Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951

DOCUMENTI tivamente' progressive. Alla periferia dell'economia di scambio, invece, le posizioni reciproche del feudatario e del lavoratore sono molto di.verse. Il lavoratore non può allontanarsi perché non ha dove andare: praticamente– egli è alla mercè del suo padrone, il quale, a sua volta, non ha affatto ri– sentito della vicinanza civilizzatrice della vita cittadina. Quando l'espansio– ne del commercio infonde la passione del guadagno nella classe dirigente· che si trovi in questa posizione, il risultato non è uno sviluppo di nuove forme di sfruttamento, bensì l'intensificarsi delle vecchie forme. Marx, nel seguente passo (anche se non si riferisce specificamente alla « seconda ser– vitù» dell'Europa orientale) giunge al fondo del problema: « Appena dei gruppi, la cui produzione ancora si muove nell'ambito delle forme rudi– mentali quali la schiavitù, il lavoro di corvée ecc., sono attratti nel turbine– di un mercato internazionale dominato dal sistema capitalistico di produ– zione, e la vendita dei loro prodotti per esportazione diventa il loro prin– cipale interesse, gli orrori civilizzati del super-lavoro si innestano sugli or– rori barbarici della schiavitù, servitù ecc.» 18 • Seconde;> la teoria di Dobb, il declino del feudalesimo nell'Europa occi– dentale fu dovuto al supersfruttamento, da parte della classe dominante,. della forza-lavoro della società. Se il ragionamento su esposto è corretto, sarebbe più esatto dire che il declino del feudalesimo nell'Europa occiden– tale fu dovuto alla incapacità della classe -dirigente di controllare, e quindi di super-sfruttare, la forza-lavoro dellaosocietà. 6. Cosa venne dopo il feudalesimo nell'Europa Occidentale? Secondo la cronologia del Dobb - che nessuno, credo, vorrebbe seria-– mente mettere in dubbio - il feudalesimo nell'Europa occidentale entrò in un periodo di acuta crisi nel quattordicesimo secolo e si ditSintegrò suc– cessivamente in modò più o meno rapido nei diversi paesi. D'altro canto, non si può parlare dell'iniizio del periodo capitalistico almeno fino alla se– conda metà del sedicesimo secolo al più presto. Questo pone il seguente interrogativo: « Come possiamo definire il sistema economico nel periodo· intermedio che va da allora [cioè dalla disintegrazione del feudalesimo] fino al tardo sedicesimo secolo; periodo che, secondo la nOtStracronologia, non· è più feudale e non è ancora capitalista per ciò che riguarda il sistema dì produzione?» (pag. 19). Questo è un problema importante e dobbiamo es– sere grati a Dobb per a,verlo sollevato in modo così chiaro. 16 Capitai, I, p. 260. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy