesso non ricordo neanche più la mia lingua!». Quella donna, Forey, con la quale non avevamo nessun punto in comune (lei era africana, anziana, musulmana, noi eravamo giovani, europee e cristiane), le ha risposto: «Quando voi siete arrivate, noi eravamo “toubous” e voi eravate “nazara”, cioè bianche consacrate. E ora io non sono più “toubou”, ma anche voi non siete più “nazara” bianche, insieme abbiamo fatto una cosa nuo- va». Per me è stato uno choc incredibile, di cui mi ricorderò per tut- ta la vita. Ossia come un incontro in umanità nella fede (anche se di- Quale posto occupa il Vangelo della Visitazione in queste esperienze? La fraternità in se stessa, così come concepita da Magdeleine, è nata dal suo incontro con la popolazione seminomade di Touggourt in Niger. Per un lungo periodo ha vissuto da sola tra loro. Ed è stato allora che ha immaginato come poteva essere la vita della fraternità e ha iniziato a scrivere le costituzioni delle piccole sorelle. Dunque noi siamo nate proprio da un incontro della piccola sorella Magdeleine con la spiritualità di Charles de Foucauld, e anche dal suo incontro con gli algerini poveri di Touggourt. La fraternità è nata da tutti questi incontri? Sì, è nata da tutto ciò, e soprattutto continua a nascere ogni volta, perché là dove viviamo, siamo piccoli gruppi inseriti nella vita della gente, cerchiamo di imparare e di prendere un po’ il “loro colore”, il loro modo di vivere e di lavorare, la loro lingua. Non c’è una frater- nità che assomigli a un’altra, e ciò mi è apparso ancor più evidente quando ho dovuto trovare un po’ il mio posto in Niger. Quando so- no arrivata in quel paese non sapevo nulla della vita della sua gente e mi sono ritrovata a “chiedere permesso” per entrare. E la vita è na- ta da quegli incontri. Agli inizi ci chiedevano: «Perché venite da noi?». E una delle piccole sorelle ha risposto: «Veniamo a causa di Dio per poter vivere con voi». E l’imam, il capo della tribù, respon- sabile della preghiera, ha detto: «Se è Dio che vi manda, io che cosa posso dire?». Da quel momento sono stati loro a insegnarci tutto sul- la vita. E noi abbiamo dato loro ciò che eravamo. E la vita è cresciu- ta in quella quotidianità. Per me quella è stata una grande esperienza a livello spirituale, perché quando ci si ritrova tra credenti di religioni diverse sono le “parti” più importanti della fede a risvegliarsi. E que- sta è una vera visitazione. Mi ricordo che monsignor Gayot, alla fine di un ritiro in Niger, a una sorella che gli aveva chiesto che cosa fosse per lui la missione, aveva risposto: «Per me il Vangelo della missione è la Visitazione». Due fecondità che s’incontrano. E da lì la vita sgorga, sussulta e dan- za. È vero che a contatto con quella vita semplice e con quella spiri- tualità musulmana ho approfondito la mia propria fede. In effetti il grido “Allahu Akbar”, Dio è il più grande, recitato cinque volte ogni giorno, mi ha fatto riscoprire una dimensione della mia stessa fede, ovvero la trascendenza di Dio, che talvolta rischio di sottovalutare quando lo sguardo del cuore contempla più facilmente la meraviglia di un Dio che si è fatto Uomo in Gesù. E, al tempo stesso, durante quei momenti di adorazione davanti a quel piccolo pezzo di Pane A pagina 2, la Visitazione in un disegno di Charles de Foucauld custodito nella casa delle Piccole Sorelle alle Tre Fontane; qui a lato, «Charles de Foucauld indica Gesù» (disegno artigianale)

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