Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

CONSIDERAZIONI SULLA NATURA DELLA TEORIA DELLE AREE DEPRESSE 95; di investimenti, da effettuarsi con una determinata entità, composizione e ritmo, ma non ci può dire quali storture istituzionali impediscano• eventualmente o che tale complesso di investimenti venga realizzato o, che una volta realizzato, dispieghi tutti i suoi effetti. Siamo dunque di nuovo portati alla constatazione che una spiega-· zione soltanto economica dell'area depressa non è spiegazione capace di includere tutti i possibili elementi del problema, e che conseguente-· mente un intervento rivolto a dare una soluzione puramente economica. dell'area depressa (in termini, cioè, esclusivamente di prestiti, di investi– menti, di esenzioni fiscali, protezioni doganali, ecc.) può essere solo casualmente sufficiente a raggiungere lo scopo prefisso. Se la conclusione è esatta siamo confortati nella ipotesi che ho precedentemente avanzato che una teoria delle aree depresse non possa! essere fondata se non superando il limite proprio dello studio sub specie· economica di tali aree. 4. Ciò che tutti hanno osservato e osservano nella patologia delle· aree depresse è la deficienza di iniziativa privata, il non esistere e il non formarsi, se non su scala ridotta e non sistematica, di imprese private .. Ciò ha indotto l'opinione comune a ritenere che le aree depresse siano manifestazione di una patologia generale dell'iniziativa privata. Da ciò è anche derivato che si facesse sempre più larga strada il concetto che l'iniziativa privata dovesse - nella situazione straordinaria dell'area. depressa - cedere il passo all'iniziativa pubblica e che questa dovesse « supplire alle deficienze )i dell'altra, o sostituendola, o aiutandola con speciali legislazioni « di favore», a seconda dei casi. Nella concezione corrente, dunque, due caratteristiche contraddistinguono l'intervento pubblico: supplenza all'iniziativa privata e straordinarietà. E infatti tutti i complessi di provvedimenti per le aree depresse, in sede interna– zionale e nazionale, hanno assunto, in modo più o meno accentuato, caratteristica di legislazione straordinaria, per l'intervento straordinario dell'ente pubblico a correzione della insufficiente capacità di iniziativa degli imprenditori privati. Ma un'analisi più approfondita di ciò che ostacola il processo eco– nomico nelle aree considerate mi sembra che renda plausibile u·na radi– cale modificazione della concezione corrente sull'intervento pubblico e un capovolgimento dell'opinione corrente circa i fondamenti di tale intervento . .Biblioteca Gino Bianco

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