Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
DOCUMENTI 167 Penso tutta.via che in questa questione i dubbi possono sorgere non tanto da una mancanza di documentazione (e per conto mio dubito che una documentazione di questo tipo esista) quanto da una erronea inter– pretazione di Marx. Riproduciamo l'intero brano in cui Marx parlai del « modo realmente rivoluzionario»: « L'uscita dal modo feudale di produzione arvv1ene m due modi. Il produttore diviene mercante e capitalista delle città medioevali. Questo è il modo realmente rivoluzionario. Oppure accade che sia il mercante a prendere possesso in modo indiretto della produzione. Sebbene questo secon– do modo serva storicamente come forma di transizione - come nel caso del mercante inglese di stoffe del XVII secolo, il quale, benché lasci che i tessit~ri rimangano al lavoro in modo indipendente, tuttavia li porta sotto il suo controllo in quanto vende ax:i essi la lana e compra da essi il tessuto - ciononostante esso non può di per se stesso far molto per rovesciare il vecchio modo di produzione, ma piuttosto lo conserva e lo usa come sua condizione di funzionamento» 29 • Come si può facilmente vedere, Marx non dice nulla, circa il fatto che i capitalisti nascano dalla categoria dei produttori artigiani. È senza dubbio vero che l'espressione usata• da Marx - « il produttore diviene mercante e capitalista» - può essere interpretata in questo modo; ma essa può signi– ficare ugualmente bene che il produttore, quale che sia la sua origine, co– mincia sia come mercante che come assuntore di lavoro salariato. Mi sem– bra che l'intero contesto dimostri eh.e quest'ultima sia l'interpretazione più ragionevole. Ciò che Marx combatte, mi sembra, è l'idea che lai nascita e lo sviluppo pieno di imprese capitalistiche avvenga in dipendenza del lento sviluppo del sistema di industria domestica. Non vi è alcuna indicazione circa il fatto che il produttore capitalista nasca dai ranghi dei produttori esistenti. Inoltre, quando egli trattai esplicitamente di questo problema nel primo volume del Capitale, ciò che egli dice è inconciliabile con l'interpre– tazione dobbiana del pa,sso su citato. « La genesi del capitalista industriale scrive Marx - non avvenne in modo graduale come quellai del proprietario contadino. Senza dubbio accadde che molti piccoli maestri di corporazioni, o perfino piccoli artigiani più indipendenti, o anche lavoratori salariati, si trasformarono in piccoli capitalisti, e (estendendo graduailmente lo sfruttamehto del lavoro salariato e la corrispondente accumulazione) in capitalisti pienamente sviluppati ... Ma il passo di lumaca di questo metodo non corrispondeva in alcun modo 29 Capitai, III, p. 393. BibliotecaGino Bianco
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