Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

84 GIORGIO CERIANI SEBREGONDI - nella molteplicità di individuazioni e denominazioni specie quando si è fatto riferimento alla situazione demografica, alla disoccu– pazione e al pauperismo ivi connesso - si sono posti in rilievo, accanto ad elementi di carattere economico, anche elementi sociali di altra na– tura. La prevalenza però, anzi l'orientamento essenziale di indagine, è stato a carattere economico. Mai, che io sappia, lo studio delle aree depresse è stato posto sotto l'angolo visuale delle costanti sociologiche, giuridico-istituzionali, e culturali, sebbene tutto ciò sia stato in qualche misura frammisto allo studio economico. - individuati il basso reddito o anche la disoccupazione come ele– menti caratterizzanti dell'area depressa, una ulteriore caratteristica ri– scontrata comune alle aree depresse è la persistenza del basso reddito e della disoccupazione 18 • La prevalenza dell'atteggiamento empiristico ha portato però a considerare essenzialmente, anche rispetto al carat– tere della persistenza, l'aspetto esterno del fenomeno - lunga durata - in luogo della realtà intima e dinamica di esso - reversibilità o irre– versibilità della depressione per forza propria del sistema economico 19 • - in dipendenza della gravità e della persistenza dei fenomeni di depressione nelle aree considerate si è generalmente affermata l'esigenza di un intervento dell'ente pubblico - più particolarmente dello Stato - per assistere e trasformare tali aree. Tuttavia, nonostante gli impor– tanti affinamenti dei criteri di intervento maturati attraverso gli studi e le esperienze più recenti, non risulta che si sia giunti fin qui ad una elaborazione sistematica dei fondamenti, deila natura, dei limiti e degli obiettivi generali dell'intervènto pubblico nelle aree depresse. Si può solo constatare anche qui la preminenza data all'aspetto economico della considerazione dell'area depressa. L'intervento pubblico viene infatti concepito come intervento essenzialmente - se non esclu- 18 Cito di nuovo A. Molinari che ha espresso in forma felicemente sintetica il pensiero corrente: « ... si considerino arretrate o depresse le zone (province, regioni, Stati, continenti) caratterizzate, quali che ne siano le cause, da una lunga persistenza di un reddito medio per testa molto basso (sensibilmente più ridotto in ogni caso di quello dello Stato cui appartengono o di quello di altri Stati o continenti più prosperi) ». 19 Alcune riserve potrebbero oggi essere avanzate circa l'esattezza di questa affer– mazione. Infatti, gli studi di Rosenstein-Rodan, di Mandelbaum e di altri hanno por– tato, come si è già rilevato, negli anni di questo dopoguerra, ad un esame intrillseco della questione. Ma proprio su questo punto si svolgerà una parte essenziale del pre– sente studio. Devo quindi nuovamente rinviare a quanto dirò in seguito, perché si possa comprendere il limite delle teorie di R. R. e di M. e come tale limite non permetta di superare in radice l'ancora corrente atteggiamento di considerazione estrinseca della fenomenologia di area depressa. BibliotecaGino Bianco

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