Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

SUL SIGNIFICATO TEORETICO DELLE DOTTRINE DELLA CONCORRENZA IMPERFETTA Com'è noto, nella teoria economica si è verificato un mutamento di indirizzo molto notevole da quando, con l'articolo famoso di Sraffa e con i lavori di Chamberlin e della Robinson, fu abbandonata l'ipo– tesi che il sistema economico fosse regolato dalle strutture e dal fun– zionamento propri della concorrenza pura. In questa nota non ci occu– peremo della tecnica d'analisi propria delle dottrine della concorrenza monopolistica, ma cercheremo di vedere se in tali dottrine sia implicito un qualche atteggiamento circa ,1 problema della natura della scienza economica e quale sia il valore di tale atteggiamento. Ci pare opportuno, riassumere dapprima i termini della questione. I Il presupposto su cm s1 basano le dottrine della concorrenza im– perfetta può essere enunciato come segue: né le ipotesi che stanno alla base dello schema teorico della concorrenza perfetta, né quelle che stan– no alla base dello schema teorico del monopolio, sono verificate della realtà effettiva. Di questo fatto la teoria tradizionale non ha tenuto sufficientemente conto, poiché essa, pur senza ignorare l'esistenza di un divario tra la teoria e la realtà, ha tuttavia ritenuto che questo di– vario fosse determinato da « attriti » o imperfezioni destinati, in un acconcio periodo dì tempo, ad essere superati dalla fondamentale ten– denza del sistema a raggiungere la posizione descritta dalla teoria. Tale divario viceversa non è dovuto ad attriti o imperfezioni, ma a forze vive, operanti ed ineliminabili, e quando la teoria tiene conto, come deve, di tali forze, allora ci si accorge che la posizione cui tende BibliotecaGino Bianco

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