Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

32 MARIO MOTTA Mi sembra che si debba rispondere in questo modo. La verità consiste nell'avvertimento e nella denuncia dei due errori .che, effettivamente, il marxismo presenta. Ossia: I) la riduzione asso– luta della realtà storica a materialità; II) la conseguente necessità di concepire la conoscenza della storia come insieme scientifica e filosofica. L'errore consiste nel misconoscimento e nel rifiuto delle due sco– perte che, nonostante la deformazione violenta a cui le sottopone, il marxismo reca implicite nel suo seno. Ossia: I) la scoperta della neces– si'tà della presenza, nella realtà storica, del principio materiale; II) la .conseguente scoperta della possibilità (possibilità che per la prima volta, data la premessa ontologica, può dirsi fondata) di una conoscenza scien– tifica della storia. Naturalmente nulla vieta che queste mie affermazioni vengano respinte in blocco da chi non accolga il loro fondamento, che è il giu– .dizio sul marxismo premesso, come punto di partenza, all'inizio della -presente ricerca. Dato che questo giudizio sia esatto però, come io pre– sumo e come del resto ciascuno, almeno in via ipotetica, può concedere che sia, credo che esse risultino difficilmente contestabili. Che in tal caso la verità della posizione crociana sia proprio quella ,che ho detto, infatti, mi sembra evidente. Tanto evidente anzi che non mi soffermerò su di essa se non per dire che appunto da questa verità le critiche del Croce (come tutte le critiche analoghe) hanno tratto storicamente e ancora traggono quella forza che a torte, i marxisti attribuiscono in modo esclusivo alla mera ignoranza o cecità ideologica .dei loro avversari. Un discorso analogo si potrebbe fare anche intorno a quel che ho detto circa l'errore della posizione crociana, non fosse altro che per .ciò, che i termini di questo errore sono immediatamente reperibili, pri– ma ancora che attraverso una dimostrazione analitica, nelle ragioni stesse che il Croce pone a fondamento del suo sistema. Voglio dire in quella identificazione della storiografia con la filosofia che lo costringe a rifiutare non solo ogni scientismo ma anche ogni scienza storiogra– fica; e in quella affermazione poi della assoluta spiritualità del reale, che, se gli permette di escludere per principio la riduzione della storia a materialità, gli impedisce anche di ammettere una qualsiasi presenza, -nella storia, del principio materiale. Mi rendo conto tuttavia che proprio a quest'ultimo proposito può :SOrgereun dubbio, a cui non è difficile dare, richiamandosi al conte- BibliotecaGino Bianco

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