Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950
NOTE 53 LE « ZONE ALTE» Scrive Roman Vlad ne «L'Immagine» (n. 13, pag. 242, in nota): « non soltanto le opere valide della moderna tetteratura musicale non rappresen– tano un minus rispetto a quella romantica ma segnano un plus tanto nella rivelazione di zone abissali dell'effettività umana, quanto in quella delle conquiste di zone alte e misteriose della vita trascendentale dello spirito ». Vlad ha ripetuto spesso quest'idea, seppure in via marginale, quasi paren– tetica; e tuttavia come un'esigenza sottintesa e insopprimibile. Tanto che si vorrebbe vedergliela sviluppare; perché questo rappresenterebbe automa– ticamente un'uscita dalla posizione di gran lunga dominante nei « difen– sori » della musica contemporanea. La quale posizione, com'è noto, è quasi esclusivamente legittimistica: la loro gran preoccupazione consiste nel ri– badire, stretti al puro poesia e non poesia, che la musica contemporanea ha pari diritti di qualsiasi altra a esser considerata «arte». Il che, fra l'altro, ha una curiosa conseguenza: che in luogo di indagare i valori specifici di questa musica si preferisce descrivere i suoi contenuti come sostanzialmente omogenei a quelli della musica precedente. Così vi descrivono Debussy co– me una semplice manifestazione della « France éternelle » (in musica, Cou– perin, Rameau, Fauré), Hindemith pressappoco come una nuova edizione di Bach, Stravinskij di volta in volta come un Bach, un Ciajkovskij o un Verdi; e perfino un Berg in termini che tornerebbero quasi senza residui per uno Chopin o un W agner. Una persònale generosità di temperamento porta invece Vlad, che pure appartiene alla loro schiera, a uscire coraggiosamente da quella posizione di ~rroccamento, e ad affrontare il rischio di valutazioni più compromet– tenti, accettando la tentazione di una tavola di valori. Una volta approfon– dita, la sua tesi delle zone « alte » potrebbe dunque scoprire finalmente il fianco, ed esporre la posizione dei « difensori » a un collaudo significativo. È vero d'altro canto che la sua idea non è interamente nuova: è im- manente infatti in un determinato settore della musica contemporanea, quel- , I lo espressionista. Ma si tratta di un settore conchiuso, che si pone in termini quasi esoterici, iniziatici. Invece Vlad, nonostante Schonberg sia pur sempre il suo rovello centrale, tende a trasportare la questione sulla musica con– temporanea nel suo complesso. In attesa di questo sviluppo, che ci potrà venire da lui o da altri, c'è comunq~e da mettere le mani avanti. Visto che l'idea delle zone « alte » postula una questione di più e di meno, di s.uperiore e inferiore, in che senso si può sperare di risolverla? BibliotecaGino Bianco
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