Cultura e realtà - anno I - n. 2 - luglio-agosto 1950

UDITTATURA CROCIANA,, O PROBLEMA DELLO STORICISMO? I Si sente usare assai spesso in Italia l'espressione « dittatura cro– ciana». Non è difficile rintracciarla nella polemica spicciÒla del gior– nalismo culturale e più facile ancora è l'udirla in molte conversazioni correnti. Non voglio fare una questione di lana caprina: come espres– sione corrente può ancora passare e in tali limiti non è che la indica– zione provvisoria di una realtà esistente e che, per i non-filosofi. di professione, è normale che sia sentita come incombente. Non voglio nemmeno insistere sul fatto, abbastanza ovvio, che se esiste una « dit– tatura crociana» incombente sarebbe comunque sempre meglio rife– rirla al « crocianesimo » piuttosto che a Benedetto Croce. Il fatto cul– turalmente grave avviene quando quella espressione viene usata da filosofi.e in sede propriamente filosofi.cao quando, anche se non viene usata l'espressione, il comportamento dei filosofi. ·è tale da presupporla implicitamente. Il fatto è grave perché denuncia una grave e prolun– gantesi situazione di crisi. Per un momento prendiamo pure per buona l'infelice espressione: qualcosa di reale indubbiamente ad essa corri– sponde. Questa realtà però dimostra una sola cosa: che i filosofi.di pro– fessione sono se non in tutto almeno in qualcosa di molto essenziale non solo inferiori a Benedetto Croce ma, in qualche modo, impotenti. O, in caso contrario, poiché Benedçtto Croce non può usare altri stru– menti coercitivi che i suoi libri, si dovrebbe concepire tutta la storia come un magico coacervo di inganni. (Ma allora a che pro filosofare? A che pro vivere?). Il fatto vero è che la filosofia di Croce è una cosa tanto seria e tanto seri sono i problemi reali a cui essa in qualche· modo BibliotecaGino Bianco

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