Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
94 GIORGIO CERIANI SEBREGONDI o in modo poco appropriato, potrebbero essere qualificate economie– esterne gli atti di politica estera generale che condizionano in via prin– cipale l'esistenza di un mercato internazionale di rifornimento e di smercio sufficientemente e opportunamente differenziato, o che, vice– versa instaurino un mercato chiuso a carattere autarchico. Così pure non sarebbe, se non altro, consueto valutare fra le eco– nomie esterne che concorrono alla formazione di un quantum economi– co l'efficienza dell'ordinamento generale della società nei suoi elementi costituzionali, amministrativi e di diritto privato, e nelle sue manife– stazioni legislative, giudiziarie ed esecutive. Eppure non v'è dubbio che tutti questi atti, ordinamenti e rapporti costituiscono, in via più o meno immediata, delle condizioni essenziali per il funzionamento, continua– tivo e nel senso dello sviluppo, del sistema economico. Gli esempi che precedono non sono riportati a caso. Ciò che in effetti mi pare debba essere rilevato è che le dimensioni e differenzia– zioni tecnologiche ed economiche del mercato, che caratterizzano il quanto economico, sono elemento necessario ma non sufficiente a garan– tire l'autopropulsività del sistema economico. Esse costituiscono le con– dizioni prossime, dirette e interne al sistema del mercato, di tale fun– zionamento autonomo, mentre le condizioni remote che sono tra l'al– tro determinanti per la costituibilità effettiva dei quanti economici (ad esempio nel caso dei mercati internazionali) sono, almeno logicamente, esterne e precedenti allo stesso istituirsi di un mercato determinato. Tali condizioni remote del funzionamento autonomo del sistema eco– nomico risiedono essenzialmente nell'ordinamento istituzionale che regge la società e nell'attività di governo che su quell'ordinamento si innesta. Se così stanno le cose, non vi è motivo di critica nei riguardi della teoria enucleata dal pensiero di Rosenstein-Rodan e di K. Mandelbaum,_ dato che tale teoria si occupa, da un punto di vista di scienza econo– mica, del meccanismo interno del mercato in un'area depressa.. Va tuttavia osservato che vi è un limite che deve essere riconosciuto e ri– spettato, e che è il limite stesso di competenza délla scienza economica. Ogni tentativo di trapianto e di applicazione semplice della predetta teoria al di fuori del discorso economico inficia la teoria stessa, renden– dola del tutto insufficiente a spiegare la realtà. La teoria economica è in grado di dirci che per sovvertire il rista– gno di un'area depressa è necessario compiere un complesso coordinato, BibliotecaGino Bianco
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