donne chiesa mondo - n. 34 - aprile 2015

L’OSSERVATORE ROMANO aprile 2015 numero 34 Sua madre confrontava tutte queste cose nel suo cuore donne chiesa mondo Una casa bianca molto speciale Suor Goretta Favero e il suo Centro olistico a Huaycán sulle montagne sopra Lima di S ILVIA G USMANO G li abitanti di Huaycán la chiamano la Casa Blanca. Dalle loro baracche sulle montagne sabbiose, a venti chilometri da Lima, guarda- no con sollievo a quel grande edificio che cura le loro anime e i loro corpi. Lì, nel Centro de Salud Holística Casa Naturista Anna Margottini, molti di loro hanno im- parato a prevenire, curare e riconoscere le epidemie più diffuse come tubercolosi, dissenteria o broncopolmonite, hanno sco- perto i benefici di una dieta sana — e le pericolose insidie della cattiva alimenta- zione imposta dalla povertà — e hanno as- sistito a tante miracolose rinascite fisiche e spirituali. Inaugurato nel 2008, il Centro olistico rappresenta in questo sobborgo di miseria sorto negli anni Ottanta, senza i più ele- mentari servizi igienici, un centro di eccel- lenza per la salute e un’oasi di pace e spe- ranza dove sempre più numerosi giungono anche visitatori da lontano. A crearlo e a gestirlo, suor Goretta Favero, che ci ha raccontato la propria esperienza durante un recente soggiorno in Italia, suo Paese d’origine. Come tutti i grandi testimoni di Cristo che hanno scelto di realizzare la loro se- quela in terre lontane, suor Goretta ha sempre anteposto l’ascolto all’insegnamen- to, l’osservazione alla dimostrazione, la curiosità alla comodità del già noto. E do- po trent’anni in Perú il suo accento è spa- gnolo e i suoi racconti di vita iniziano im- mancabilmente con un “noi”. Sin dagli esordi della sua missione, sul- le Ande a 4800 metri di altezza, suor Go- retta ha saputo mettersi in gioco dal pun- to di vista non solo umano, ma anche pro- fessionale. Partita per fare l’infermiera tra i poveri, ha dovuto arricchire le sue compe- tenze occidentali con le ricette, le usanze e le nozioni della medicina popolare andi- na. «Quando ho visto che il nostro presidio di salute era per i malati l’ultima spiaggia dopo tutti i rituali della loro tradizione — racconta la missionaria — ho iniziato a la- vorare al fianco di parteras empíricas e cu- randeros , ossia delle levatrici domestiche e degli sciamani che godevano di una fiducia indiscussa». La loro era una medicina completamente naturale e suor Goretta ha messo da parte la sua borsa di analgesici e ha iniziato a studiare quella scienza anti- ca a lei sconosciuta, fino a seguire dei seminari di bio- salute e urinoterapia in Ar- gentina e in Ecuador. Da subito si è circondata di vo- lontari, per lo più donne, che, dopo aver seguito dei corsi di formazione sanita- ria, aiutavano il resto della comunità. Il suo lavoro è sempre stato a stretto contatto con le famiglie, con la “sua” gente, sia sulle Ande che dopo, quando nel 1991 si è trasferita a Huaycán, in una baracca senza luce né ac- qua. «Gli ospedali — spiega — erano a pagamento: ab- biamo aperto una sorta di La Casa Anna Margottini è stata inau- gurata nel 2008 ed è oggi una struttura all’avanguardia in tutti gli ambiti della medicina naturale, dall’agopuntura alla ri- flessologia plantare, dall’ipertermia all’odontoiatria olistica, dalla promozione di una dieta sana e consapevole alla bio- danza. Metodi che solitamente in occiden- te o si scontrano con un profondo scettici- smo o vengono sperimentati a caro prezzo solo da chi può permetterselo. Suor Goretta al contrario li ha usati sin dall’inizio per curare i poveri, anche in ra- gione della loro sostenibilità economica e oggi che la sua clinica è famosa li usa per curare