Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

177 DOCUMENTI diretti»; e sono convinto che il desiderio di rappresentare il « feudalesimo dell'Europa occidentale » come un tipo distinto e di attribuire solo ad esso il titolo di « feudale » non è che un prodotto degli storici borghesi e della loro tendenza a concentrare l'att~nzione sugli aspetti e le specificazioni di carattere giuridico 3 • 2) Per quanto riguarda il « carattere conservativo e resistente ai cam• biamenti proprio del feudalesimo dell'Europa occidentale», il quale ebbe bisogno di qualche forza esterna per essere abbattuto, e che io avrei trascu– rato di prendere in considerazione, rimango piuttosto scettico. È vero che, al contrario dell'economia capitalistica, la società feudale era estremamente stabile e inerte. Ma ciò non significa che il feudalesimo non ~vesse in sé delle tendenze al mutamento. Drre ciò significherebbe certamente ammet– tere un'eccezione alla generale legge marxista di sviluppo secondo la quale la società economica è mossa dalle sue interne contraddizioni. Invero il feu– dalesimo degli ultimi secoli presenta notevoli differenze rispetto a quello dei primi secoli1 Parrebbe inoltre che, per troyare le forme più stabili si debba guardare non all'Europa occidentale ma a quella orientale: in parti– colare alle forme asiatiche di servaggio tributario. E va notato che proprio di questa forma, in cui il plus-lavoro viene appropriato per mezzo di tri– buti in natura - e di questa forma in modo specifico - Marx disse che era « la più adatta per divenire la base di condizioni stazionarie della società, come quelle che vediamo in Asia » 4 • Sweezy qualifica la sua posizione col dire che il sistema feudale non è necessariamente statico. Ma ciò che egli sostiene è che i cambiamenti che accadono nel sistema non sono tali da trasformarlo. Ma malgrado questa qualificazione, rimane la presupposizione che nel feudalesimo la lotta di classe non ha alcuna funzione rivoluzionaria. Ora accade, mi sembra, che alla base di questa negazione ci possa essere una confusione tra tendenze rivoluzionarie e tendenze trasformatrici. Nessuno sostiene che la lotta di classe dei contadini contro i signori possa -dar luogo, in modo semplice e diretto, aHa nascita del capitalismo. Ciò che essa, può fare è modificare la dipendenza del « modo semplice di produzione» dall'ordinamento signorile del feudalesimo, ed eventualmente di sottrarre alquanto il piccolo produt– tore allo sfruttamento feudale. È perciò dal modo semplice di produzione (nella misura in cui esso assicura l'indipendenza di azione, e possa da esso sviluppani una differenzi-azione sociale) che è nato il capitalismo. Questo è un punto fondamentale sul quale dovremmo ritornare. 3 MoLLY GrnBs, Feudal Order, Londra 1949, p. 5-7, 92 segg. 4 Capitai, III, p. 924. BibliotecaGino Bianco

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