Cultura e realtà - anno I - n. 1 - maggio-giugno 1950
84 GIACOMO MOTTURA polvere dal lavoro o, più praticamente, a ridurla in concentrazioni tol~ lerabili. I limiti di queste concentrazioni, come gli altri limiti di perico– losità (quali il grado di finezza delle particelle, che in genere sono tanto più pericolose quanto più minute), grazie alle perseveranti ricer– che di medici e di tecnici specializzati, sono abbastanza bene cono– sciuti. Si sa così che non è necessario, per ottenere preziosi risultati, eliminare del tutto la polvere: ciò che sarebbe quasi sempre impossi– bile. Solo in alcuni casi si è potuto adottare la soluzione radicale di cambiare lo stesso materiale di lavoro, sostituendo, per esempio, nelle arroterie la mole di arenaria ricche di silice con mole di carborundum che danno luogo a una polvere praticamente innocua. Nella maggio– ranza dei casi si tratta di diminuire la polvere qu~to più possibile e al– meno al di sotto di un certo limite di pericolosità minima: ma già que– sto compito ridotto presenta quasi sempre gravi difficoltà. Eliminare la polvere all'origine sarebbe il migliore espediente e a questo tendono le lavorazioni a umido anziché a secco, l'applicazione dell'aspirazione direttamente sull'utensile, ecc. In certe industrie è stato possibile ottenere per questa via notevoli risultati; in altre no. L'im– missione di acqua, per esempio, in qualche caso non è possibile perché guasta il lavoro; in altri non serve, perché in luogo della polvere viene a sollevarsi una nebbia carica di particelle minerali, nociva almeno quanto la polvere. L'aspirazione della polvere dall'ambiente di lavoro, per essere effi– cace, richiede impianti molto costosi, e la si vede talvolta seriamente perseguire, in casi fortunati, quando l'allontanamento dei detriti polve– rosi si accompagni con un minor costo di produzione o presenti qual– che altro diretto vantaggio aziendale. L'aspirazione della polvere è en– trata da tempo nell'uso delle industrie manifatturiere dell'amianto, giac– ché lo stesso recupero della polvere d1 amianto, materiale pregiato, pre– senta un interesse finanziario: l'aspirazione però anche qui si è potuta spingere fino al limite giudicato utile al bilancio, che lascia in libertà le particelle più fini, le quali, neanche a farlo apposta, sono le più inutili per l'industria ma le più nocive alla salute. Ma nelle industrie polverose silicee la questione, avendo per lo più solo moventi igienici, è stata per molti anni trascurata. Man mano che il pericolo veniva conosciuto, l'allarme si tacitava sommariamente aumentando i salari nelle lavorazioni pericolose, natu– ralmente non in misura da potersi dire indennizzante, nel senso cioè • BibliotecaGino Bianco
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