anche i ricchi. Simbolico il contributo chiesto ai primi, fonda- mentale quello versato dai secondi, soprattutto in termini di donazioni spontanee. Una delle attività più apprezzate del centro sono i ritiri mensili, tre giorni in cui si alternano attività diverse e com- plementari con profondi benefici per i pazienti: tà quotidiane ci spingono a cercare l’uno l’aiuto dell’altro e questa è la nostra sal- vezza. I pensieri positivi sono più potenti delle medicine e sentirsi amati e conside- rati guarisce!». Pur affascinata da questa testimonianza, la mentalità occidentale non vince facil- mente il proprio scetticismo. C’è malattia e malattia: sin dove arrivano le cure di suor Goretta? «Dodici anni fa — racconta — è arrivata una donna con tre metastasi al cervello. Madre sola di troppi figli da sfamare, era disperata. L’abbiamo aiutata e sostenuta non solo con i rimedi medici naturali, ma con un’amicizia vera, pren- dendoci cura ogni giorno dei suoi bambi- ni e sollevandola da ogni incombenza. È rinata e oggi, con un circolo virtuoso cui ho assistito spesso, contagia di speranza tanti nostri pazienti. È una testimone pre- ziosa». Proprio grazie allo spirito di fratellanza che scorre a Huaycán e confluisce alla Ca- sa Blanca si sono qui moltiplicate negli ul- timi anni numerose iniziative sociali che, a ben vedere rappresentano una conseguen- za della cura e dell’attenzione globali all’umano. Molte sono finanziate dalla Fondazione Solidarietà della Repubblica di San Marino — dall’asilo nido al corso di taglio e cucito per avviare i ragazzi a una professione — e la più importante è la casa famiglia dove sono state accolte tredi- ci bambine orfane o sottratte a contesti degradati. Nel pomeriggio le bambine raggiungono i loro coetanei per le attività organizzate nello spazio del doposcuola, un servizio vitale per l’intero barrio. La domenica, infine, a Casa Anna Margottini si riunisce il Gruppo Compartir, una co- munità di persone con disabilità mentali che, sole o con qualche familiare, si ritro- vano per il pranzo e per un momento di festa e condivisione. Sempre più numerosi i volontari che ar- rivano al Centro per dare una mano e Partita per fare l’infermiera tra i poveri nel tempo ha arricchito le sue competenze occidentali con ricette, usanze e nozioni della medicina popolare andina La struttura è stata dedicata ad Anna Margottini Donna del popolo vissuta sempre di fede e servizio al prossimo che «non si lamentava mai ed era sempre pronta al sorriso» Suor Goretta Favero Miotti, nata a Padova nel 1952, dopo il diploma da infermiera professionale e assistente sanitaria, nel 1980 parte come missionaria per il Perú. Trascorre dieci anni sulle Ande e dal 1991 vive a Huaycán sobborgo a sud di Lima. Dal 2008 gestisce Casa Naturista Anna Margottini, Centro di salute olistica ed ente promotore di numerose iniziative sociali. donne chiesa mondo Victor Salvo, «Natividad» Questa fotografia di Ruud Elmendorp ritrae un gruppo di donne che sopravvivono grazie a ciò che quotidianamente raccolgono in una delle discariche alle porte di Nakuru, in Kenya Donne ed ecologia «Che rapporto c’è fra l’ecologia e le donne e la Chiesa?» potrebbe domandarsi qualche lettore, osservando con stupore il tema del nostro numero di aprile. L’impegno ecologico sembra infatti avere a che fare con la politica, i grandi problemi come l’energia atomica o il riscaldamento della terra, piuttosto che con la dimensione spirituale e domestica in cui solitamente si muovono le donne. Invece, se guardiamo agli effetti dell’inquinamento, vediamo che i più danneggiati sono i poveri, fra i quali le donne costituiscono la maggioranza. Per di più, sono loro a misurarsi ogni