Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
CROCE E MARX 29 zione del suo sistema, ricavandovi non solo il suo obiettivo ultimo (vin– cere i limiti dell'hegelismo attraverso il ripristino e lo sviluppo della sua verità), ma anche i mezzi stessi necessari per realizzarlo. E tali mezzi sono : I) la «risoluzione» della natura o materia nello sptrtto, come l'opposto che dallo spirito medesimo non si può distinguere in quanto lo spirito è insieme se stesso e il suo opposto, e se stesso solo in quanto è insieme il suo opposto. Ovverosia, in altre parole, la inclusione sem– plice ed immediata della materia nel reale (immediata: cioè senza la ' mediazione di un << terzo termine »). II) La «risoluzione» della « logica naturalistica)) nell'attività pratica, e più precisamente nell'attività « economica n. Ovverosia, l'esclu– sione radicale dei « concetti empirici » o delle « finzioni » o della scien– za che dir si voglia dalla sfera dei « concetti puri » o della speculazione -0 della filosofia e insieme la loro giustificazione come « prodotti dello .spirito astraente», non conoscitivi quindi ma « prammatici e utilitari». È facile capirn pertanto come, poste queste risoluzioni, il Croce non possa non giungere alle due tesi fondamentali riportate all'inizio del presente paragrafo come alle uniche capaci di garantirle, escludendo per pnnc1p10: I) il materialismo, cioè la pretesa di elevare la materia a uno <lei principi o addirittura a principio del reale, conferendo così caratte– re di concretezza e di spiritualità a quello che non è altro se non « il momento meccanico rispetto al momento teleologico, il negativo ri– spetto al positivo», ecc. II) lo scientismo, cioè la pretesa di convertire i concetti empmc1 in concetti puri, attribuendo così valore teoretico-conoscitivo alla astra– zione pratica e facendo quindi della scienza ciò che la scienza assoluta– mente non può essere: filosofia o storiografia. Ma è evidente che per Croce l'esclusione di questi due errori im– plica necessariamente l'esclusione del «dualismo» e della metafisica, i quali non sono altro che « l'errore logico generale» da essi perpetua– mente generato. Sempre infatti che si tenti « di affermare tutt'insieme due metodi: il metodo filosofico e quello non filosofico», « l'interiorità dello spirito crede di avere a fronte un che di esterno, il corpo, la ma– teria, l'oggetto», altrettanto reale quanto esso o peggio esso solo reale; .e sempre che l'interiorità dello spirito crede questo <1 si sente costretta Bjblioteca Gino Bianco
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