Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

CROCE E MARX 33 nuto del pensiero crociano così come sono venuto esponendolo io stesso nelle pagine precedenti, la forma di un'obiezione radicale. Il dubbio è questo. Per Croce - abbiamo visto - l'errore scientistico consiste nell'at– tribuire alla scienza, che ha carattere pratico, carattere teoretico o filo- " ;,. sofico. Che l'identificazione della storiografia con la filosofia, ovvero l'affermazione del carattere filosofico della conoscenza storica, gli vieti di pensare altro che come erronea « la fisima positivistica di ridurre">' la storiografia a scienza» è quindi, effettivamente, innegabile. Ma è anche altrettanto innegabile, ci si può chiedere, che la affer– mazione della assoluta spiritualità del reale gli impedisca di ammettere·')(_ la presenza, nel reale medesimo, della materia? Non sembra. Infatti, come anche sopra è stato ricordato, la mate– ria o natura viene dal pensiero crociano non annullata ma semplice- • mente risolta nello spirito come il suo momento negativo. Il che vuol dire che avviene per essa, in certo modo, proprio il contrario di quel che avviene per la scienza. E cioè: mentre la scienza, in quanto atto pratico, viene esclusa dalla sfera conoscitiva, la materia, in quanto op-i.. posto dello spirito, viene inclusa nel reale. Questa inclusione o risoluzione rappresenta dunque di per sé la migliore smentita - si può concludere - della mia tesi. Ossia dimo– stra che ciò che il Croce nega non è, come io ho asserito, la realtà della materia (la sua presenza nel reale), ma solo la verità del materialismo, vale a dire della concezione che intende la materia come il reale asso– lutamente preso, facendo così di essa, invece che l'opposto dello spirito, lo spirito medesimo. Questo dubbio è tutt'altro che infondato. E però non rimane di fronte ad esso che asserire, sottolineandola, la giustezza della mia tesi. La quale può venir confermata nel modo seguente: esaminando il rap– porto che intercorre, in primo luogo, tra il materialismo e la risoluzione della materia nello spirito, e, in secondo luogo, tra questa risoluzione e l'affermazione della assoluta spiritualità del reale. Incominciano dal primo punto. Evidentemente la risoluzione della materia nello spirito come il suo opposto fa dello spirito, a sua volta, l'opposto della materia, l'opposto positivo. In termini hegeliani, la tesi. Che cosa significa però per lo spirito, in Croce, il fatto di essere la tesi o il positivo? Non significa, come in Hegel, essere una astrazione irreale rispetto a quel terzo termine che, solo, ha il carattere di realtà (sintesi); bensì essere esso stesso la realtà, il concreto, l'esistente.. E in- Biblioteca Gino Bianco

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