giorno con l’acqua inquinata, i cibi avariati o dannosi, le difficoltà di allevare i figli in un ambiente avvelenato. Sono le donne, infatti, quelle che patiscono più pesantemente le conseguenze di una politica di sfruttamento della terra sempre e solo finalizzata al profitto, nella quale l’utilità economica conta molto di più del rispetto per l’ambiente, e che vivono questa situazione come esperienza concreta e non come questione ideologica. Se la guardiamo dal punto di vista femminile, infatti, l’ecologia non è più una delle tante ideologie che hanno segnato la vita politica della modernità, ma una necessità vitale. L’attesa enciclica di Papa Francesco sull’ecologia chiarirà il rapporto fra spiritualità e cura della terra, che ci è stata donata e affidata dal Creatore perché la rispettassimo, non perché ne facessimo oggetto di rapina. E senza dubbio — conoscendo l’attenzione del Papa per gli emarginati — metterà in evidenza l’equazione inquinamento- povertà, che tanto spesso sfugge agli occhi di chi vive l’impegno ecologico come un’ideologia, se non addirittura come una religione della natura. I cristiani devono rispettare la natura anche — se non soprattutto — per proteggere i deboli, perché devono in ogni occasione intervenire in loro difesa. E noi sappiamo che, come sempre, i deboli sono in gran parte donne. ( l.s. ) Suor Goretta con lo staff del Centro di salute olistica Anna Margottini policlinico in parrocchia dove, proponen- do i rimedi della tradizione e lavorando al contempo sulle regole igieniche e alimen- tari, ottenevamo ottimi risultati sul fronte di malattie come tubercolosi e parassitosi, causate quasi sempre da condizioni di vita malsane». Nel giro di poco tempo, a Huaycán ha avviato tredici piccole farmacie gestite da altrettante donne, ha iniziato a coltivare piante medicinali sul terreno dietro la Chiesa e ha intensificato i programmi di informazione e prevenzione attraverso de- cine di “promotori della salute”. Grazie a questa rete, Huaycán ha argi- nato l’impatto dell’epidemia di colera nel- la prima metà degli anni Novanta e, pas- sata l’emergenza, suor Goretta ha appro- fondito ulteriormente l’idea di una salute globale basata sulla stretta relazione tra anima, mente e corpo. Così nel 2005 la missionaria ha presentato il progetto del centro olistico al Fondo peruviano-italia- no, che prevede la conversione del debito estero dovuto da Lima a Roma in sovven- zioni sociali, e ha potuto realizzare un grande sogno. esercizi di respirazione, pulizia del fegato, corsi di cucina vegetariana, lezioni sulle piante medicinali e introspezione psicolo- gica. «Ma questi — continua suor Goretta — in fondo sono palliativi collaterali. Quello che fa la differenza è la fede. E ciò che conta è l’accoglienza che la gente rice- ve qui: una solidarietà e un’attenzione ca- paci di generare nuovi flussi vitali, di su- perare quei blocchi energetici, emozionali e spirituali che sono dietro ogni malattia. Nonostante l’avanzamento dell’individua- lismo, la gente qui vive ancora con spirito comunitario. La miseria e le gravi difficol- «non importa se non hanno particolari competenze — spiega suor Goretta — la lo- ro voglia di esserci e di sorridere a chi ar- riva già significa tanto». Sono i piccoli ge- sti che qui, giorno dopo giorno, fanno la differenza ed è per questo che invece di intitolare la clinica a qualche santa nota, suor Goretta ha deciso di dedicarla ad Anna Margottini, una donna del popolo vissuta sempre di fede e servizio al prossi- mo: un esempio di santità quotidiana che, «come tante nostre donne, non si lamen- tava mai ed era sempre pronta al sorriso».

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