Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
·90 GIORGIO CERIANI SEBREGONDI III. 1. Per avvalorare e confermare l'ipotesi che si è formulata circa il punto critico del sistema sociale che determina l'area depressa (o arre– ·trata), conviene che anche qui ci si rifaccia a quanto suggerisce l'analisi economica dell'area depressa. Ciò consentirà anche di fornire implici– tamente qualche indicazione utile per enucleare in modo più preciso e produttivo il discorso propriamente economico da quello di altre scienze sociali. Come ho notato precedentemente, Io studio degli aspetti econom1C1 --dell'area depressa è stato iniziato - e tutt'oggi è in buona parte con– .dotto - come studio statistico, econometrico, e non propriamente eco– nomico. Misurazione del fenomeno (livello del reddito, entità della disoccupazione), piuttosto che analisi della natura e delle origini del fenomeno stesso. Una trasformazione profonda di questa carattenst1ca degli studi sulle aree depresse si è verificata - o, meglio, è stata avviata - fra il 1943 e il 1945 con gli studi di P. N. Rosenstein-Rodan e di K. Man– ,delbaum. L'influenza del· pensiero di questi studiosi, che hanno portato a collegare in modo diretto la teoria economica dell'area depressa a quel- 1a generale del ciclo economico e della denressione 23 , si va affermando ·sempre più largamente così nel campo teorico come nel campo dell'in– tervento pratico. Si può dire che i due citati studiosi hanno compiuto, sul terreno economico, quel passaggio - di cui sopra ho avvertito la frequente ·assenza e la generale insufficienza - dalla rilevazione in sede clinica -dei fatti alla interpretazione scientifica di essi. Essi han no sostanzial– ·mente fondato la teoria economica dell'area depressa, e fornito quindi gli elementi per una definizione e spiegazione che, superando la mera 2 3 In effetti, si può notare che lo studio economico delle aree depresse consente di prendere ordinata cognizione e aiuta a sistemare le correnti posizioni di pensiero scientifico economico, le quali - non a caso - battono principalmente sull'argomento <.leiciclo economico e della depressione. Tale sistemazione, che avrebbe una notevole importanza per un giudizio sulle dot– ·trine stesse di cui si tratta e, d'altro canto, per la discussione di quanto si verrà dicendo a prnposito delle aree depresse, non può evidentemente essere seguita con un discorso fatto per inciso e in via puramente sussidiaria. Mi limiterò quindi ad accennare 1'importanza tipica del nascere delle teorie dei « ristagnisti » (statiomsts) - corrente ·sopratutto rappresentata da Hansen, Altman, Henderson ed altri economisti ameiicani - e delle contrarie posizioni di Terborgh, Moulton e Schumpeter. BibliotecaGino Bianco
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