Cultura e realtà - anno I - n. 3-4 - marzo 1951
DOCUMENTI 157 lavoro. Dobb ha quindi indubbiamente ragione nel respingere la teoria che un aumento del commercio porti automaticamente con sé la liquida– zione della servitù; e se la servitù si identifica col feudalesimo questo è .altrettanto vero « ex definitione » per il feudalesimo. Il fatto che il progre– .dire dell'economia di scambio sia andato di pari passo con il declinare della servitù rimane ancora da spiegare: non può essere dato per dimostrato. Nell'analizzare questo problema possiamo, credo, trascurare le singole •caratteristiche del declino della servitù nei diversi paesi dell'Europa occi– dentale. Dobb mette in evidenza che, almeno per un certo periodo, in al– cune regioni il progredire del commercio fu accompagnato da un intensi~ .ficarsi e non da un rilassarsi dei vincoli di servitù. Ciò è senza dubbio esatto ed importante e Dobb riesce a chiarire numerosi paradossi apparenti. Ma queste eccezioni temporanee e parzi,ali non possono modificare il qua– dro generale dal quale risulta che a un tipo di agricoltura basato sulla ser– vitù della gleba, si è sostituito un sistema di produzione agricola basato sulla -conduzione da parte di affittuari, che usavano o i,1proprio lavoro indipen- dente o, (in misura assai minore) lavoro assunto. Il vero problema è quello di trovare una spiegazione di tale fenomeno generale. Mi sembra che dal complesso di cause operanti due emergano per la loro decisiva importanza. In primo luogo lo sviluppo delle città, che av– venne in modo abbastanza uniforme in tutta l'Europa occidentale, rappre– sentò molto di pii1 che un sempliice rifugio per i servi che abba;ndonavano il feudo; alterò addirittura la posizione di quanti vi restav' .l.no . Probabil– mente solo una piccola percentuale dei servi della gleba si trasferì di fatto nelle città, ma fu sufficiente perché nelle campagne si risentisse del più -alto livello di vita raggiunto nelle città. Cooì come si giunge necess;rriamente ad un aumento dei salari in un'area in cui questi sono ba,ssi quando i la– voratori ha.nno la poss\bilità di: trasferirsi m una area a salari più alti, allo stesso modo fu necessario fare delle concessioni ai servi quando questi e~ bero la possibilità dÌI trasferirsi nelle città. Queste concessioni non potevano ·che essere nel senso d'i una maggiore libertà e di una trasformazione degli ,obblighi feudali: nel pagamento di canoni d'affitto in denaro. In secondo luogo, benché il feudo potesse essere orientato, e in molti -casi questo avvenne, verso una produzione per il mercato, tuttavia esso era fondamentalmente inadeguato e inadatto a tale scopo. Le tecniche erano primitive e la divisione del lavoro non sviluppata. Da un punto di vista ,di amministra~ione il feudo era antieconomico e in particolare mancava una netta distinzione tra produttore e consumatore cosicché era pratica– mente impossibile determinare il costo di produzione. Inoltre tutta. la vita BibliotecaGino Bianco
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