Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
L 1 AMMALATO PER CONTRATTO DI LAVORO 85 che in qualche modo compensasse il rischio di invalidità, ma in quella minima misura che bastasse a indurre un numero sufficiente di operai, per un piccolo lucro immediato, a passar sopra alla mal conosciuta e lontana prospettiva di malattia: un aumento di salario tanto più basso, in sostanza, quanto erano più elevate l'ignoranza e la miseria. Già Carlo Marx (nel Capitale) apriva il suo capitolo sui minatori dicendo che « essi appartengono alle categorie meglio pagate del pro– letariato britannico», spiegando poi « a qual prezzo guadagnino il loro salario». Nella storia dell'industria vi sono a questo proposito molte pagine vergognose, e non è detto che chi vive in questi giorni non debba assi– stere talvolta a manifestazioni di questa sordida tradizione. Ma a parte il lato morale, esiste un lato economico che denuncia non tanto la responsabilità dei singoli, quanto la responsabilità dell'at– tuale sistema di produzione. Si considerino, come esempio modesto e significativo, certe piccole industrie di macinazione del quarzo, a carat– tere patriarcale, quali si trovano tipicamente nel Cuneese: materia pri– ma povera, maestranza povera, concorrenza, fanno sì che un efficacie impianto di aspirazione moltiplicherebbe talmente il costo di produ– zione da soffocare la vita dell'impresa, così che datori di lavoro e operai sono tutti insieme rassegnati al male wnanamente peggiore che è la perdita della salute e dell'idoneità al lavoro. Motivi economici analoghi si sentono agitare in difesa del profitto delle grandi industrie e, specialmente oggi in Italia, per l'industria mi– neraria che si trova in condizioni di vitalità precaria e non potrebbe sostenere le spese di una buona prevenzione 1 . In effetto bisogna riconoscere che, data la struttura odierna del mondo industriale, l'adozione obbligatoria di certe misure preventive avrebbe come risultato incerto la prevenzione e come risultato certe il soffocamento delle imprese più povere. Premesso che il medico di fronte a certi dilemmi sa da che parte deve propendere, e che la salute dell'uomo si dovrebbe difendere, pro– priamente parlando, a qualunque costo, senza dubbio bisogna guar– darsi dal cadere in atteggiamenti utopistici : infatti è chiaro che vi sono 1 Al XV Congresso Nazionale di Medicina del lavoro tenuto a Genova nel set– tembre 1948 un medico (sic) di miniera oppose al relatore che non è il caso oggi 1 essendo l'industria mineraria italiana in crisi, di diffondere l'al!armismo tra i minatori, che già troppo dimostrano la « psicosi » del lavoro in galleria. Al che il relatore bene rispose che non è il caso di confondere la psicosi con la legittima difesa. Biblioteca Gino Bianco
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