Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
DOCUMENTI ai requisiti commerciali del nuovo mercato mondiale che era stato creato dalle grandi scoperte della fine del XV secolo)) 30 • Queste sono le osservazioni iniziali del capitolo intitolato « Genesi del capitalista industriale)); la maggior parte del resto del capitolo è dedicato alla descrizione dei metodi di commercio e di rapina per mezzo dei quali grandi quantità di capitale furono messe insieme assai più celermente di quanto non comportasse il « passo di lumaca)) descritto sopra. E sebbene Marx dica molto poco circa i metodi per mezzo dei quali queste accumu– lazioni trovarono la via per entrare nell'industria, è tuttavia poco credibile che egli assegni un ruolo importante in questo processo alla nascita del produttore industriale dai ranghi dei produttori- esistenti. Se interpretiamo Marx nel senso che il « modo realmente rivoluzionario)> per coloro che avevano a disposizione del capitale da lanciare in imprese capitalistiche pienamente sviluppate consisteva nel non passare attraverso lo stadio intermedio dell'industria domestica, allora mi pare che avremo poca difficoltà a trovare una messe di documenti e di prove in appoggio di questa tesi. Nef ha mostrato in modo convincente (senza naturalmente fare alcun riferimento a Marx) che ciò che egli chiama la prima rivoluzione industriale inglese (press'a poco dal 1540 al 1640) fu largamente caratterizzata preci– samente da questa specie di investimento in industrie « nuove» come le in– dustrie estrattive, la metallurgia, la fabbricazione di birra, la raffinazione dello zucchero, il sapone, l'allume, il vetro e il sale 81 • E che si trattasse veramente di « un modo realmente rivoluzionario» è mostrato_ dal fatto che i risultati della prima rivoluzione industriale inglese furono la supremazia economica su tutte le nazioni rivali e la prima rivoluzione pol,itica borghese. Affronto ora la seconda delle tesi di Dobb sulla nascita del capitalismo che mi sembra meriti un esame critico. Qui posso essere più breve. Dobb vede il processo di accumulazione originaria in modo che esso comprenda due fasi del tutto distinte (p. 177 segg.). Nella prima fase la nascente borghesia acquista a prezzi contrattuali (o, nei casi più favorevoli, gratuitamente: come nel caso delle terre della Chiesa sotto Enrico VIII) certe attività o certi titoli alla ricchezza. In questa fase la ricchezza non solo è trasferita alla borghesia ma è anche concentrata in un numero minore di mani. La seconda, ed ultima, fase è quella del realizzo; Dobb scrive che: « ... di non minore importanza della prima fase del processo di accu– mulazione fu la seconda fase, o fase finale, nella quale gli oggetti dell'ac- 30 Ibid., I, p. 822. 81 J. U. NEF, Industry and Government in France and England, IJ40-1640, Phila– delphia 1940, special. cap. I e 3. BibliotecaGino Bianco
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