Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

88 GIORGIO CERIANI SEBREGONDI Si può comprendere dunque che l'intervento per il sollevamento dell'area depressa non può essere soltanto di ordine economico, ma dustry, The Blakiston Company, Filadelfia 1947, pagg. 418-451. Si ricordi anche che in relazione ai problemi accennati si è da tempo manifestata la distinzione fra le cosid– dette teorie « esogene » e le teorie « endogene » della depressione economica. In proposito si ved:1, ad esempio, GoTTFRIEDvoN HABERLER, Prosperité et dépression, Société des Nations, Genève 1937, pgg. 10 e segg. Nell'ambito specifico degli studi sulle aree depresse è particolarmente interessante l'accenno fatto alla questione che qui si discute nel volume di R. BALAKRISHNA, The Rfgional Planning in India, Bangalore City 1948, pag. 235. Scrive l'autore: « The low productivity in India is attributed to certain factors on which there is a large measure of agreement among planners. In the fust piace it is attributcd to a certain organizational flaw in the economie system. Though this is interpreted diffe– rently by different groups of planners it is felt by ali that a change in the economie system is warranted. Nextly, the low productivity in certain direction is traced to the nature of the legai framework that governs the economie machinery. For instance ali planners are conscious of the fact that the systern of land tenures, the laws of inheri– tance, the managing agency system, etc. are factors retarding economie progress in the country. There is also a feeling explicit among some plans and irnplicit among others, that some sort of exploitation prevails in the country. « While some plans consider it as foreign exploitation others accuse certain sections of the society as responsible for it. However ali plans lay stress in the desiderabilit} of establishing greater equity in the distribution of national wealth. « Low productivity is also attributed to a few non-economie factors such as illiteracy, low vitality due to ill-health and insufficient food, etc. Measures for the increase of liberacy and improvement of health are therefore suggested by ali planners. There is also a universal recognition that the distributive system has to undergo a through reorganization to undo to glaring inequalities of income existing in the com– munity. Though the measures for achieving the desired results may be different it is felt by ali that it must form an important feature of planning. Another common foature of most of the plans is the colossal amounts of expenditure that is envisaged for pur– poses of reconstruction. Though the degree of importance attached to finance as such varies among the plans it is accepted that a mobilization of resources, whether mone– tary or real, on a stupendous scale is necessary, lastly, practically ali the plans take a comprehensive outlook by including ali aspects of economie and socia! !ife within their purview of planning ». Nel passo citato risulta di particolare interesse l'accenno a insufficienze istituzionali di carattere internazionale, come quelle inerenti al regime coloniale o post-coloniale. In effetti va richiamata l'attenzione sul fatto che in molti casi, non soltanto la soggezione ad altri stati, ma lo stesso permanere in ambito troppo ristretto o troppo chiuso di uno stato indipendente è causa della depressione. Si vede allora tutta l'ampiezza del problema di trasformazione istituzionale che può essere richiesto da un intervento antidepressione. Questo infatti può avere come condizione che sia posta in gioco la stessa sussistenza individuale di quello stato dalla cui autorità e amministrazione l'intervento stesso do– vrebbe emanare. Sull'argomento dei rapporti tra depressione economica e quadro istituzionale si veda anche il Report to The President on Fo,·eign Economie Policies (Rapporto Gray) Washing– ton, Novembre 1950, pagg. 56 e segg. Cade qui in acconcio ricordare che una sensibilità particolarmente accentuata agli aspetti extra economici della depressione è stata dimostrata costantemente dagli studiosi della nostra « questione meridionale » da Franchetti a Sonnino, a Zanardelli, a Villari, a Fortunato, a Dorso, a Gramsci e agli altri. È da sottolineare che proprio negli scritti di Gramsci dedicati al Mezzogiorno, agli intellettuali meridionali, ai rapporti tra città: e campagna nel Mezzogiorno e in Italia, si trova l'avviamento a uno studio scienti- BibliotecaGino Bianco